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Ipertrofia prostatica: cause, sintomi e cura

A cura di
Mauro
Seveso

L’ipertrofia prostatica è una patologia che determina la proliferazione del tessuto della prostata, con conseguente ingrossamento. Da cosa è determinata? E quali rimedi sono possibili?

Cos’è l’ipertrofia prostatica?

Si parla di ipertrofia prostatica, oppure di iperplasia prostatica benigna, quando la ghiandola prostatica va incontro a ingrossamento. Il significato del termine ipertrofia può essere tradotto, in italiano standard, proprio con le parole aumento, ingrossamento.

L’aumento del volume della prostata è conseguenza dell’aumento della riproduzione sia delle cellule epiteliali che delle cellule stromali della prostata. Oltre all’aumento del numero di entrambi questi tipi di cellule, si segnala la formazione di noduli. Come conseguenza la prostata ingrossata può comprimere il canale uretrale, determinando un’ostruzione parziale e interferendo con il normale flusso urinario.

Una terza denominazione dell’ipertrofia prostatica benigna è adenoma prostatico. Quando si parla, in termini impropri, di ipertrofia prostatica maligna si è invece di fronte ad un tumore alla prostata.

Quali sintomi determina l’ipertrofia prostatica?

I sintomi dovuti all’ipertrofia prostatica benigna possono determinare irritazione. I sintomi distintivi di questa condizione riguardano tuttavia l’ostruzione del flusso urinario. Un’ostruzione che può manifestarsi attraverso una urgenza nel bisogno di urinare (pollachiuria) e, allo stesso tempo, una esitazione minzionale, ovvero una difficoltà nell’avvio del flusso urinario.

Il paziente può inoltre sperimentare una incapacità di far fuoriuscire l’urina dalla vescica ed un suo incompleto svuotamento. Il getto urinario avviene in modo discontinuo, e si parla in questo caso di mitto intermittente. Possono manifestarsi inoltre stranguria ed emospermia, rispettivamente dolore durante la minzione o in seguito all’eiaculazione, o presenza di sangue nel liquido seminale.

Tra le complicazioni che la prostata ingrossata può causare si indicano:

  • ritenzione urinaria acuta, una vera e propria impossibilità di urinare
  • insufficienza renale, nei casi in cui l’ostruzione dell’uretra si protrae nel tempo.

Quali sono le cause della prostata ingrossata?

Le cause esatte non sono ancora del tutto note. Alcuni fattori che possono contribuire sono:

  • cambiamenti ormonali: a cambiare è l’equilibrio in particolare gli estrogeni e il diidrotestosterone (DHT)
  • invecchiamento: questa condizione è più comune negli uomini anziani
  • carenza di androgeni: anche una carenza di androgeni, come il testosterone, è correlata allo sviluppo dell’ipertrofia prostatica
  • infiammazione: l’infiammazione cronica nella prostata potrebbe svolgere un ruolo nello sviluppo di questa patologia.

Fattori predisponenti possono essere la familiarità, condizioni quali diabete, obesità e patologie cardiovascolari, sedentarietà.

Come si svolge la diagnosi?

Grazie ad una visita urologica, è possibile rilevare l’effettivo aumento di volume della prostata, così da svolgere una diagnosi differenziale per patologie quali tumore alla prostata o prostatite. Gli esami da svolgere sono:

  • esame delle urine che preveda l’urinocoltura, per studiare la funzionalità renale
  • dosaggio del PSA, l’antigene prostatico specifico, per appurare l’eventualità che ci sia un tumore maligno
  • esplorazione rettale, ovvero una palpazione attraverso il retto
  • ecografia prostata, per studiare volume e forma della ghiandola.

Quando il valore del PSA è preoccupante?

Quando i livelli di PSA sono compresi tra 4 nanogrammi e 10 nanogrammi per millimetro, si ha un rischio più alto di tumore rispetto alla norma. Un rischio che aumenta quando i livelli vanno oltre i 10 nanogrammi.

Come si può curare l’ipertrofia prostatica?

Sono previsti due tipi di approccio: farmacologico e chirurgico. L’approccio terapeutico è stabilito in base ai sintomi e alle condizioni della ghiandola. È possibile anche un semplice monitoraggio, nel corso del tempo, in assenza di sintomi specifici. Quando sono presenti sintomi o complicanze, si deve attuare una terapia farmacologica:

  • alfa-antagonisti, che facilitano il passaggio della urina attraverso l’uretra. Agiscono riducendo il tono muscolare nella zona della prostata e all’altezza del collo vescicale
  • inibitori della 5-alfa-reduttasi, che tengono sotto controllo il volume dell’ipertrofia.

Possono essere indicati per completezza informativa alcuni farmaci fitoterapici, spesso erroneamente considerati rimedi naturali: estratti di Pigeo africano o di Serenoa repens, la cui efficacia è tuttavia non particolarmente significativa.

L’ipertrofia prostatica benigna può essere trattata con intervento chirurgico nei casi in cui la terapia farmacologica non ottiene i risultati sperati. Il tipo di intervento dipende dall’aumento volumetrico: maggiore è l’ipertrofia, più invasiva risulterà la procedura.

L’intervento d’elezione è la resezione endoscopica della prostata (TURP): per mezzo di una endoscopia viene svolta una riduzione della prostata. Se l’ipertrofia è più consistente, viene svolta un’adenonectomia, un intervento chirurgico a cielo aperto.

Quando si deve operare per ipertrofia prostatica?

L’IPB può essere trattata con intervento chirurgico nei casi in cui la terapia farmacologica non ottiene i risultati sperati. Il tipo di intervento dipende dall’aumento volumetrico: maggiore è l’ipertrofia, più invasiva risulterà la procedura.

L’intervento d’elezione è la resezione endoscopica della prostata (TURP), grazie alla quale per mezzo di una endoscopia viene svolta una riduzione della prostata. Se l’ipertrofia è più consistente, viene svolta un’adenonectomia, un intervento chirurgico a cielo aperto.

Qual è il miglior farmaco per la prostata ingrossata?

È più opportuno parlare di sinergia tra farmaci che di singolo farmaco con maggiore efficacia. Da questo punto di vista, proprio la sinergia tra tamsulosina e dutasteride risulta essere la più efficace. Anche nei casi di prostata che ha sviluppato particolare volume.

Chi è operato di prostata può avere rapporti sessuali?

È possibile che si manifestino delle complicazioni, quando il paziente si sottopone ad una rimozione chirurgica della prostata; rimozione che può essere sia parziale che totale. Il rischio maggiore è quello della disfunzione erettile.

A questo proposito va specificato come questo rischio sia estremamente basso, e comunque notevolmente inferiore, rispetto ai soggetti che decidono di non sottoporsi all’intervento chirurgico.

Il paziente può invece andare incontro a infertilità nei casi di eiaculazione retrograda. Un effetto avverso, della terapia chirurgica, che consiste nella mancata fuoriuscita del liquido seminale, attraverso l’uretra, e il suo risalire verso la vescica.