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L’alfa fetoproteina (AFP) è una proteina prodotta dal fegato del feto. Per questa ragione la sua concentrazione è piuttosto elevata alla nascita, ma tende in seguito a diminuire rapidamente. L’esame ematico serve a misurare la sua concentrazione nel sangue. I livelli di questa proteina, oltre che al momento della nascita o durante la gravidanza, potrebbero aumentare anche a causa di alcune patologie tumorali o lesioni a carico del fegato.
In virtù del fatto che potrebbe aumentare in presenza di alcune patologie tumorali, l’alfa fetoproteina viene utilizzata anche come marcatore tumorale come supporto per la diagnosi di:
In molti casi, il dosaggio di questa proteina può essere richiesto anche per il monitoraggio di pazienti che soffrono di malattie epatiche croniche, quali ad esempio:
Insieme ad altri esami di diagnostica per immagini, l’esame dell’alfa fetoproteina può essere richiesto per identificare un tumore al fegato al suo stadio iniziale.
Il dosaggio dell’AFP può essere prescritto a cadenza regolare per il monitoraggio dello sviluppo della malattia e dell’efficacia della terapia nei pazienti con:
In sintesi, le analisi dell’alfa fetoproteina nel sangue possono essere richieste in caso di:
L’esame dell’alfa fetoproteina viene prescritto anche insieme al dosaggio di gonadotropina corionica umana ed estriolo nel sangue materno, nell’ambito del tritest. Si tratta di un esame di screening prenatale, raccomandato in Italia nel primo trimestre di gravidanza, in virtù della sua affidabilità per la diagnosi di eventuali patologie congenite.
Per effettuare il dosaggio dell’alfa fetoproteina è sufficiente un campione di sangue venoso. Se effettuato durante la gravidanza, invece, richiede il prelievo di un campione ematico della madre.
La concentrazione di AFP comincia ad aumentare al termine del primo trimestre per poi diminuire dalla 32esima settimana di gravidanza. L’alfa fetoproteina entra nel flusso di sangue materno attraverso la placenta.
Questo esame del sangue non richiede alcuna preparazione specifica.
La concentrazione di alfa fetoproteina nel sangue diminuisce rapidamente in seguito al parto. Per questa ragione, i livelli ematici di questa proteina in uomini e donne sane sono minimi, generalmente compresi tra 0 e 7 nanogrammi per millilitro (ng/ml).
Diversa è, invece, la situazione delle donne in gravidanza: la concentrazione di alfa fetoproteina aumenta sia nel sangue del feto sia nel liquido amniotico nel primo trimestre di gravidanza per poi diminuire progressivamente fino al parto. Siccome l’AFP passa nel sangue materno dalla placenta, è possibile rilevare alte concentrazioni di questa proteina anche nel suo flusso ematico.
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
Siccome l’alfa fetoproteina viene prodotta in contemporanea con la rigenerazione epatocellulare, la sua concentrazione risulta elevata in maniera patologica nei pazienti affetti da malattie del fegato croniche quali, come abbiamo anticipato, cirrosi ed epatiti.
Anche alcune forme tumorali possono causare un aumento dell’AFP, motivo per il quale questa proteina viene utilizzata come marcatore tumorale.
Livelli elevati di alfa fetoproteina, infatti, sono riscontrabili nei pazienti affetti da uno dei tumori al fegato più comuni - l’epatocarcinoma - ma anche nei casi di epatoblastoma. Quest’ultimo è una rara forma tumorale al fegato che si manifesta, nella maggior parte dei casi, in età pediatrica. Infine, valori elevati di AFP possono essere presenti in alcuni tipi di tumori a ovaie e testicoli.
Come detto, questa proteina è più abbondante anche nei neonati e nelle donne durante la gravidanza.
Negli adulti sani avere livelli ematici minimi di alfa fetoproteina costituisce la normalità. Nel corso della gravidanza, invece, una bassa concentrazione di questa proteina nel feto potrebbe indicare la presenza di anomalie nei cromosomi come accade, ad esempio, nella trisomia 21 o Sindrome di Down (sono necessari ovviamente ulteriori esami di approfondimento per arrivare ad una diagnosi). In questi casi, infatti, a fronte di un aumento di proteine come la gonadotropina corionica umana e l’inibina A, è stata osservata una diminuzione delle concentrazioni di estriolo e AFP, appunto.