L'adenoma ipofisario è un tumore che si forma nell’ipofisi. Vediamo cos'è, quali sono i tipi, e come si cura.
Che cos’è l’adenoma ipofisario?
L'adenoma ipofisario è un tumore benigno che si sviluppa nella ghiandola pituitaria, conosciuta anche come ipofisi. Questa è una piccola ghiandola situata alla base del cervello, dietro al ponte del naso. È di importanza fondamentale per il sistema endocrino del corpo, dal momento che è deputata alla produzione di ormoni che regolano importanti funzioni corporee, inclusa:
- la crescita
- il metabolismo
- la riproduzione
- la risposta allo stress.
Più precisamente, l'ipofisi può essere suddivisa in due parti principali: anteriore e posteriore, ciascuna con funzioni specifiche. L'ipofisi anteriore produce:
L'ipofisi posteriore, invece, rilascia ormoni come:
- ossitocina, che è coinvolta nel parto e nell’allattamento
- vasopressina o ormone antidiuretico (ADH), che regola il bilancio idrico del corpo e la pressione sanguigna.
Classificazione
Gli adenomi ipofisari in base alla loro dimensione sono classificati in:
- microadenomi: di dimensioni inferiori a 10 millimetri.
- macroadenomi: di dimensioni maggiori di 10 millimetri
- adenomi giganti: di dimensioni maggiori di 40 millimetri.
In base alla loro funzione endocrina e al tipo di ormoni che producono, si distinguono ulteriormente in:
- adenomi secernenti: ovvero producono eccessive quantità di uno o più ormoni.
- adenomi non secernenti: non producono un eccesso di ormoni. Possono comunque causare sintomi se la loro dimensione interferisce con la funzione della ghiandola pituitaria circostante o se premono contro strutture vicine, come il nervo ottico.
Adenomi secernenti
Gli adenomi secernenti si differenziano a loro volta in base al tipo di ormone secreto. Ecco una tabella riassuntiva:
Ormone secreto |
Nome adenoma |
Malattia causata |
Prolattina |
Prolattinoma |
Iperprolattinemia |
GH (ormone della crescita) |
Somatotropinoma |
Acromegalia |
ACTH (ormone adrenocorticotropo) |
Corticotropinoma |
Malattia di Cushing |
TSH (ormone tireostimolante) |
Tireotropinoma |
Ipertiroidismo centrale |
Un adenoma ipofisario può diventare maligno?
Gli adenomi ipofisari, come detto, sono generalmente formazioni benigne (più del 90%). Un piccolissimo numero di questi tumori (meno 2%) può mostrare un andamento più aggressivo, crescendo più rapidamente e infiltrando strutture circostanti. I tumori maligni ipofisari, invece, sono estremamente rari (meno dello 0.2% dei tumori ipofisari).
Quali sono i sintomi di un tumore all'ipofisi?
I sintomi di un adenoma ipofisario possono variare a seconda della sua natura e della sua dimensione. Vediamo i principali sintomi legati sia alla produzione ormonale sia all'effetto di massa che il tumore può avere.
Tipo |
Sintomi e segni |
Prolattinoma |
Amenorrea (assenza di mestruazioni), galattorrea (produzione di latte), infertilità, diminuzione della libido, disfunzione erettile negli uomini.
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Malattia di Cushing |
Facies lunare, gobba di bufalo, ipertensione, osteoporosi, disturbi del metabolismo glucidico.
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Adenoma secernente GH |
Acromegalia: aumento delle dimensioni di mani e piedi, cambiamenti facciali, aumento della sudorazione, artralgie, rischio di diabete e malattie cardiovascolari.
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Adenoma tireotropo (TSH) |
Asintomatico in alcuni casi, o provoca ipertiroidismo, tachicardia, perdita di peso, tremori, irritabilità.
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Gonadotropinomi (FSH/LH) |
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Adenomi non secernenti
I sintomi degli adenomi non secernenti sono principalmente legati all'effetto della massa tumorale, ovvero la pressione esercitata dal tumore sui tessuti circostanti. Solitamente sono i macroadenomi ad essere sintomatici, causando:
- disturbi visivi: perdita della vista periferica (particolarmente la visione laterale), o visione doppia, a causa della pressione sul chiasma ottico
- cefalea: mal di testa causato dall'aumento della pressione all'interno del cranio o dalla pressione diretta sulle strutture circostanti.
- ipopituitarismo: deficit di uno o più degli ormoni prodotti dall'ipofisi. Provoca sintomi come debolezza, affaticamento, perdita di peso, diminuzione della libido, amenorrea e intolleranza al freddo.
- diabete insipido: ridotta secrezione di ADH con conseguente poliuria e polidipsia
- stiramento del peduncolo ipofisario che provoca alterazioni nel controllo della secrezione di prolattina.
