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Pubblicato inSalute

Troppi integratori fanno male al fegato?

Gli integratori sono diventati molto popolari negli ultimi anni anche a causa di miti in tema di alimentazione che ne hanno favorito la diffusione. In generale le persone sane non necessitano di integrazione, anche se non sempre è così.

Integratori fegato

Negli ultimi anni, per vari motivi, che vanno dal desiderio irrealistico di perdere peso in fretta e senza sforzi, alla convinzione che l’integrazione alimentare sia una sorta di protezione contro ogni male, si è diffusa anche in Italia la moda di supplire a mancanze alimentari con l’uso degli integratori.

Con essi si sono diffuse anche alcune paure e timori, come per esempio quella che gli integratori fanno male al fegato o altro.

Come per molte cose, a maggior ragione quando si parla di salute, ci sono diverse considerazioni da fare in merito sia alla necessità sia agli effetti collaterali degli integratori alimentari.

Per fare chiarezza su tutto quanto abbiamo intervistato la Dott.ssa Francesca Michelacci, biologa nutrizionista, specialista in Scienza dell’alimentazione, che lavora al Centro Medico Santagostino nella sede di Bologna.

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Cosa si intende per integratori?

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La parola integratori indica delle fonti concentrate di nutrienti (cioè minerali e vitamine) o di altre sostanze con effetto nutrizionale o fisiologico, solitamente utilizzate per colmare delle carenze. Possono contenere un’ampia varietà di sostanze nutritive, tra cui vitamine, minerali, amminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre e varie piante ed estratti di erbe.

Gli integratori alimentari possono essere distinti in tre macro categorie in base al tipo di elemento che integrano:

  • integratori di macronutrienti, come le proteine in polvere o gli omega 3
  • integratori di vitamine
  • integratori di sali minerali.

Gli ultimi due sono spesso riuniti in un unico prodotto. Vista la crescente diffusione dell’uso, il ministero della Salute ha pubblicato un decalogo ad uso di specialisti e consumatori, il cui scopo è quello di informare sul loro corretto uso e soprattutto di ricordare alla popolazione che gli integratori sono un prodotto della chimica farmacologica, ma non sono farmaci. In altre parole non servono a curare, ma ad integrare, appunto, anche se sembra banale dirlo.

Quando ha senso integrare l’alimentazione?

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In generale, una persona sana, con uno stile di vita equilibrato, che faccia attività fisica regolare e si nutra in forma bilanciata, cioè introducendo tutti i nutrienti nelle proporzioni e quantità giuste e commisurate alle proprie necessità, prediligendo cibi freschi e non processati, non ha bisogno di alcuna integrazione.

Va detto, tuttavia, che negli ultimi anni si sta diffondendo a livello dei professionisti la convinzione che ciò non sia del tutto vero, in quanto la nostra alimentazione, anche nel caso fosse corretta dal punto di vista nutrizionale, non sarebbe più in grado di fornire le adeguate quantità di minerali e vitamine, a causa di un progressivo impoverimento del suolo agricolo, che si tradurrebbe in un inferiore apporto nutrizionale degli alimenti che mangiamo.

Detto questo, ci sono casi in cui l’integrazione ha senso ed è anzi necessaria.

L’integrazione può essere necessaria nei seguenti casi:

  • regime alimentare vegano, che essendo privo di prodotti di origine animale, è per definizione privo di vitamina B12. Ai vegani possono mancare o risultare insufficienti anche la vitamina B9 e il ferro, gli omega 3, lo zinco il selenio e la vitamina D
  • donne in stato di gravidanza, che possono necessitare  di vitamina B9, anche detta acido folico
  • persone affette da anemia o morbo di Crohn, che necessitano sia di B12 sia di ferro
  • persone che soffrono di ipertensione, che dovranno integrare potassio e omega 3
  • persone affette da dislipidemia, che invece necessitano di acidi grassi
  • in caso di disturbi alimentari, dove evidentemente possono insorgere carenze a seguito della malnutrizione

I casi elencati sopra sono solo per fare degli esempi, non sono esaustivi, e prima di prendere qualsiasi integratore, si raccomanda di rivolgersi al proprio medico curante o ad uno specialista.

Quali sono gli effetti indesiderati degli integratori?

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In generale l’integrazione alimentare non comporta particolari problemi; si tratta di prodotti che sottostanno a regole di produzione e commercializzazione molto rigide e i controlli in Italia ed Europa garantiscono che queste regole siano osservate. Pertanto il consumatore può tendenzialmente stare tranquillo.

Ci sono però casi specifici in cui l’integrazione può causare problemi, in caso di sovradosaggio o in caso di intolleranza o allergia alimentare scatenata da qualche principio o ingrediente.

La cosa non cambia, anzi può risultare più pericolosa, con i cosiddetti integratori naturali o con estratti di origine vegetale, il cui abuso incontrollato è stato collegato negli Stati Uniti ad un incremento dei trapianti di fegato.

In generale, però, per avere danni di questo tipo è necessaria un’assunzione smodata per periodi piuttosto prolungati, unita ad altri eccessi alimentari che favoriscano danni al fegato e all’apparato digerente.

Gli effetti indesiderati, quando si presentano, dipendono da vari fattori:

  • lo stato di salute del paziente e il suo stile di vita
  • il tipo di integratore preso e la sua qualità
  • le quantità e la frequenza dell’assunzione.

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Chi non deve prendere integratori alimentari?

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Come detto, gli integratori sono in linea di massima sicuri. Questo vale per una persona sana, che non soffra di patologie o allergie specifiche.

Ci sono dei casi però in cui l’integrazione va o sospesa o evitata, per evitare danni.

Si sconsiglia di solito l’uso di integratori, a parte quelli necessari per motivi medici o quelli appositamente formulati per garantire un adeguato apporto di determinati micronutrienti durante questi specifici periodi, alle donne in stato di gravidanza o che stiano allattando al seno i neonati.

Andrebbe evitato l’uso di integratori, senza una supervisione medica, anche da parte di pazienti che soffrono di patologie intestinali, renali o cardiache.

Vale la pena ripetere che, a parte casi specifici, le persone sane non hanno alcuna necessità di integratori, se seguono un’alimentazione corretta e adottano uno stile di vita equilibrato.

Per avere tutti gli elementi nutritivi di cui abbiamo bisogno e prima di assumere integratori in modo incontrollato, assicurarsi di:

  • mangiare in modo da assumere aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibre, carboidrati e micronutrienti  in modo adeguato
  • non fumare o eccedere con l’uso di alcolici o avere altre abitudini che possano ridurre l’apporto nutrizionale del cibo introdotto
  • consumare cibo sano, preferire prodotti freschi a quelli confezionati, avere un’alimentazione varia e bilanciata
  • esporsi al sole anche in autunno ed inverno per aiutare il corpo a sintetizzare la vitamina D (anche le giornate con cielo coperto servono)
  • fare attività fisica regolare
  • bere almeno due litri di acqua al giorno

In caso di problemi o carenze conclamate, nonostante quanto detto sopra, allora si consiglia di rivolgersi al medico o a un professionista della salute per un consulto.