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La disfunzione o l'alterazione quantitativa di questo fattore determina un rischio maggiore di eventuali fenomeni tromboembolici.
Con il termine antitrombina ci si riferisce a una proteina che viene prodotta dal fegato e che ha la funzione di regolare l’eventuale formazione di coaguli sanguigni, andando a fluidificare il sangue. Quando un vaso sanguigno subisce un danneggiamento, l'organismo si attiva mediante una serie di eventi che permette di evitare una perdita eccessiva di sangue, andando a formare un coagulo.
L'emostasi, che regola appunto la coagulazione, impedisce sia di perdere troppo sangue che di formare un'eccessiva quantità di coaguli. Il processo di coagulazione è consentito quindi grazie all'attivazione dei fattori di coagulazione (proteine), mediante una serie di passaggi: la cascata coagulativa.
È necessario fare il test dell'antitrombina per comprendere la causa di eventi coagulativi imprevisti, e nella diagnosi per carenza da antitrombina.
Il test dell'antitrombina può essere prescritto:
Viene prelevato un campione di sangue venoso.
No, non è richiesta nessuna preparazione per questo test.
Sì, è consigliabile che il paziente si presenti a digiuno per effettuare l’esame.
Sì, è opportuno fare l'esame dell'antitrombina di prima mattina.
L'esame dell'antitrombina III permette di misurarne la concentrazione (la quantità) e l'attività (la funzionalità) nel sangue della persona che si sottopone a questo test. In questo modo è possibile stabilire le cause di eventuali fenomeni coagulativi inappropriati.
Questo test è richiesto soprattutto:
L'esame dell'antitrombina viene prescritto: