Cos’è la dermatite da stress?
Il termine dermatite da stress indica una infiammazione cutanea improvvisa che si manifesta nel soggetto in corrispondenza di circostanze di estremo stress e sovraffaticamento psicofisico o di natura emotiva.
In termini statistici questo tipo di dermatite può interessare i piedi, le mani, il collo ed il viso, il cuoio capelluto, e può spesso interessare anche le palpebre. Nei casi in cui il soggetto patisca del prurito o una sensazione di calore, dalla intensità variabile, è possibile che in seguito al grattarsi in modo insistente si sviluppino escoriazioni oppure abrasioni, senza escludere il rischio di una infezione.
Questo tipo di dermatite viene considerato una patologia cronica. Le fasi acute accadono fino a 2 o 3 occasioni su base mensile ed hanno una durata di pochi giorni fino ad alcune settimane. Le remissioni tendono a durare per mesi o per anni.
Come si riconosce la dermatite da stress?
I sintomi della dermatite da stress sono molto simili a quelli di una dermatite da contatto o dell’eczema allergico, e possono essere:
- macchie cutanee, ponfi e vescicole che possono determinare un intenso prurito
- arrossamenti accompagnati da una sensazione di bruciore e di calore
- desquamazione importante e pelle secca
- abrasioni e croste causate da un eccessivo grattamento.
Va notato che tanto la durata quanto l’intensità di questa infiammazione a carico della cute sono soggette a variabilità. È possibile che la dermatite duri pochi giorni e scompaia improvvisamente oppure arrivi a intaccare il riposo notturno del soggetto.
Come si diagnostica la dermatite da stress?
Si ha diagnosi di dermatite da stress dopo avere escluso altre cause che possano aver determinato questa infiammazione:
- esposizione ad agenti esterni che agiscono da fattori scatenanti, come nel caso della dermatite da pannolino o nell’uso di cosmetici
- alterazioni a livello immunologico
- cause endogene.
La diagnosi viene svolta dallo specialista dermatologo, che può anche indicare esami specifici, se lo ritiene necessario, quali IgE Totali, in modo tale da poter escludere la compresenza di altri fattori scatenanti.
Da cosa origina questo tipo di dermatite?
Le cause della dermatite da stress non sono note in termini univoci, ma questa infiammazione cutanea può essere determinata da condizioni di stress estremo, durante le quali il corpo inizia a secernere ormoni quali adrenalina e cortisolo.
E proprio il cortisolo potrebbe avere un ruolo nella manifestazione di questo tipo di dermatite, visto che può essere responsabile di una soppressione del sistema immunitario determinando una risposta cutanea di tipo infiammatorio.
Si tratta di una patologia cronica anche perché tende ad autoalimentarsi. Un evento o un fattore esterno determinano stress o ansia, si avvia la manifestazione sintomatologica e infine con la percezione della condizione di stress i sintomi peggiorano.
Cosa fare per far passare la dermatite da stress?
L’approccio terapeutico per la risoluzione della dermatite da stress si basa su due princìpi: l’adozione di terapie specifiche e topiche e l’agire sulla causa che ha scatenato la dermatite.
Per quanto riguarda il primo approccio, risulta essenziale rivolgersi ad uno specialista, ovvero un dermatologo, che sarà in grado di aiutare a contrastare i sintomi della dermatite consigliando:
- l’applicazione di creme lenitive ed emulsioni, anche per reidratare la cute
- l’uso di detergenti che siano delicati e soprattutto privi di allergeni
- il ricorso ad antistaminici e cortisonici.
Nei casi più severi è anche possibile ricorrere a farmaci immunosoppressori.
Intervenire sulla causa dello stress
Dal momento che la dermatite da stress è legata ad una condizione di estremo affaticamento psicofisico, decidersi per una terapia che agisce sulle cause è raccomandabile: l’imparare a gestire lo stress è il primo passo.
Al riguardo sono possibili diverse strategie quali:
- l’attività fisica regolare, che determina una condizione di umore più stabile, senza dimenticare i benefici al cuore
- un’alimentazione consapevole, che comprende anche una corretta assunzione quotidiana di acqua. Almeno un litro e mezzo
- un sonno di qualità, che se assente può contribuire all’insorgenza di difficoltà di concentrazione, oltre che a problemi di memoria, può aumentare il rischio di obesità e di diabete
- dedicarsi ad attività quali il training autogeno o la meditazione.
Il secondo approccio, che mira a intervenire per la risoluzione delle cause, richiede un supporto psicologico. Tra le diverse terapie psicologiche attualmente disponibili va certamente indicata la terapia cognitivo-comportamentale.
Attraverso questo approccio, infatti, il soggetto impara innanzitutto a riconoscere le situazioni che possono essere fonte di stress, per poi imparare a intercettare i pensieri disfunzionali, che alimentano ulteriormente la condizione di disagio psicologico, per porre in essere azioni risolutive, in grado di ridurre o eliminare del tutto stress e disagio.