CHE COS'È LA RESILIENZA?
In ingegneria la resilienza è la proprietà che permette a un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Indica quindi la resistenza agli urti non in termini di durezza, ma in termini di flessibilità.
Per l'essere umano la resilienza è la capacità di resistere a eventi negativi e stress. Le persone dotate di maggiore resilienza riescono ad affrontare più efficacemente gli eventi traumatici e destabilizzanti attraverso una visione costruttiva e non solamente distruttiva delle situazioni difficili. Alcuni ci riescono più facilmente, altri hanno bisogno di un aiuto esterno.
A CHE COSA SERVE LA RESILIENZA?
La resilienza ci aiuta ad affrontare eventi traumatici senza soccombere allo stress. Non è tanto l'evento traumatico in sé, quanto il modo in cui lo percepiamo e affrontiamo, che fa sì che esso sia causa di stress o meno: lo stesso trauma può avere effetti molto diversi su due persone con capacità di resilienza diverse.
COME SI COLTIVA LA RESILIENZA?
La resilienza è una qualità che si modifica nel tempo, influenzata dalla propria personalità, dalle relazioni che si hanno, dalle esperienze che si fanno, dagli eventi che si vivono. Anche i geni e le esperienze precoci hanno un ruolo nella costruzione della propria resilienza. La resilienza può essere allenata attraverso l'ascolto del proprio linguaggio interiore e delle proprie emozioni, attraverso la riflessione su di sé e sul proprio futuro, la meditazione. Per aumentare la propria capacità di resilienza servono spazio e tempo: uno spazio solo per se stessi e del tempo per imparare a conoscersi, per esplorare il proprio mondo interno. Anche la psicoterapia e il counseling favoriscono un aumento della propria resilienza.
Così racconta la resilienza Sharon Salzberg, scrittrice e insegnante di meditazione buddista, ne L'arte rivoluzionaria della gioia, 1995.
“Immaginiamo di prendere un piccolissimo bicchiere d'acqua e di metterci dentro un cucchiaino di sale: a causa delle ridotte dimensioni del contenitore, il cucchiaino di sale avrà un grande effetto sull'acqua; tuttavia se passiamo a una distesa d'acqua più grande, per esempio un lago, e vi poniamo dentro il cucchiaino di sale, questo non avrà un effetto della stessa intensità, a causa della grandezza e della vastità del recipiente che lo contiene. Anche se il sale rimane lo stesso, la spaziosità del contenitore cambia ogni cosa. Passiamo gran parte della nostra vita a cercare un senso di sicurezza o protezione, tentando di cambiare la quantità di sale che ci tocca in sorte. Ironicamente, il sale è proprio la cosa su cui non possiamo agire, poiché la vita cambia e ci offre ripetuti alti e bassi. Il nostro vero lavoro è creare un contenitore così immenso che ogni aggiunta di sale, per quanto gigantesca, può entrarvi senza influire sulla sua capacità di riceverlo. Nessuna situazione, anche la più estrema, potrà allora comandare una particolare reazione.”