Questi sintomi si possono anche osservare anche negli adenomi secernenti, specie se macrodadenomi. I microadenomi non secernenti sono solitamente asintomatici. Spesso, gli adenomi ipofisari vengono diagnosticati in seguito alle indagini per problemi correlati alla fertilità o in seguito alla constatazione di disturbi endocrini.
Qualora si manifestino sintomi che suggeriscono la presenza della condizione, è fondamentale rivolgersi al proprio medico per accertare la diagnosi e, se necessario, avviare un trattamento specifico.
Perché si formano gli adenomi ipofisari?
Le cause esatte degli adenomi ipofisari non sono completamente comprese, tuttavia, diversi fattori possono aumentare il rischio di sviluppare la patologia:
- fattori genetici: alcuni adenomi ipofisari sono associati a mutazioni genetiche sia ereditarie che acquisite. Tra queste: la neoplasia endocrina multipla di tipo 1 (MEN1), il complesso di Carney, e la neoplasia endocrina multipla di tipo 4 (MEN4)
- alterazioni nella regolazione degli ormoni ipofisari, che possono stimolare la crescita eccessiva delle cellule ipofisarie. Questo può includere anomalie nelle vie di segnale che controllano la proliferazione cellulare
- mutazioni somatiche di specifici geni possono avvenire nelle cellule della ghiandola ipofisaria dopo la nascita. Queste mutazioni non sono trasmesse ai discendenti.
Va notato che la maggior parte degli adenomi ipofisari si presentano come eventi isolati senza una chiara causa identificabile.
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi di un adenoma ipofisario si basa principalmente su esami di laboratorio per valutazioni ormonali e tecniche di imaging.
In primo luogo, vengono effettuati esami del sangue e urine ormonali specifici per misurare i livelli degli ormoni prodotti dall'ipofisi. Il passo successivo solitamente prevede l'utilizzo di tecniche di imaging per una valutazione visiva dell'ipofisi e per localizzare il tumore.
A questo scopo, la risonanza magnetica è l'esame d’elezione perché permette di ottenere immagini dettagliate della ghiandola ipofisaria e di identificare tumori, anche di dimensioni molto piccole. Nei casi in cui la risonanza magnetica non sia dirimente o non eseguibile, è possibile fare ricorso alla tomografia computerizzata (CT), sebbene sia meno sensibile della risonanza. Una valutazione accurata è essenziale per guidare l'eventuale approccio chirurgico.
Come si cura l’adenoma ipofisario?
Il trattamento dell'adenoma ipofisario dipende da vari fattori, tra cui:
- le dimensioni del tumore
- il tipo di adenoma (in base all'ormone che produce)
- se l'adenoma sta causando sintomi o complicanze
- la salute generale del paziente.
In caso di macroadenomi, sintomi o adenomi secernenti le strategie terapeutiche possono includere:
- chirurgia
- terapia farmacologica
- radioterapia
- una combinazione di questi approcci.
Generalmente, per i piccoli adenomi non secernenti che non provocano sintomi, può essere raccomandato il monitoraggio regolare attraverso esami di imaging e test ormonali per controllare una possibile crescita o cambiamenti.
Intervento chirurgico: come si toglie un adenoma ipofisario?
L’intervento chirurgico è la prima scelta nella maggior parte dei casi di:
- adenomi secernenti
- adenomi sintomatici
- macroadenomi.
La maggior parte degli adenomi ipofisari può essere rimossa tramite un approccio transfenoidale, che implica l'accesso alla ghiandola ipofisaria attraverso il naso e i seni sfenoidali. Questo metodo riduce il tempo di recupero e le complicazioni rispetto alla chirurgia a cielo aperto (transcranica).
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica è il trattamento di prima scelta solo del microprolattinoma. Negli altri casi viene utilizzata quando la chirurgia non è praticabile o l’intervento non ha rimosso completamente l’adenoma ipofisario. In casi selezionati può essere utilizzata a scopo neoadiuvante, ovvero in preparazione all’intervento chirurgico, per ridurre l’adenoma e rendere la chirurgia più semplice e quindi più efficace. Ecco un breve prospetto:
Per i prolattinomi vengono usati antagostinisti delle dopamina, come cabergolina, bromocriptina. Questi:
- riducono la produzione di prolattina
- normalizzano i livelli di prolattina
- possono ridurre le dimensioni del tumore.
Per i somatotropinomi si ricorre a:
- analoghi della somatostatina
- agonisti della dopamina
- antagonisti del recettore dell'ormone della crescita.
Questi farmaci:
- riducono i livelli di ormone della crescita
- possono influenzare la dimensione del tumore
- migliorano i sintomi riducendo i livelli di IGF1.
Per i corticotropinomi vengono utilizzati:
- farmaci inibitori della sintesi o dell'azione del cortisolo. Inibiscono la produzione o l'azione del cortisolo e controllano i sintomi dell’ipercortisolismo
- analoghi della somatostatina e agonisti della dopamina. Controllano la secrezione di ACTH, riducendola. Possono diminuire le dimensioni del tumore.