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La sindrome di Morris: cos’è e come si manifesta


La sindrome di Morris è una rara condizione genetica in cui il corpo non risponde agli ormoni maschili, causando uno sviluppo femminile parziale o completo in individui con cromosomi XY.

Che cos’è la sindrome di Morris?

La sindrome di Morris, conosciuta anche come Sindrome da Insensibilità agli Androgeni (AIS), è una condizione genetica rara che interessa lo sviluppo sessuale. 

Questa sindrome si verifica quando l'organismo di una persona con cromosomi sessuali XY (tipicamente associati al sesso maschile) è insensibile agli androgeni, gli ormoni responsabili della mascolinizzazione durante lo sviluppo embrionale. In presenza di questa insensibilità, i genitali esterni tendono a svilupparsi con caratteristiche tipicamente femminili, mentre internamente possono essere presenti strutture riproduttive maschili rudimentali. Si configura quindi una condizione comunemente detta di intersessualità. 

La diagnosi della sindrome pertanto avviene spesso durante l'adolescenza, quando i caratteri sessuali secondari non si sviluppano come atteso. La sindrome di Morris può essere classificata in due forme principali:

  • completa: dove i genitali esterni sono completamente femminili
  • parziale: in cui i genitali possono avere caratteristiche intermedie tra maschile e femminile.

La consapevolezza di questa condizione è fondamentale per garantire un approccio medico e psicologico adeguato sia agli uomini che alle donne che ne sono affetti. 

Sindrome di Morris completa

La sindrome di Morris completa (CAIS, Complete Androgen Insensitivity Syndrome) è la forma più severa della condizione, in cui il corpo è totalmente insensibile agli androgeni. 

Le persone con questa variante della sindrome, nonostante abbiano un corredo cromosomico XY, sviluppano caratteristiche fisiche tipicamente femminili a causa dell’incapacità di rispondere agli ormoni maschili durante lo sviluppo embrionale.

Le sindrome di Morris completa, più precisamente, è caratterizzata da:

  • genitali femminili esterni. Le persone con CAIS hanno genitali esterni completamente sviluppati come quelli di una donna, inclusi clitoride e grandi labbra. Tuttavia, mancano di strutture riproduttive femminili interne come utero e ovaie
  • assenza di ciclo mestruale. La diagnosi spesso avviene durante l'adolescenza, quando le mestruazioni non si manifestano (amenorrea primaria). Questo è uno dei segnali principali che porta a indagini mediche più approfondite
  • presenza di gonadi maschili interne. Le gonadi (testicoli) si sviluppano normalmente ma non scendono nello scroto e rimangono all'interno dell'addome o dell'inguine. Queste gonadi non producono spermatozoi, ma generano livelli normali di testosterone, che tuttavia non può essere utilizzato dall'organismo
  • sviluppo femminile secondario. Durante la pubertà, vengono sviluppati tratti femminili come il seno, poiché il testosterone in eccesso viene convertito in estrogeni. Tuttavia, non ci sarà crescita di peli corporei o ascellari a causa della totale insensibilità agli androgeni.

Sindrome di Morris Parziale

La sindrome di Morris parziale (PAIS, Partial Androgen Insensitivity Syndrome) è una forma meno severa rispetto alla variante completa. In questa condizione, l’organismo ha una sensibilità parziale agli androgeni. Questo significa che gli effetti degli ormoni maschili sono limitati, portando a uno sviluppo sessuale intermedio o atipico.

Le caratteristiche della sindrome di Morris parziale, più precisamente, includono:

  • genitali ambigui o atipici. I genitali esterni possono presentare caratteristiche intermedie tra quelle maschili e femminili, come un clitoride ingrossato o un pene sottosviluppato. Possono essere presenti gonadi interne maschili, con testicoli ritenuti nell’addome o nella regione inguinale
  • varietà nello sviluppo. Alcune persone con sindrome di Morris parziale possono avere genitali prevalentemente maschili, ma con alcune anomalie come un'apertura uretrale posta in una posizione non convenzionale (ipospadia). In altri casi, i genitali possono sembrare prevalentemente femminili, ma con assenza di mestruazioni e altre caratteristiche tipiche della sindrome
  • caratteristiche sessuali secondarie atipiche. Durante la pubertà, lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari dipende dal grado di insensibilità agli androgeni. Ad esempio, alcuni individui possono avere un certo sviluppo del seno e una scarsa crescita di peli corporei o ascellari
  • possibile infertilità. Nella maggior parte dei casi, le persone con sindrome di Morris parziale non sono in grado di avere figli, indipendentemente dal sesso assegnato alla nascita.

 

Tipologia Caratteristiche principali
Sindrome di Morris Completa (CAIS)
  • Insensibilità totale agli androgeni
  • Caratteristiche fisiche femminili nonostante il corredo cromosomico XY
  • Assenza di mestruazioni e gonadi maschili interne non funzionali
  • Sviluppo di tratti femminili secondari
Sindrome di Morris Parziale (PAIS)
  • Sensibilità parziale agli androgeni
  • Genitali ambigui o atipici con varietà nello sviluppo
  • Caratteristiche sessuali secondarie variabili
  • Possibile infertilità

Quali sono le cause?

