Il narcisismo è un disturbo della personalità che spinge il soggetto a concepirsi come un individuo grandioso.
Si specifica in un eccessivo senso di grandiosità, un bisogno costante di ammirazione e una carenza di empatia nei confronti degli altri. Le persone che soffrono di questo disturbo tendono a credere di essere superiori agli altri, e cercano continuamente attenzione e approvazione per alimentare la propria autostima, comunque fragile.
Anche se cercano di proiettare un’immagine di sé esageratamente positiva, spesso i narcisisti patologici nascondono insicurezze profonde e una vulnerabilità emotiva che li rende particolarmente sensibili alle critiche. L’articolo esprime le caratteristiche principali del disturbo narcisistico di personalità, ne indaga le sue cause e i sintomi e indica possibili modalità di trattamento.
Il disturbo narcisistico di personalità porta chi ne soffre a mettere al centro della propria esistenza esclusivamente i propri bisogni. Ad approfondire questo disturbo la dottoressa Monica Scirica, psicologa e psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale, di Santagostino Psiche.


Che cos’è il narcisismo in psicologia?
Il narcisismo, in psicologia, è il tratto della personalità di un individuo equilibrato, con un positivo senso del sé, che conosce i propri bisogni ed è volenteroso nel raggiungere i propri scopi, senza alcun danno ad altri.
Questa forma di amor proprio è sana e funzionale. Esiste tuttavia una seconda accezione di narcisismo, un’accezione patologica. In questo caso si parla di disturbo narcisistico di personalità, che si manifesta con un’elevata considerazione di sé, un bisogno costante di ammirazione, ai limiti dell’esibizionismo, e una difficoltà a riconoscere e comprendere i sentimenti degli altri.
Le persone con tratti narcisistici tendono a concentrarsi esclusivamente sui propri successi, spesso esagerandoli, e a pretendere un’attenzione continua da parte degli altri. Sono di solito prese da fantasie di potere, successo e perfezione. Dietro questa facciata di grandiosità si nasconde spesso una fragile autostima, che le rende vulnerabili alla critica e al fallimento. Di fronte a insuccessi o critiche, queste persone possono reagire con rabbia estrema, risentimento o depressione.
Il narcisismo patologico si sviluppa nell’infanzia, spesso in risposta a dinamiche familiari che determinano un’eccessiva pressione a eccellere o, al contrario, si caratterizzano per la totale assenza di sostegno emotivo. Si tratta di situazioni all’origine della cosiddetta ferita narcisistica, che porta il bambino a costruire un’immagine di sé idealizzata, per difendersi da sentimenti di insicurezza e vergogna.
Qual è l’origine di questo termine?
La parola narcisismo proviene dal mito di Narciso e della sua bellezza.
Narciso era un giovane che rifiutò l’amore di Eco, una ninfa. Come punizione da parte di Nemesi, dea della vendetta e della giustizia, Narciso si innamorò di sé stesso, ammirando il suo riflesso in uno specchio d’acqua. La leggenda si è tramandata attraverso numerose versioni. In tutte, però, la scoperta della propria bellezza porta alla morte del giovane e dell’amata Eco.
Il termine narcisismo fu introdotto nel 1899 da Paul Näcke in uno studio sulle perversioni sessuali. Successivamente, nel 1911, Otto Rank pubblicò il primo documento psicoanalitico dedicato al narcisismo, associandolo alla vanità e all’autoammirazione. Nel 1914, Sigmund Freud approfondì ulteriormente il concetto con il saggio Introduzione al narcisismo, un’opera interamente incentrata su questo tratto della personalità e sul suo significato psicologico.
Il narcisismo sano
Il concetto di narcisismo sano è stato coniato da Paul Federn, psicoanalista austriaco, e sviluppato più nel dettaglio da Otto Kenberg e Heinz Kohut, anche loro psicoanalisti austriaci ma naturalizzati USA, durante gli anni ‘70
Il narcisismo sano viene distinto dalla forma patologica, secondo Kohut, perché più funzionale e fondamentale per lo sviluppo di sé e del proprio benessere psicologico. Corrisponde alla capacità di una persona di avere un senso di sé positivo e equilibrato, di riconoscere e soddisfare i propri bisogni emotivi e di raggiungere obiettivi personali senza danneggiare gli altri.
Si parla quindi di sana autostima, che permette alla persona di sentirsi meritevole di affetto, successo e rispetto, senza diventare ossessionata dalla ricerca costante di ammirazione o dall’esigenza di dominare gli altri. Il narcisismo sano favorisce il benessere individuale e di relazione, dal momento che si basa su una visione realistica e di accettazione di sé e degli altri.
