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Pubblicato inPrincipi attivi e farmaci

Ticlopidina: a cosa serve, meccanismo d’azione, dosaggi ed effetti collaterali

La ticlopidina è un antiaggregante piastrinico usato per prevenire trombosi ed eventi cardiovascolari. Scopri come funziona, quando si usa e possibili effetti collaterali

ticlopidina

La Ticlopidina è un farmaco appartenente alla classe degli antiaggreganti piastrinici, utilizzato nella prevenzione di eventi trombotici gravi come ictus ischemici, infarti miocardici o trombosi in pazienti con stent coronarici.

Sebbene oggi sia meno utilizzata rispetto ad altri farmaci come il clopidogrel, mantiene un ruolo importante in specifici contesti clinici.

Che cos’è la Ticlopidina

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La ticlopidina è un derivato tienopiridinico che, una volta assunta per via orale, viene metabolizzata nel fegato in composti attivi.

È in grado di inibire in modo irreversibile l’aggregazione piastrinica, riducendo quindi il rischio di formazione di trombi (coaguli di sangue). La sua azione è utile per prevenire complicanze cardiovascolari, soprattutto nei soggetti a rischio.

Meccanismo d’azione

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Il meccanismo d’azione della ticlopidina consiste nell’inibizione del recettore piastrinico P2Y12 per l’adenosina difosfato (ADP). Questo recettore è fondamentale nel processo di attivazione e aggregazione delle piastrine.

Bloccando questo recettore, la ticlopidina impedisce il legame dell’ADP, interrompendo la cascata di attivazione piastrinica. Di conseguenza, le piastrine non si aggregano e non formano trombi, riducendo così il rischio di occlusione vascolare.

A differenza di altri antiaggreganti (come l’aspirina, che agisce sulla via della trombossano A2), la ticlopidina agisce su un bersaglio diverso, offrendo una protezione sinergica quando combinata con altri farmaci, se indicato.

A cosa serve la Ticlopidina

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La ticlopidina è indicata per la prevenzione a lungo termine di eventi trombotici. Le principali indicazioni terapeutiche includono:

  • Prevenzione dell’ictus ischemico in pazienti con TIA (attacchi ischemici transitori) o storia di ictus.

  • Prevenzione della trombosi dello stent coronarico dopo angioplastica, specialmente nei primi mesi dopo l’impianto.

  • Pazienti intolleranti all’aspirina, per i quali la ticlopidina rappresenta un’alternativa efficace.

  • In associazione con altri antiaggreganti in doppia terapia antiaggregante (DAPT), secondo valutazione del rischio trombotico ed emorragico.

Nota clinica: a causa del profilo di effetti collaterali, la ticlopidina viene oggi prescritta con più cautela rispetto ad altri farmaci come il clopidogrel, che ha un miglior profilo di tollerabilità.

Dosaggi e modalità di assunzione

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La ticlopidina viene somministrata per via orale, generalmente in forma di compresse da 250 mg.

Dosaggio standard

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  • 500 mg al giorno, suddivisi in due somministrazioni da 250 mg, una ogni 12 ore, preferibilmente dopo i pasti per migliorare la tolleranza gastrica.

La durata del trattamento dipende dalla condizione clinica da trattare e deve essere decisa dallo specialista. In caso di stent coronarico, la ticlopidina viene solitamente prescritta per alcune settimane o mesi in associazione con l’aspirina.

Effetti collaterali della Ticlopidina

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Sebbene efficace, la ticlopidina è nota per un profilo di tollerabilità meno favorevole rispetto ad altri antiaggreganti. Gli effetti collaterali possono essere:

Effetti collaterali comuni

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Effetti collaterali gravi (meno comuni ma clinicamente rilevanti)

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Attenzione: i sintomi come febbre persistente, mal di gola, lividi insoliti o sanguinamenti vanno sempre riferiti immediatamente al medico.

Controindicazioni della Ticlopidina

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L’impiego della ticlopidina deve essere evitato in alcune condizioni cliniche specifiche, per il rischio elevato di effetti collaterali gravi.

