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L’antigene prostatico specifico (Psa) è una glicoproteina che viene utilizzata come marcatore tumorale in quanto i suoi valori nel sangue aumentano significativamente in presenza di un carcinoma prostatico.
Vediamo come funziona il test per monitorare questa proteina, quando viene prescritto e come interpretare i risultati.
Il Psa è una glicoproteina che viene sintetizzata nella prostata, la ghiandola responsabile della produzione del liquido prostatico, fondamentale per la formazione del liquido seminale.
Gran parte dell’antigene prodotto dalla prostata viene rilasciato nel liquido seminale, tuttavia quantità minori possono essere riscontrate anche nel flusso sanguigno.
Il Psa può essere riscontrato in due forme a livello ematico:
Solitamente quello che viene misurato nei test di laboratorio è l’antigene prostatico specifico totale, ovvero la somma della forma complessata e di quella libera.
Le principali linee guida per gli screening clinici finalizzati alla diagnosi precoce del tumore alla prostata indicano che il test del Psa può essere richiesto a uomini adulti in salute e informati che abbiano un’aspettativa di vita di almeno 10-15 anni.
L’esame del Psa totale e l’esplorazione del retto risultano necessari in presenza di sintomi associabili ad una malattia della prostata quali:
Il medico può richiedere questo esame a soggetti che hanno familiarità con il carcinoma prostatico o fattori di rischio per questa patologia, anche in assenza di sintomi specifici. In questi casi, le analisi possono essere già anticipate in un’età compresa tra i 40 e i 45 anni.
Il test del Psa può essere prescritto nell’ambito del monitoraggio di pazienti che abbiano seguito trattamenti specifici per il tumore quali radioterapia e interventi chirurgici o, ancora, nel corso delle terapie per valutarne l’efficacia.
In presenza di valori leggermente elevati dell’antigene prostatico specifico totale, il medico può richiedere l’analisi del Psa libero, grazie al quale è possibile ottenere informazioni in più rispetto alla possibilità di aver sviluppato un tumore alla prostata. Bisogna sottolineare che questo test non dà una diagnosi di cancro. Per quella è necessario eseguire un esame bioptico.
Il campione di sangue necessario per misurare la concentrazione ematica di antigene prostatico specifico è quello venoso.
Nei due giorni che precedono l’esame, è necessario seguire alcune indicazioni quali:
Bisogna, a tal proposito, tenere sempre informato il medico rispetto ai trattamenti che si stanno seguendo.
Il prelievo di sangue, inoltre, andrebbe effettuato prima di un’esplorazione del retto o di un esame bioptico della prostata che possono alterare i risultati del test.
Una persona sana che non presenta particolari patologie dovrebbe avere una concentrazione ematica di Psa inferiore ai 4 nanogrammi per millilitro. L’età è un fattore che va considerato nella valutazione dei livelli di Psa. Se a 70 anni livelli pari a 4 ng/ml possono risultare normali, non si può dire lo stesso se questi valori sono riscontrati in un soggetto di 50 anni.
Al di là dei fattori anagrafici, anche alcune condizioni possono alterare la concentrazione di Psa nel sangue. Tra le principali ci sono:
A fronte di uno dei casi sopra riportati, dunque, è necessario attendere qualche giorno per effettuare l’esame del sangue del Psa.
Condizioni patologiche in presenza delle quali i valori di Psa possono oscillare tra i 4 e i 10 ng/ml sono:
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
I sintomi del cancro alla prostata possono essere del tutto assenti nella fase iniziale della patologia. Nel momento in cui, però, la massa tumorale aumenta di dimensioni, si possono presentare sintomi legati alla minzione quali:
Bisogna comunque sottolineare che sintomi legati alla minzione possono manifestarsi anche in presenza di patologie benigne della prostata come l’ipertrofia. Per sciogliere ogni dubbio, in questi casi, è sempre consigliabile una visita specialistica da parte di un urologo che possa decidere se sia il caso o meno di effettuare ulteriori esami o accertamenti.