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La malattia di Lyme, o borreliosi di Lyme, è un’infezione dovuta al morso di zecca e provocata dal batterio spirocheta Borrelia.
Si tratta dunque di una antropozoonosi, ovvero una di quelle patologie che vengono trasmesse dagli animali all’uomo.
Questa malattia prende il nome dalla città di Lyme, neali Stati Uniti, dove fu identificata nel 1976 per la prima volta, ed è scatenata principalmente dalla specie dei Borrelia burgdorferi. Possono essere agenti di infezione anche altre specie del batterio, a seconda dell'area geografica di riferimento.
Il vettore primario dell’infezione è costituito da una zecca infettata, che dopo aver morso un animale malato, trasmette l’infezione all’uomo.
Ospiti privilegiati dalle zecche sono animali selvatici come roditori, cervi, volpi, lepri, caprioli, motivo per cui la malattia si trasmette in particolare a bambini e giovani adulti che risiedono in aree boschive, con una maggiore incidenza nei mesi esitivi e all'inizio dell'autunno.
La borrelia penetra nella pelle attraverso la puntura della zecca. Dopo un periodo che può andare dai 3 ai 30 giorni, migra localmente nella cute, intorno alla zona della puntura. Da qui, si diffonde per via linfatica, o per via ematica.
La malattia di Lyme è, quindi, una sindrome multisistemica che può interessare diversi organi, come:
Può colpire in misura minore anche fegato, reni e occhi, manifestandosi con un quadro clinico molto variabile.
I sintomi della malattia di Lyme si presentano con intensità e frequenza che variano in base alla stadiazione della patologia. Se non trattata, l’infezione progredisce attraverso più fasi, coinvolgendo distretti corporei differenti, e dando esito a manifestazioni di grado ed entità diversi. In generale, la malattia di Lyme si manifesta più gravemente nei soggetti immunodepressi o affetti da altre patologie.
Il primo sintomo della malattia di Lyme è un'eruzione cutanea che viene detta eritema migrante. Questo segno caratterizza la fase precoce localizzata. L’eritema ha un aspetto tipico: si presenta come una macchia anulare di colore rosso che si allarga attorno al morso della zecca e non presenta prurito.
Nell’arco di qualche settimana, compaiono anche:
Se non trattata adeguatamente, la malattia può progredire nella fase precoce disseminata, interessando altri distretti corporei e dando esito a manifestazioni che dipendono dalla reazione immunitaria dell’organismo e dell'invasività del batterio. Questa fase della malattia è caratterizzata da debolezza e malessere generale.
Altri sintomi che si possono riscontrare coinvolgono il sistema muscolo scheletrico e il sistema nervoso:
La fase tardiva può iniziare mesi o anche anni dopo l’infezione, quando questa può dare esito a:
L’artrite di Lyme insorge in circa il 60 per cento di coloro che contraggono l’infezione, in un periodo di tempo che va da diversi mesi fino a 2 anni dalla comparsa dell’eritema migrante. L’artrite colpisce in particolare il ginocchio. Gli episodi di tumefazione intermittente e dolorosa delle articolazioni possono essere accompagnati da malessere generale, astenia e febbre.
L’acrodermatite cronica atrofizzante si presenta con un eritema di colore viola, localizzato nella stessa zona interessata dell’eritema migrante. A questo, può seguire un edema infiltrato e diffuso e una progressiva atrofizzazione della cute, che modifica irreversibilmente il tessuto cutaneo e sottocutaneo.
La neuroborreliosi è un disturbo neurologico, che provoca:
Le manifestazioni tipiche della malattia sono:
In alcuni casi, possono presentarsi sintomi post-trattamento, dopo una cura antibiotica efficace, come affaticamento, cefalea e problemi cognitivi. Una diagnosi e un trattamento tempestivi sono di fondamentale importanza per non incorrere nelle complicazioni della fase avanzata dell’infezione.
La malattia di Lyme, come accennato nel paragrafo precedente, si differenzia in diversi stadi che hanno una durata specifica. È possibile dire che:
La diagnosi di malattia di Lyme viene effettuata attraverso:
Nelle fasi iniziali, la comparsa dell’eritema migrante è dirimente, soprattutto se supportato da altri segni e sintomi tipici della patologia. Gli esami del sangue, invece, possono essere utili nelle fasi acute e avanzate, per confermare la presenza della malattia.
Il test per la malattia di Lyme ricerca gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta all’infezione del batterio Borrelia, responsabile dell’infezione. Si tratta di due tipi di immunoglobuline:
Al Santagostino, è possibile eseguire sia il test per gli anticorpi IgG che il test per gli anticorpi IgM.
Il test per la malattia di Lyme è utile per stabilire la presenza dell’infezione nelle fasi acute (anticorpi IgM) e nelle fasi tardive (anticorpi IgG). Serve a:
Il test viene prescritto quando sono presenti i segni e i sintomi della malattia di Lyme sopracitati. Può essere richiesto, inoltre, per i pazienti che vivono, o hanno viaggiato in regioni dove la malattia è endemica, e che sono stati esposti al rischio di contagio.
Per il test viene prelevato un campione di sangue venoso dal braccio. In presenza di sintomi che possono indicare un coinvolgimento del sistema nervoso centrale, può essere raccolto anche un campione di liquido cerebrospinale, attraverso la puntura lombare.
Per il test non è richiesta alcuna preparazione.
Il trattamento della malattia di Lyme si avvale prevalentemente di farmaci antibiotici, come:
Il trattamento antibiotico di solito ha una durata che dura dalle 3-4 settimane. Nei casi più gravi, la terapia antibiotica può essere somministrata per via endovenosa. Possono completare il trattamento i farmaci corticosteroidi.
Nella maggior parte dei casi, si guarisce dalla malattia in modo rapido. In una piccola percentuale di pazienti, soprattutto se trattati nella fase tardiva, possono persistere i dolori articolari e le lesioni nervose.
Per prevenire la malattia di Lyme è possibile adottare alcune precauzioni per ridurre il rischio di infezione, per esempio: