Visita uroginecologica: che cos’è e come funziona
La visita uroginecologica è un accertamento che si trova all'intersezione tra urologia e ginecologia ed è dedicato alla valutazione e al trattamento di problematiche legate al basso tratto urinario nelle donne.
Tra queste rientrano infezioni come la cistite, il dolore pelvico cronico, i casi di incontinenza urinaria, disfunzioni del pavimento pelvico come i prolassi urogenitali.
Durante una visita uroginecologica, si può avere a che fare sia con un urologo che con un ginecologo, a seconda dello specifico percorso di specializzazione del professionista, che utilizza le sue competenze per diagnosticare e proporre le migliori strategie di trattamento.
Quando fare una visita uroginecologica?
Ecco alcune delle principali circostanze in cui è consigliabile sottoporsi a una visita uroginecologica:
- in presenza di episodi frequenti di cistite
- qualora si avverta un fastidio o dolore persistente nella zona pelvica
- se si sospetta la comparsa di prolasso urogenitale, con sintomi quali sensazione di peso o di un corpo estraneo nella regione genitale
- perdite urinarie involontarie: si notano episodi di incontinenza urinaria, sia in forma occasionale sia più frequente
- controllo post partum, utile per valutare e favorire il recupero funzionale del pavimento pelvico dopo il parto
- percezione di un incompleto svuotamento della vescica al termine della minzione.
Qual è la differenza tra visita ginecologica e uroginecologica?
La visita uroginecologica è molto simile a una visita ginecologica, poiché comporta l’osservazione degli organi genitali, ma se ne distingue per il focus particolare dell’indagine medica, che si concentra sulle condizioni di salute del basso tratto urinario e del pavimento pelvico piuttosto che su quelle dell’apparato riproduttivo.
Visita uroginecologica: come si svolge?
La visita uroginecologica inizia con un'attenta anamnesi effettuata dallo specialista, che raccoglie informazioni riguardo allo stile di vita (alimentazione, attività fisica), ai fattori di rischio, alle patologie diagnosticate, alla funzionalità degli organi pelvici e ai sintomi manifestati dalla paziente.
Alla ricostruzione della storia clinica e della sintomatologia segue l’esame fisico dei genitali esterni della donna al fine di verificare il tono del pavimento pelvico e individuare eventuali anomalie, come i prolassi.
Per appurare quanto emerso dall’anamnesi e osservato durante l'esame obiettivo, lo specialista può richiedere indagini diagnostiche aggiuntive che possano fornire indicazioni più precise sulla salute uroginecologica della paziente. Gli esami spesso raccomandati comprendono:
- esami di laboratorio
- l'ecografia vescicale e transvaginale, che permettono di esplorare le condizioni di vescica, utero e annessi, e l'ecografia perineale dinamica, utilizzata per studiare in dettaglio eventuali prolassi degli organi pelvici e valutare patologie dell’uretra
- l'uroflussometria ed esame urodinamico, fondamentali per analizzare la funzionalità vescicale e la presenza di incontinenza, valutando la capacità di svuotamento della vescica e le caratteristiche del flusso urinario
- uretrocistoscopia, un’indagine che, attraverso uno strumento sterile (cistoscopio), consente di osservare l’interno della vescica e dell’uretra.
Come prepararsi alla visita?
Non ci sono istruzioni specifiche da seguire prima della visita. Tuttavia, è importante presentarsi con il referto di analisi o test eseguiti in precedenza su indicazione del medico di base, o qualsiasi altra documentazione medica in possesso riguardante la condizione da valutare.