Cerca nel sito
Chiudi

Intolleranza al glutine: quello che c’è da sapere


L'intolleranza al glutine è l’incapacità dell’organismo di metabolizzare correttamente gli alimenti che contengono questa proteina

Che cos’è l’intolleranza al glutine?

L’intolleranza al glutine è un disturbo dovuto al fatto che l’organismo non è in grado di metabolizzare questa proteina contenuta principalmente in alcuni cereali come frumento e grano. 

Si tratta, in sostanza, di una maggiore sensibilità al glutine, in una forma meno grave della malattia celiaca, che invece comporta, oltre ad un coinvolgimento del sistema immunitario, anche danni all’intestino e, in generale, una sintomatologia più severa.

Quali sono le cause

Come per tutte le altre intolleranze alimentari, anche quella al glutine è dovuta tipicamente ad una reazione avversa da parte dell’organismo, che non dispone degli enzimi digestivi necessari alla metabolizzazione. Nel caso specifico, la reazione si innesca nel momento in cui viene assunta la gliadina, una delle due proteine - l’altra è la glutenina - che costituisce il complesso peptidico del glutine.

La gliadina è una proteina contenuta all’interno di farine e cereali che appartengono al genere Triticum, quali ad esempio:

  • frumento
  • orzo
  • segale
  • farro
  • grano

Intolleranza al glutine: i sintomi principali

Le manifestazioni sintomatologiche dell’intolleranza al glutine sono praticamente le stesse della celiachia, anche se in forma meno grave rispetto a quest’ultima. 

Tra i sintomi più comuni ci sono quelli che riguardano l’apparato gastrointestinale come:

Oltre ai disturbi gastrointestinali, possono manifestarsi anche altri sintomi tra cui:

Eliminando il glutine dal proprio regime alimentare, generalmente, nel giro di pochi giorni tutti i disturbi si risolvono. 

I sintomi possono comparire in un arco temporale che va da poche ore ad alcuni giorni di distanza dall’assunzione di glutine.

In questo, la sensibilità non celiaca al glutine si distingue dalla celiachia vera e propria in quanto quest’ultima può manifestarsi con i suoi sintomi anche diverse settimane dopo l’ingestione di glutine.

Nelle persone intolleranti al glutine, ma non celiache, inoltre, non compaiono le tipiche lesioni a carico dell’intestino tenue dei celiaci.

Intolleranza al glutine: i test, come capire di essere intolleranti

Per quanto riguarda l’intolleranza al glutine, si parla fondamentalmente di diagnosi per esclusione. Ciò significa che per un certo periodo di tempo (due o tre settimane) viene eliminata dal proprio regime alimentare la sostanza - in questo caso il glutine - che si sospetta possa innescare la reazione avversa da parte dell’organismo. Dopodiché, questa viene reintrodotta nella propria dieta per un tempo pari a quello in cui è stata evitata. 

La diagnosi è positiva nel caso in cui i sintomi dell’intolleranza dovessero sparire nelle prime settimane per poi ripresentarsi con la reintroduzione della sostanza che scatena la reazione. Per avere un quadro più chiaro e preciso può essere utile avvalersi di un diario alimentare in cui segnare tutti i cibi consumati durante il giorno e le eventuali conseguenze.

Esami e test di laboratorio servono principalmente a escludere altre patologie. Ad esempio, nel caso in cui risulti coinvolto il sistema immunitario nella reazione dell’organismo, non si parla di intolleranza, ma di allergia

La diagnosi di celiachia, ad esempio, può essere confermata o attraverso gli esami del sangue o con una biopsia della mucosa del duodeno. Non essendo stati ancora individuati e isolati i marcatori specifici, non è invece possibile fare la stessa cosa per l’intolleranza al glutine. Né risulta utile a fini diagnostici la biopsia, in quanto le persone intolleranti al glutine non celiache non presentano lesioni della mucosa intestinale.

Intolleranza al glutine: cosa mangiare

Una cura risolutiva per l’intolleranza al glutine non esiste, ma è possibile contrastare questo disturbo intervenendo opportunamente sul proprio regime alimentare, avvalendosi del consulto del proprio medico o di un nutrizionista. 

La soluzione per eliminare i sintomi, in ogni caso, è una: eliminare dalla propria dieta tutti gli alimenti contenenti glutine

Abbiamo visto in precedenza quali cereali contengono la proteina che innesca la reazione avversa nelle persone più sensibili al glutine. Resta, comunque, un ampio ventaglio di possibilità, che può garantire ugualmente un regime alimentare completo ed equilibrato. Si pensi, ad esempio, alla famiglia delle leguminose che comprendono fagioli o lenticchie tra gli altri. 

Gli intolleranti al glutine possono, altresì, consumare cereali privi di glutine come:

  • riso (anche integrale)
  • miglio
  • mais
  • grano saraceno
  • quinoa

Possono essere consumati tranquillamente anche formaggi, uova, carne, pesce, frutta e verdura.