Narcisismo overt e covert
Ci sono due tipologie di comportamento estremamente polarizzate tra loro:
- narcisista overt, contraddistinto da un atteggiamento dominante, arrogante e con elevata autostima. Dimostra disprezzo e superiorità, non sembra provare emozioni e raramente si assume la responsabilità di quanto compie. Non accetta le critiche ed è alla ricerca di trattamenti di favore per ottenere quanto desidera. Nutre fantasie di illimitato successo
- narcisista covert è invece vulnerabile rispetto alle critiche. Dotato di scarsa autostima prova spavento all’idea del confronto. È preda dell’ansia ed è vittima della ruminazione. Il senso di inferiorità lo porta a essere evitante nei confronti delle relazioni.
Chi è la persona narcisista?
Questo quadro patologico di personalità è collocato all’interno dei disturbi del cluster B caratterizzati da comportamenti drammatici ed esasperati e una bassa regolazione emotiva. La persona è bisognosa di ammirazione e incapace di empatia, ovvero di riconoscere gli stati d’animo e i bisogni altrui. Tende a sfruttare il prossimo per raggiungere i propri scopi, a disprezzare il valore dell’operato altrui.
Apparentemente dotati di una solida autostima, nei fatti i narcisisti sono persone profondamente fragili e capaci di esprimere rabbia e aggressività in modalità intense.
Una manifestazione estrema del disturbo di personalità narcisistica è il narcisismo maligno, che associa a una grandiosa percezione di sé e a una convinzione di onnipotenza un piacere sadico nell’instillare paura o nell’infliggere sofferenza negli altri.
Il narcisismo è ricompreso nella triade oscura insieme a psicopatia e machiavellismo. Questi tratti del comportamento sono visti come indicativi di possibile sviluppo di una psicopatologia e di comportamenti di tipo antisociale.
Come si comporta una persona narcisista?
Una persona narcisista si comporta in modo tale da mettere sé stessa al centro dell’attenzione, manifestando un forte bisogno di ammirazione e riconoscimento. Questo comportamento è spesso accompagnato da un senso di superiorità, che porta il narcisista a credere di essere unico e meritevole di un trattamento speciale. In ambito sociale, il narcisista tende a monopolizzare le conversazioni, esagerare i propri successi e minimizzare i contributi degli altri, cercando costantemente di alimentare la propria immagine grandiosa.
Nel contesto relazionale, una persona narcisista può mostrare poca empatia verso i bisogni e i sentimenti altrui, concentrandosi maggiormente su ciò che può ottenere dagli altri per rafforzare la propria autostima. Può apparire manipolativa, sfruttando gli altri per i propri scopi, oppure svalutare chi non soddisfa le sue aspettative, oscillando tra idealizzazione e disprezzo.
Dietro questa facciata di sicurezza si nasconde spesso una fragile autostima. Una critica, anche minima, può scatenare rabbia intensa o un atteggiamento difensivo. In casi estremi, il narcisista può reagire con isolamento o depressione se non riesce a sostenere l’immagine idealizzata di sé.
Quali sintomi manifesta la persona narcisista?
In questo caso, il termine “sintomi” indica un insieme di idee di sé, pensieri e azioni che contraddistinguono la persona che soffre di disturbo narcisistico di personalità.
Sintomo | Descrizione |
---|---|
Senso di superiorità | La persona si percepisce come unica o speciale, credendo di meritare un trattamento preferenziale e aspettandosi di essere trattata con una considerazione eccezionale, senza giustificazione reale. |
Ricerca costante di ammirazione | Ha bisogno di essere lodata e apprezzata continuamente, e può sentirsi vuota o irritata se non riceve la considerazione che desidera. |
Mancanza di empatia | Ha difficoltà a riconoscere o comprendere i sentimenti e i bisogni degli altri, spesso ignorando o svalutando le emozioni altrui. |
Sfruttamento delle relazioni | Tende a utilizzare le persone per ottenere vantaggi, senza preoccuparsi dei loro sentimenti o del benessere altrui. |
Reazioni eccessive alle critiche | Reagisce con rabbia o umiliazione a qualsiasi forma di critica, anche se costruttiva, poiché minaccia la sua immagine ideale. |
Idee grandiose e fantasie di successo | Ha fantasie di potere, successo illimitato o di essere ammirato da tutti, e si aspetta che gli altri condividano queste visioni idealizzate di lui. |
In che modo manipola il narcisista?
In generale il modus operandi dei narcisisti è quello di ricorrere all’uso frequente di negazioni, false dichiarazioni, bugie e contraddizioni per intrappolare lentamente la vittima in questa realtà distorta e mantenere il controllo su di lei.
Nelle relazioni non tollerano i confini: non amano che gli si dica cosa fare. Considerano questo controllo intollerabile.
