Cos’è il vaccino contro la rabbia?
Il vaccino antirabbico ha come obiettivo principale il contrasto al virus della rabbia, una malattia infettiva che attacca il cervello sia negli animali che negli uomini. Può essere trasmessa da animale e uomo e, per questa ragione, è una zoonosi.
Il virus prende il nome di Rabies lyssavirus, e viene trasmesso per mezzo di un graffio, di un morso da parte di animali selvatici e altri animali infetti. Se la pelle presenta anche un piccolo taglio, anche il contatto con saliva e mucose può trasmettere il virus.
Il virus causa un’infiammazione acuta del cervello negli esseri umani e in altri animali a sangue caldo. I primi sintomi possono includere febbre e prurito nel sito di esposizione. Questi sintomi sono seguiti da uno o più dei seguenti segni: movimenti violenti, emozioni incontrollate, paura dell'acqua, incapacità di muovere parti del corpo, confusione e perdita di coscienza.
Bisogna tenere in considerazione l’estrema importanza di questa vaccinazione, dal momento che un’infezione da Rabies lyssavirus non opportunamente trattata porta quasi sempre al decesso, in soggetti mai precedentemente immunizzati.
Attualmente i vaccini antirabbici sono preparati in due modalità:
- con vaccino inattivato e proveniente da colture di cellule umane diploidi
- con vaccino inattivato, ricavato da materia cerebrale di coniglio o di ovino, o ancora da cellule di embrione di pollo, dopo un processo di purificazione.
Quando si fa il vaccino anti rabbia?
Sono due le circostanze che determinano la necessità di somministrare il vaccino anti rabbia:
- pre esposizione: come forma di prevenzione viene somministrata una prima dose di vaccino seguita da una seconda dose a distanza di un mese. Segue una terza dose dopo un anno. Nel caso in cui sia necessario un richiamo, per qualsiasi ragione, è possibile una ulteriore somministrazione entro un arco di tempo compreso tra i 2 anni e i 5 anni
- post esposizione: come forma di profilassi in seguito a esposizione. La somministrazione del vaccino deve essere svolta il prima possibile dopo l’esposizione. La quantità delle dosi viene stabilita in base alla condizione vaccinale precedente all’esposizione.
La vaccinazione preventiva contro la rabbia è particolarmente consigliata per i professionisti che lavorano a stretto contatto con il virus della rabbia o con materiali potenzialmente infetti. Questo gruppo include medici, biologi, veterinari, cacciatori, guardie forestali, tassidermisti, personale di mattatoi e alcuni allevatori e commercianti di bestiame che operano in ospedali e laboratori diagnostici o di ricerca. Anche i bambini possono essere vaccinati preventivamente contro la rabbia, soprattutto se si trovano in situazioni di rischio elevato, come evidenziato dalle statistiche mondiali sulla malattia.
In caso di dubbi sull’opportunità dell’inoculazione del vaccino antirabbico, presso le sedi del Santagostino possono essere effettuate delle consulenze vaccinali.
Vaccino rabbia: effetti collaterali
Possono presentarsi degli effetti collaterali, che tuttavia sono tendenzialmente di lieve entità e transitori, assimilabili a quelli di una normale influenza. Tra i principali effetti collaterali si segnalano: