- Che cosa sono i calcioantagonisti
- A cosa servono i calcioantagonisti
- Quali sono i principali farmaci calcioantagonisti
- Diidropiridinici (azione vasodilatatrice prevalente)
- Non diidropiridinici (azione su cuore e vasi)
- Calcioantagonisti di terza generazione
- Effetti collaterali dei calcioantagonisti
- Effetti collaterali comuni
- Effetti collaterali meno comuni
- Perché i calcio-antagonisti fanno gonfiare le caviglie?
- Interazioni farmacologiche dei calcioantagonisti
- Controindicazioni dei calcioantagonisti
- Quando sospendere i calcioantagonisti
- Calcioantagonisti vs ACE-inibitori e sartani: quali differenze?
- Considerazioni terapeutiche
- Conclusioni
I calcioantagonisti, noti anche come farmaci calcioantagonisti, sono una classe di medicinali impiegati principalmente nel trattamento dell’ipertensione arteriosa, dell’angina pectoris e di alcuni tipi di aritmie. Agiscono bloccando i canali del calcio nelle cellule muscolari lisce dei vasi sanguigni e del cuore, determinando una vasodilatazione e una riduzione della pressione arteriosa.
Ma quali sono i principali calcioantagonisti in commercio? E quali effetti collaterali possono comportare? Approfondiamo tutto in questo articolo.
Che cosa sono i calcioantagonisti
↑ topI farmaci calcioantagonisti inibiscono l’ingresso del calcio nelle cellule muscolari lisce, impedendo la contrazione e facilitando il rilassamento delle pareti vascolari. Questo porta a una riduzione della pressione arteriosa, del carico di lavoro del cuore e della frequenza degli attacchi di angina.
Si dividono in due categorie principali:
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Diidropiridinici (DHP): agiscono soprattutto sui vasi periferici (es. amlodipina, nifedipina).
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Non diidropiridinici: influenzano anche il nodo senoatriale e atrioventricolare (es. verapamil e diltiazem), con effetto diretto sulla frequenza cardiaca.
A cosa servono i calcioantagonisti
↑ topI calcioantagonisti sono utilizzati in diverse condizioni cardiovascolari:
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Ipertensione arteriosa: grazie alla loro azione vasodilatatrice, riducono la resistenza vascolare sistemica.
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Angina pectoris: diminuiscono la richiesta di ossigeno da parte del cuore, prevenendo il dolore toracico.
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Aritmie sopraventricolari: soprattutto verapamil e diltiazem sono indicati in caso di tachicardia o fibrillazione atriale.
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Malattia di Raynaud: favoriscono la dilatazione dei piccoli vasi periferici.
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Profilassi dell’emicrania: in alcuni casi, soprattutto con verapamil.
Quali sono i principali farmaci calcioantagonisti
↑ topEcco un elenco dei calcioantagonisti più comuni suddivisi per sottocategoria:
Diidropiridinici (azione vasodilatatrice prevalente)
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Amlodipina
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Nifedipina
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Felodipina
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Lercanidipina
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Nicardipina
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Isradipina
Non diidropiridinici (azione su cuore e vasi)
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Verapamil
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Diltiazem
Calcioantagonisti di terza generazione
↑ topQuesti farmaci presentano una maggiore selettività vascolare e una più lunga durata d’azione, spesso con minori effetti collaterali:
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Barnidipina
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Lacidipina
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Manidipina
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Cilnidipina
Effetti collaterali dei calcioantagonisti
↑ topCome ogni classe farmacologica, anche i calcioantagonisti possono provocare effetti indesiderati. Tra i più frequenti troviamo:
Effetti collaterali comuni
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Edema periferico (soprattutto a livello di caviglie e piedi, più comune con i diidropiridinici)
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Rossore al volto (flushing)
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Capogiri o ipotensione posturale
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Stitichezza (più comune con verapamil)
Effetti collaterali meno comuni
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Bradicardia (rallentamento del battito cardiaco)
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Alterazioni della conduzione atrioventricolare
Perché i calcio-antagonisti fanno gonfiare le caviglie?
↑ topL’edema alle caviglie è causato dalla vasodilatazione arteriosa non accompagnata da una pari dilatazione venosa, che provoca un ristagno di liquidi nei capillari periferici. È un effetto dose-dipendente e più frequente con i DHP come l’amlodipina.
