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Pubblicato inPrincipi attivi e farmaci

Valsartan: a cosa serve, proprietà, dosaggi ed effetti collaterali

Il Valsartan è un farmaco antipertensivo appartenente ai sartani. Utile per cuore e reni, ha effetti collaterali e controindicazioni da conoscere prima dell’uso

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Il Valsartan è un farmaco antipertensivo appartenente alla classe degli antagonisti del recettore dell’angiotensina II, comunemente chiamati sartani. Utilizzato per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, dello scompenso cardiaco e della disfunzione ventricolare sinistra dopo un infarto, è considerato una valida alternativa agli ACE-inibitori nei pazienti che non tollerano la tosse secca indotta da questi ultimi.

Conosciuto anche con il nome commerciale Tareg, il Valsartan è disponibile in forma di compresse a vari dosaggi ed è spesso associato ad altri principi attivi, come idroclorotiazide o amlodipina, per potenziarne l’efficacia.

Che cos’è il Valsartan e come agisce

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Il Valsartan è un antagonista selettivo del recettore AT1 dell’angiotensina II, un ormone che agisce restringendo i vasi sanguigni e stimolando il rilascio di aldosterone. Bloccando l’azione dell’angiotensina II, il Valsartan provoca una vasodilatazione e una riduzione della pressione arteriosa, contribuendo a migliorare la funzione cardiaca e a proteggere i reni, soprattutto nei pazienti con diabete o nefropatia.

L’effetto del Valsartan si manifesta generalmente entro 2-4 ore dalla somministrazione e può mantenersi per 24 ore con una sola dose giornaliera.

A cosa serve il Valsartan

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Il Valsartan è indicato nel trattamento delle seguenti condizioni cliniche:

  • Ipertensione arteriosa: riduce la pressione sanguigna, diminuendo il rischio di complicanze cardiovascolari come ictus o infarto.

  • Scompenso cardiaco congestizio: aiuta a migliorare la sopravvivenza e a ridurre le ospedalizzazioni nei pazienti con insufficienza cardiaca.

  • Post-infarto del miocardio: riduce la mortalità nei pazienti stabilizzati dopo un infarto, soprattutto in presenza di disfunzione ventricolare sinistra.

  • Nefropatia diabetica: ha un ruolo protettivo nella progressione del danno renale nei pazienti ipertesi affetti da diabete di tipo 2.

Proprietà farmacologiche

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Oltre all’effetto antipertensivo, il Valsartan presenta alcune proprietà rilevanti in ambito clinico:

  • Cardioprotettivo: rallenta la progressione dello scompenso cardiaco e migliora la funzione ventricolare sinistra.

  • Renoprotettivo: riduce la proteinuria e protegge la funzionalità renale nei pazienti diabetici e nefropatici.

  • Tollerabilità: non induce tosse secca, uno degli effetti collaterali più comuni degli ACE-inibitori, rendendolo una scelta preferenziale in caso di intolleranza.

Dosaggi del Valsartan

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Il dosaggio del Valsartan varia a seconda della patologia trattata e della risposta individuale del paziente. Le formulazioni più comuni sono compresse da 40 mg, 80 mg, 160 mg e 320 mg.

  • Ipertensione: la dose iniziale raccomandata è di 80-160 mg al giorno, eventualmente aumentabile fino a 320 mg.

  • Scompenso cardiaco: si parte da 40 mg due volte al giorno, aumentando progressivamente fino a 160 mg due volte al giorno.

  • Post-infarto miocardico: la dose iniziale è di 20 mg due volte al giorno, da titolare fino a 160 mg due volte al giorno.

In alcuni casi, il Valsartan viene prescritto in combinazione fissa con altri farmaci come:

  • Valsartan + idroclorotiazide: per migliorare il controllo della pressione nei pazienti resistenti alla monoterapia.

  • Valsartan + amlodipina: utile nei pazienti con ipertensione difficile da trattare o comorbidità cardiovascolari.

Differenza tra Valsartan e Tareg

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Tareg è il nome commerciale con cui viene distribuito il principio attivo Valsartan. Non esiste alcuna differenza di composizione chimica tra i due, ma possono variare eccipienti, formato e prezzo tra i farmaci generici e i brand.

L’efficacia e la sicurezza del Valsartan sono equivalenti tra farmaco generico e specialità medicinale, purché il dosaggio sia corretto.

Interazioni farmacologiche del Valsartan

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Il Valsartan può interagire con altri farmaci, rendendo necessario un attento monitoraggio clinico:

  • Diuretici risparmiatori di potassio o integratori di potassio: aumentano il rischio di iperkaliemia.

