Che cos’è l’anisocoria?
Si dà anisocoria quando le due pupille degli occhi hanno dimensioni diverse tra loro. Le pupille sono la parte nera che si trova al centro dell’occhio e si comportano come segue:
- diventano grandi, quindi si dilatano, quando c’è poca luce, così da raccoglierne di più. E in questo caso si parla di midriasi
- si restringono con luce intensa, e in questo secondo caso si parla di miosi.
Quando le pupille sono disuguali non è appropriato parlare di patologia, è più opportuno parlare di sintomo di possibile patologia.
Tipi di anisocoria
Si danno tre tipologie di anisocoria:
- fisiologica, quando la differenza nella dimensione tra le due pupille non supera il millimetro, e questa differenza può essere sia permanente che temporanea. È una condizione abbastanza diffusa e non deve destare alcuna preoccupazione
- meccanica, quando si è verificato un danno oculare di tipo fisico. Una infiammazione, ad esempio, o un trauma di tipo meccanico come un urto
- patologica. Si ha quando il paziente presenta patologie che possono interessare il nervo ottico, che possono colpire la pupilla stessa o possono interessare l’iride, la membrana interna, e pigmentata, del bulbo oculare.
Perché si dilata una sola pupilla?
Le cause della differenza di dimensione tra le due pupille, quando non è fisiologica, possono essere diverse e in alcuni casi anche molto importanti. Quando accadono, devono essere valutate dallo specialista il prima possibile. Tra le principali cause di anisocoria ci sono:
- patologie oculari come irite, uveite, glaucoma ad angolo acuto, neurite ottica o tumori in sede intraoculare
- traumi subìti dagli occhi, come si accennava in precedenza
- ictus, che possono portare a cambiamenti nella dimensione delle pupille a causa delle ripercussioni sul sistema nervoso
- aneurisma, patologia che può determinare la compressione del nervo ottico
- patologie come la neuropatia diabetica o la sclerosi multipla
- sindrome di Horner, in cui una pupilla si presenta più grande e presenta un abbassamento della palpebra (ptosi). L’occhio inoltre è più incavato e il viso ha poca sudorazione o totale assenza di sudorazione
- sindrome di Adie, o pupilla tonica, in cui la pupilla appare eccezionalmente grande quando è esposta alla luce, e richiede molto tempo per potersi ridurre.
Anche l’assunzione di alcuni farmaci può determinare anisocoria. È questo il caso dei farmaci anticolinergici come l’atropina, utilizzata proprio per ottenere la dilatazione della pupilla, così da permettere l’osservazione del fondo dell’occhio durante una visita oculistica.
Che diagnosi deve essere svolta?
La diagnosi per l’anisocoria pupillare implica un insieme di valutazioni che hanno come obiettivo lo stabilire la causa sottostante. Il medico oculista svolge innanzitutto un’anamnesi dettagliata, cui segue un esame fisico, che prevede il controllo delle pupille e la loro reazione alla luce.
In caso di sospetto di anisocoria patologica, possono essere somministrati colliri farmacologici per valutare la risposta della pupilla e identificare possibili irregolarità nei nervi che controllano le pupille.
La valutazione dello specialista spesso si concentra sull’identificazione di possibili meccanismi fisiologici e patologici sottostanti, come la sindrome di Horner o la paralisi del III nervo cranico. Queste due condizioni, ad esempio, possono suggerire la presenza di patologie più serie come tumori o aneurismi.
L’esclusione di altre patologie piuttosto severe, come aneurisma o tumore cerebrale, si ha per mezzo di esami quali risonanza magnetica o TAC.
Come si cura l’anisocoria?
Il trattamento dell’anisocoria dipende dalla causa sottostante. In molti casi, le pupille disuguali sono di natura fisiologica, quindi benigna, e non è previsto alcun trattamento.
Se ad esempio l’anisocoria è di tipo meccanico, ed è quindi la conseguenza di un danno dovuto a un trauma, si può valutare la possibilità di un intervento chirurgico. Se la causa è invece dovuta all’assunzione di farmaci, deve esserne prevista la sospensione e un loro cambio.