La sindrome di Morris è causata da mutazioni genetiche che influenzano il gene AR (recettore degli androgeni), situato sul cromosoma X. Questo gene è responsabile della produzione di recettori necessari per rispondere agli androgeni.

Più precisamente, quando il gene AR è mutato, i recettori non funzionano correttamente o sono del tutto assenti, impedendo all'organismo di rispondere agli androgeni. Nonostante i livelli di questi ormoni siano normali o elevati, il corpo non riesce a utilizzarli. Questo blocco si traduce in uno sviluppo fisico atipico per le persone con cromosomi sessuali XY. Ecco alcune delle cause principali legate alla mutazione del gene AR:

  • ereditarietà: la sindrome è ereditata dalla madre, che può essere portatrice della mutazione sul cromosoma X
  • mutazioni spontanee: in alcuni casi, le mutazioni del gene AR possono verificarsi spontaneamente durante lo sviluppo embrionale, senza precedenti familiari.

Come si diagnostica?

La diagnosi della sindrome di Morris richiede un processo approfondito che coinvolge diverse analisi cliniche, genetiche e ormonali. Spesso, il sospetto di questa condizione emerge alla nascita, in presenza di genitali ambigui, oppure durante l’adolescenza, quando si notano anomalie nello sviluppo sessuale.

Il primo passo è un’attenta valutazione clinica, che include l’osservazione dei genitali esterni e la raccolta dell’anamnesi familiare, poiché la sindrome di Morris è legata a mutazioni genetiche trasmesse tramite il cromosoma X. A seguire, vengono eseguite analisi ormonali per misurare i livelli di androgeni, come il testosterone, che nella sindrome possono risultare normali o elevati, ma inefficaci a causa dell’insensibilità agli ormoni.

Vengono, inoltre, misurati i livelli di androgeni (testosterone e suoi derivati) nel sangue. Nella sindrome di Morris, i livelli possono essere normali o elevati, ma senza l’effetto biologico previsto.

Altri esami includono i livelli di gonadotropine (LH e FSH) per valutare la funzione delle gonadi. Un elemento cruciale nella diagnosi è l’analisi del cariotipo, che conferma la presenza di cromosomi sessuali XY. Esami genetici più specifici possono identificare mutazioni nel gene AR, responsabile della sensibilità agli androgeni. 

Per completare il quadro, vengono utilizzati strumenti di imaging, come ecografie pelviche o risonanze magnetiche, per verificare la presenza o l’assenza di strutture interne, come l’utero, e per localizzare le gonadi ritenute nell’addome o nell’inguine. La diagnosi può avvenire anche durante l’infanzia, in presenza di anomalie come la mancata discesa dei testicoli. La tempestività della diagnosi è fondamentale per prevenire complicazioni e pianificare le terapie adeguate.

Come si cura la sindrome di Morris?

Non esiste una cura definitiva per la sindrome di Morris, ma il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sul supporto psicologico e medico. L’approccio terapeutico varia a seconda che la sindrome sia nella forma completa o parziale e viene personalizzato in base alle esigenze individuali. Uno degli interventi principali è la rimozione delle gonadi interne, come i testicoli non discesi.

Questi tessuti, infatti, se lasciati in sede, presentano un rischio elevato di trasformazione tumorale con l’avanzare dell’età. Questo intervento viene solitamente programmato dopo la pubertà per consentire il corretto sviluppo dei caratteri sessuali secondari, che nella sindrome completa tendono a essere femminili. Dopo la rimozione delle gonadi, si ricorre alla terapia ormonale sostitutiva.

Nelle persone con sindrome completa che si identificano come donne, questa consiste nella somministrazione di estrogeni per mantenere la salute ossea e supportare lo sviluppo fisico e psicologico femminile. Per i casi di sindrome parziale, la terapia ormonale viene adattata per sostenere l’identità di genere dell’individuo. La chirurgia plastica o ricostruttiva può essere un’opzione nei casi in cui sia necessario intervenire sui genitali per conformarli all’identità di genere o migliorare la funzionalità.

Tuttavia, questi interventi vengono eseguiti solo su richiesta e con il consenso informato della persona interessata. Il supporto psicologico gioca un ruolo fondamentale nel trattamento della sindrome di Morris. È essenziale fornire consulenza per affrontare l’impatto emotivo e sociale della condizione, favorendo l’accettazione personale e il benessere psicologico.

Questo supporto è particolarmente importante durante l’adolescenza e l’età adulta. La gestione della sindrome di Morris richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo endocrinologi, chirurghi, psicologi e genetisti. L’obiettivo è garantire che ogni persona riceva cure personalizzate e rispettose della propria identità, promuovendo la salute fisica e il benessere mentale.