Diagnosi del disturbo narcisistico di personalità
Si ha diagnosi di disturbo narcisistico di personalità, secondo il DSM-V, se nel soggetto sono presenti almeno 5 dei seguenti sintomi, o caratteristiche:
- grandioso senso di sé
- fantasie di successo illimitato, gloria, potere, amore ideale
- considerazione di sé come persona unica e speciale, che può essere capita esclusivamente da altri individui speciali o con status importante
- aspettativa continua di trattamenti speciali
- tendenza ad utilizzare gli altri per ottenere quanto desiderato
- mancanza di empatia
- arroganza e invidia nei confronti delle altre persone
In un contesto di diagnosi differenziale, il disturbo narcisistico di personalità va tenuto distinto dai disturbi:
- bipolare, dal momento che un soggetto che soffre di disturbo narcisistico può presentare depressione, anche se il bisogno elevarsi sopra le altre persone è il tratto distintivo e pone una distinzione rispetto a chi soffre di disturbo bipolare
- antisociale di personalità, che porta all’uso degli altri per primeggiare, ma solo in senso materiale, laddove chi soffre di disturbo narcisistico è alla ricerca di un guadagno, per così dire, relativo all’autostima
- istrionico di personalità, contraddistinto dalla ricerca di attenzione, presente anche in chi è affetto da narcisismo.
Comorbidità del narcisismo
Insieme al narcisismo può essere diagnosticata la compresenza di un ulteriore disturbo mentale. Tra i principali disturbi possiamo indicare:
- il disturbo depressivo, maggiore o persistente
- l’anoressia nervosa
- l’abuso di sostanze
- il disturbo borderline.
Cause del narcisismo patologico
Spesso il narcisismo patologico è il risultato di una combinazione di fattori biologici e sociali, che concorrono nello sviluppo di una persona. Non si esclude una possibile componente ereditaria.
C’è concordanza tra i ricercatori sul ruolo giocato da parte dei genitori. Sono tre le ipotesi in campo:
- genitori che fermamente credono nella superiorità del figlio/a e che premiano gli aspetti che rinsaldano una immagine grandiosa del sé
- un contesto familiare disfunzionale, che porta il figlio/a a pensare di poter vivere facendo esclusivo affidamento su di sé. I genitori non sono capaci di prendersi cura e di dare la giusta attenzione ai reali bisogni del piccolo
- un ambiente familiare estremamente permissivo e indulgente che innesca nel bambino un senso di superiorità o, al contrario, un approccio di cura iperprotettivo che influisce sulla fiducia che il bambino può avere di sé.
Una ulteriore ipotesi vede il piccolo subire umiliazioni e offese da parte dei coetanei.
Quali sono i punti deboli di un narcisista?
Dietro la superiorità, l’unicità e la grandiosità, i narcisisti hanno sentimenti di inferiorità, vulnerabilità, fragilità e paura di confrontarsi. Presentano solitamente una debole autostima che li rende vulnerabili a quelle che percepiscono come critiche. Credono di essere invidiati e dimostrano ipersensibilità alle critiche, alle sconfitte o ai fallimenti.
Davanti all’incapacità di soddisfare l’alta opinione di sé, si accendono di rabbia, o hanno attacchi di panico. Possono cadere in uno stato di depressione profonda o azzardare autolesionismo.
Il soggetto narcisista sviluppa una vera e propria fissazione per l’immagine che rimanda agli altri. Presta spasmodica attenzione ai feedback da parte delle persone con cui ha relazioni.
Come si comporta un narcisista in amore?
Nella fase iniziale di una relazione l’uomo narcisista si presenta come un innamorato appassionato e premuroso, avvolgendo la partner in un’atmosfera magica di dolcezza e attenzioni. Tuttavia questa passionalità è spesso solo una maschera per nascondere il suo vero sé.
Per il narcisista, infatti, l’amore è un mezzo per ottenere gratificazione personale. In un rapporto sentimentale, il narciso si concentra solo sui propri bisogni e desideri, cercando di soddisfare il suo ego e alimentare la propria autostima. È abile nel manipolare il partner, soprattutto se quest’ultimo dipende dalle attenzioni altrui.
La persona narcisista è incapace di provare empatia o compassione per la persona che ha accanto. La sua principale preoccupazione è la propria soddisfazione personale. Il partner è lasciato a sé, confuso e frustrato dalla mancanza di attenzione e sostegno emotivo, e spinto in molti casi, per mantenere la relazione, a adattarsi alle richieste del narcisista, sacrificando i propri bisogni e desideri.


Come può essere trattato il disturbo narcisistico di personalità?
Il trattamento del disturbo narcisistico di personalità risulta complesso, in quanto il paziente non è solitamente consapevole della propria problematica e dell’effetto che questa provoca sulle altre persone. Il disturbo può essere gestito con due approcci:
- l’approccio farmacologico viene adottato per la cura degli stati di ansia e ipocondria, oppure depressione o, ancora, impotenza rabbiosa. Si tratta di farmaci quali stabilizzatori dell’umore, anticonvulsivi, e gli ssri (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina). Sempre sotto prescrizione e stretta osservazione da parte del professionista
- l’approccio psicoterapeutico, in particolare la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia metacognitiva interpersonale e il trattamento basato sulla mentalizzazione, può aiutare il paziente a riflettere e interpretare il proprio comportamento in relazione a stati mentali specifici.
Modificare una struttura di personalità è una sfida estremamente complessa. Coinvolgere il nucleo familiare nelle sedute di psicoterapia può risultare un valido supporto.
(26 Dicembre 2024)