  • FANS (es. ibuprofene, ketoprofene): riducono l’effetto antipertensivo e aumentano il rischio di danno renale.

  • Litio: l’associazione può aumentare la concentrazione sierica di litio con rischio di tossicità.

  • ACE-inibitori e aliskiren: la tripla combinazione con questi farmaci è sconsigliata per l’elevato rischio di ipotensione, iperkaliemia e insufficienza renale.

È importante informare il medico di tutti i farmaci, integratori o fitoterapici assunti prima di iniziare la terapia con Valsartan.

Effetti collaterali del Valsartan

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Sebbene il Valsartan sia generalmente ben tollerato, può causare alcuni effetti indesiderati, più o meno frequenti. Di seguito, i principali:

Effetti collaterali comuni

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  • Capogiri o senso di vertigine, specialmente all’inizio della terapia o con dosaggi elevati.

  • Ipotensione (pressione troppo bassa), in particolare nei pazienti disidratati o che assumono diuretici.

  • Affaticamento, debolezza generale.

Effetti collaterali meno comuni

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In rari casi possono verificarsi angioedema (gonfiore di viso, labbra, gola), rash cutanei o reazioni allergiche.

Controindicazioni del Valsartan

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L’uso del Valsartan è controindicato in alcune condizioni cliniche. Non deve essere assunto in caso di:

  • Allergia nota al principio attivo o a uno degli eccipienti.

  • Gravidanza e allattamento: è controindicato soprattutto nel secondo e terzo trimestre, per i rischi fetali (tossicità renale, ipoplasia cranica, morte fetale).

  • Iperkaliemia grave preesistente.

  • Insufficienza epatica grave o cirrosi biliare con colestasi.

  • Stenosi bilaterale dell’arteria renale (o su rene unico funzionante): rischio di peggioramento della funzione renale.

Inoltre, il Valsartan va usato con estrema cautela negli anziani e in caso di disidratazione, diuretici ad alte dosi o scompenso cardiaco grave.

Quando sospendere il Valsartan

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La sospensione del Valsartan deve sempre avvenire su indicazione medica. Tuttavia, può essere necessario interrompere o sostituire la terapia in caso di:

  • Ipotensione sintomatica persistente

  • Aumento progressivo della creatinina o peggioramento della funzione renale

  • Iperkaliemia resistente alle correzioni dietetiche o farmacologiche

  • Comparsa di reazioni avverse gravi (es. angioedema)

In genere, la sospensione non richiede un decalage progressivo, ma il medico potrebbe comunque valutare un passaggio graduale ad altri farmaci per evitare sbalzi pressori.

Valsartan e sartani: differenze e alternative

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Il Valsartan fa parte dei sartani, come:

  • Losartan

  • Candesartan

  • Irbesartan

  • Olmesartan

  • Telmisartan

Tutti agiscono bloccando il recettore dell’angiotensina II, ma differiscono per emivita, potenza, metabolismo ed effetti collaterali. In caso di intolleranza al Valsartan, il medico può valutare la sostituzione con un altro sartano a seconda della risposta terapeutica desiderata.

Cosa prendere al posto del Valsartan

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In caso di controindicazioni o effetti collaterali, esistono diverse classi di farmaci alternative:

  • ACE-inibitori (es. enalapril, ramipril): non adatti se il paziente ha già sviluppato tosse secca con questa classe.

  • Calcio-antagonisti (es. amlodipina): agiscono dilatando i vasi ma non offrono la stessa protezione renale.

  • Diuretici tiazidici (es. idroclorotiazide): utili come monoterapia o in associazione.

  • Beta-bloccanti (es. bisoprololo): indicati soprattutto in pazienti con comorbilità cardiovascolari.

Il passaggio da Valsartan ad altri principi attivi deve essere sempre supervisionato da un medico per garantire un controllo pressorio ottimale e prevenire effetti indesiderati.

Conclusione

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Il Valsartan è un farmaco antipertensivo di largo impiego per la sua efficacia e buona tollerabilità. Utile nella gestione dell’ipertensione, dello scompenso cardiaco e delle complicanze post-infarto, rappresenta una valida alternativa agli ACE-inibitori per chi ne presenta intolleranza. Tuttavia, come ogni terapia, richiede un’attenta valutazione clinica, soprattutto nei pazienti con problemi renali, epatici o anziani.

Una corretta informazione sulle interazioni, dosaggi, effetti collaterali e modalità di sospensione è fondamentale per sfruttarne al meglio i benefici terapeutici.