Controindicazioni assolute

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  • Allergia nota alla ticlopidina o ad altri tienopiridinici

  • Disturbi della coagulazione o diatesi emorragiche

  • Leucopenia o neutropenia in anamnesi

  • Ulcera peptica attiva

  • Sanguinamenti intracranici recenti

  • Insufficienza epatica grave

Controindicazioni relative

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  • Pazienti anziani molto fragili

  • Terapie concomitanti con anticoagulanti orali

  • Chirurgia programmata (è necessaria sospensione con anticipo)

Interazioni farmacologiche

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La ticlopidina può interagire con diversi farmaci, alterandone l’efficacia o aumentando il rischio di eventi avversi. Ecco i principali:

Farmaci con rischio aumentato di sanguinamento

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  • Aspirina (ASA): l’associazione è indicata solo quando prescritta (es. doppia terapia antiaggregante), ma aumenta il rischio emorragico.

  • Anticoagulanti orali diretti (DOAC) o warfarin: interazione potenzialmente pericolosa per rischio emorragico.

  • FANS (es. ibuprofene, ketoprofene): aumentano il rischio di lesioni gastrointestinali.

Farmaci metabolizzati dal citocromo P450

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La ticlopidina è un inibitore degli isoenzimi CYP2C19 e CYP3A4, e può quindi:

  • Inibire il metabolismo di farmaci come teofillina, diazepam, propranololo, ciclosporina, con conseguente accumulo plasmatico.

  • Interferire con la conversione di alcuni profarmaci, riducendone l’efficacia (es. clopidogrel).

Ticlopidina e Clopidogrel: che differenza c’è?

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La ticlopidina è stata per anni un punto di riferimento nella prevenzione trombotica, ma è stata progressivamente sostituita dal clopidogrel, che appartiene alla stessa classe farmacologica (tienopiridine).

Le principali differenze

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Caratteristica Ticlopidina Clopidogrel
Attivazione Profarmaco Profarmaco
Onset d’azione Più lento Più rapido
Sicurezza ematologica Meno favorevole (neutropenia) Migliore
Frequenza d’uso In forte calo Farmaco di prima linea
Monitoraggio Obbligatorio nei primi 3 mesi Non richiesto

In sintesi, il clopidogrel ha un profilo di sicurezza più favorevole, specialmente dal punto di vista ematologico, motivo per cui la ticlopidina viene oggi riservata a casi specifici, come l’intolleranza o la non risposta al clopidogrel.

Ticlopidina in gravidanza, allattamento e popolazioni speciali

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Gravidanza

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Non sono disponibili dati sufficienti sull’uso della ticlopidina in gravidanza. Il farmaco non è raccomandato, soprattutto nel primo trimestre, a meno che i benefici per la madre superino chiaramente i potenziali rischi per il feto.

Allattamento

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La ticlopidina viene escreta nel latte materno. L’allattamento deve essere sospeso in caso di trattamento con il farmaco.

Anziani

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Il farmaco può essere prescritto anche negli anziani, ma con attenzione al rischio di neutropenia e interazioni, soprattutto in caso di politerapia.

Quando e come sospendere la Ticlopidina

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Il trattamento con ticlopidina non deve essere sospeso bruscamente, soprattutto in pazienti con stent coronarici recenti, per il rischio di trombosi acuta.

In caso di necessità (intervento chirurgico o effetti avversi), la sospensione va valutata dal medico. In genere è necessario:

  • Sospendere almeno 10 giorni prima di un intervento chirurgico

  • Monitorare la funzione ematologica nelle settimane successive

  • In alcuni casi, sostituire la ticlopidina con un’alternativa come il clopidogrel o un altro antiaggregante

Conclusione

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La ticlopidina è un antiaggregante efficace nel prevenire eventi trombotici, grazie al suo meccanismo di inibizione del recettore piastrinico P2Y12. Tuttavia, a causa dei possibili effetti collaterali gravi (in particolare ematologici), è oggi meno utilizzata rispetto ad alternative più sicure come il clopidogrel.

Rimane una risorsa terapeutica utile, ma richiede:

  • Una valutazione attenta del rischio/beneficio
  • Monitoraggio clinico e laboratoristico
  • Uso riservato a pazienti selezionati, con indicazione specifica