Interazioni farmacologiche dei calcioantagonisti
↑ topI calcioantagonisti possono interagire con numerosi farmaci. Alcune di queste interazioni possono aumentare il rischio di effetti collaterali o compromettere l’efficacia del trattamento. Le più rilevanti includono:
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Beta-bloccanti (es. bisoprololo): possono potenziare l’effetto bradicardizzante dei non diidropiridinici, come verapamil e diltiazem.
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Digossina: l’associazione con verapamil o diltiazem può aumentare i livelli plasmatici di digossina.
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Antiaritmici (es. amiodarone): rischio di blocco AV e bradicardia.
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Inibitori del CYP3A4 (es. ketoconazolo, eritromicina): possono aumentare i livelli plasmatici di alcuni calcioantagonisti (amlodipina, nifedipina).
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Succo di pompelmo: interferisce con il metabolismo di alcuni diidropiridinici, aumentando il rischio di effetti collaterali.
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Statine (es. simvastatina): l’associazione con verapamil o diltiazem richiede un attento monitoraggio o aggiustamento del dosaggio.
Controindicazioni dei calcioantagonisti
↑ topL’uso dei calcioantagonisti è controindicato in alcune situazioni cliniche specifiche. Tra le principali:
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Bradicardia marcata
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Blocco atrioventricolare di secondo o terzo grado (senza pacemaker)
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Scompenso cardiaco grave non controllato
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Ipotensione severa
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Gravidanza e allattamento: se non strettamente indicati dal medico
Va prestata particolare cautela nei pazienti anziani o con insufficienza epatica, in cui l’emivita del farmaco può essere prolungata.
Quando sospendere i calcioantagonisti
↑ topLa sospensione dei farmaci calcioantagonisti va sempre valutata insieme al medico curante. Non è consigliato interrompere bruscamente la terapia, soprattutto in caso di:
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Ipertensione cronica
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Angina stabile
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Aritmie controllate dal farmaco
In caso di effetti collaterali persistenti (come edema importante, ipotensione o bradicardia), il medico può decidere di ridurre il dosaggio, sostituire la molecola con un altro calcioantagonista o cambiare completamente classe terapeutica.
Calcioantagonisti vs ACE-inibitori e sartani: quali differenze?
↑ topMolto spesso, i calcioantagonisti vengono confrontati con gli ACE-inibitori e i sartani, in quanto tutte e tre le classi sono utilizzate per trattare l’ipertensione arteriosa e altre patologie cardiovascolari. Vediamo le differenze principali:
Classe | Meccanismo d’azione | Uso principale | Effetti collaterali tipici |
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ACE-inibitori | Inibiscono l’enzima di conversione dell’angiotensina | Ipertensione, insufficienza cardiaca | Tosse secca, iperkaliemia |
Sartani (ARB) | Bloccano il recettore dell’angiotensina II | Ipertensione, protezione renale | Minore rischio di tosse |
Calcioantagonisti | Bloccano i canali del calcio nei vasi o nel cuore | Ipertensione, angina, aritmie | Edema periferico, arrossamento, cefalea |
Calcioantagonisti e ACE-inibitori sono spesso combinati nei trattamenti antipertensivi per potenziarne l’efficacia e bilanciare gli effetti collaterali.
Considerazioni terapeutiche
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I calcioantagonisti sono spesso farmaci di prima linea nel trattamento dell’ipertensione, soprattutto negli anziani e nei pazienti per cui gli ACE-inibitori risultano meno efficaci.
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Nei pazienti con angina vasospastica o Raynaud, i DHP come la nifedipina offrono un rapido sollievo sintomatico.
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Verapamil e diltiazem sono preferiti in caso di tachiaritmie o quando è necessario un controllo della frequenza cardiaca, ma vanno evitati nei pazienti con insufficienza cardiaca.
Conclusioni
↑ topI farmaci calcioantagonisti rappresentano un cardine nella terapia cardiovascolare, grazie alla loro efficacia nella riduzione della pressione arteriosa, nel trattamento dell’angina e nella gestione di specifiche aritmie. Tuttavia, la scelta del principio attivo, la valutazione delle controindicazioni e la gestione delle interazioni farmacologiche devono sempre essere affidate a un professionista sanitario.
Una sospensione improvvisa è sconsigliata: è fondamentale monitorare con attenzione gli effetti nel tempo e personalizzare la terapia in base al profilo del paziente.