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L’antrace


L’antrace o carbonchio è una patologia infettiva causata dal batterio Bacillus anthracis, che può colpire gli animali, selvatici e domestici, e occasionalmente anche gli essere umani. Scopriamo in che modo si contrae, quali sono i suoi sintomi e come si cura

Che cos’è l’antrace? Dove si trova in natura?

L'antrace, o carbonchio, è una grave malattia infettiva provocata dal batterio Bacillus anthracis, un microrganismo presente nel suolo e nei pascoli in diverse parti del mondo, tra cui l'Asia, l'Africa, l'America Centrale e del Sud e l’Europa meridionale. In Italia ne è stata rilevata la presenza soprattutto nelle regioni in cui è più diffuso l'allevamento di bestiame. 

La malattia, infatti, colpisce generalmente gli animali, sia selvatici, come elefanti, ippopotami, bufali, antilopi e cammelli, sia domestici o d’allevamento come gatti, cavalli, pecore, capre, bovini. Più raramente, interessa anche gli esseri umani. Questa possibilità è maggiore nei territori in cui vi sono scarse misure preventive verso l'esposizione industriale o agricola agli animali infetti o ai loro prodotti.

Nei paesi sviluppati, invece, l’antrace rappresenta ormai una malattia rara. Tuttavia, continua a destare timori perché può costituire un’arma batteriologica di bioterrorismo attraverso la disseminazione di spore nell’aria. È quanto è successo nel 2001 negli Stati Uniti, dove le spore del batterio sono state diffuse tramite il servizio postale. 

Cosa provoca l’antrace?

Le spore prodotte dal Bacillus anthracis possono resistere nel terreno, nella lana e nel pelo degli animali anche per molti anni.

La malattia si sviluppa quando le spore penetrano all’interno di un organismo animale o umano e germinano a contatto con l’acqua e altri elementi nutritivi come amminoacidi e glucosio. Quando le spore si attivano, i batteri si moltiplicano e si diffondono producendo tossine, sostanze nocive che provocano disturbi e patologie.

Come si prende l’antrace?

L'antrace può essere contratto in diversi modi: 

  • Contatto diretto con animali infetti o con il suolo contaminato
  • Inalazione di spore del batterio, per esempio durante la lavorazione di prodotti animali contaminati, come lana, pellicce e pelli di animali, oppure durante lavori in laboratori che trattano il batterio
  • Consumo di carne cruda o poco cotta proveniente da animali infetti
  • Utilizzo di prodotti derivati dall'animale infetto, come il latte crudo

Le probabilità di contrarre l'antrace possono aumentare nelle persone che svolgono una professione che comporta un più alto livello di esposizione. Ad esempio, sono maggiori per coloro che lavorano a stretto contatto con animali infetti o in laboratori che trattano il batterio: agricoltori, allevatori, conciatori di pelli, macellai, biologi, tecnici di laboratorio, ecc.

L’eventualità che la malattia possa essere trasmessa da persona a persona è scarsa. Gli unici casi rilevati di contagio da uomo a uomo riguardano l’antrace cutaneo, dovuti al transito di batteri da lesioni presenti sulla pelle.

Quali sono i sintomi dell’antrace?

L'antrace può presentarsi in diverse forme, ciascuna caratterizzata da sintomi specifici e gravità differente. Le tre manifestazioni principali sono l'antrace cutaneo, l'antrace gastrointestinale e l'antrace da inalazione.

L'antrace cutaneo è il tipo più comune e meno grave di infezione, che si risolve positivamente nella maggior parte dei casi. Si verifica quando il batterio entra nella pelle attraverso ferite, piaghe o tagli. I sintomi, che compaiono in genere entro i 7 giorni dal contagio, includono:

  • Formazione di una protuberanza simile a una puntura d’insetto, che evolve in un'ulcera indolore con un centro nero, da cui il nome “carbonchio”
  • Disturbi simil-influenzali quali febbre, brividi e mal di testa
  • Gonfiore dei linfonodi situati nella zona d’infezione

L'antrace gastrointestinale insorge in seguito al consumo di carne contaminata o all’inalazione di spore del batterio attraverso il cibo e può interessare l’intero tratto gastrointestinale, dalla gola al colon. I sintomi, che anche in questo caso prevedono un tempo d’incubazione di 1-7 giorni, comprendono:

L'antrace da inalazione è la forma più severa di infezione, spesso letale nonostante le terapie. A differenza delle altre varianti, può restare in incubazione fino a due mesi. I primi sintomi con cui si manifesta sono:

  • Sintomi simil-influenzali quali febbre, fiacchezza, dolori muscolari e mal di testa
  • Tosse (anche con sangue)
  • Difficoltà a deglutire
  • Affanno
  • Leggero dolore toracico 

Con il progredire della malattia, possono insorgere difficoltà respiratorie, danni a organi interni, shock e meningite.

A queste forme di infezione se ne aggiunge un’altra diagnosticata recentemente in territorio europeo: antrace da iniezione, scatenata dalla somministrazione di droghe illegali per via endovenosa, che si presenta con:

  • Arrossamento nella sede dell’iniezione
  • Gonfiore 
  • Danni a organi interni
  • Shock
  • Meningite

Come si diagnostica?

La diagnosi dell’infezione da antrace generalmente viene eseguita attraverso i seguenti accertamenti:

  • Esami di laboratorio, che vanno alla ricerca dei batteri dell'antrace all’interno di campioni di sangue, lesioni cutanee e secrezioni respiratorie
  • Analisi delle feci, sempre finalizzate a identificare i batteri
  • Radiografia del torace o TAC, per rilevare la presenza di antrace da inalazione
  • Puntura lombare, allo scopo di prelevare un campione di liquido da analizzare. Questa procedura si esegue qualora si sospetti la presenza di antrace sistemico con rischio di meningite

Qualora la diagnosi confermi la malattia, quest’ultima deve essere notificata al Ministero della Salute.

Come si cura?

La cura dell'antrace dipende dal tipo di infezione e dalla gravità dei sintomi che l’accompagnano.

Il trattamento standard dell’infezione prevede l'uso di antibiotici, che possono essere combinati e protratti più o meno nel tempo a seconda delle modalità con cui si è contratta la malattia. La terapia, per poter essere efficace, deve essere iniziata il più presto possibile: con il passare del tempo, infatti, specialmente nei casi di antrace da inalazione, aumenta l’accumulo di tossine nell’organismo, contro cui gli antibiotici sono inefficaci. Le cure possono includere anche il drenaggio di fluidi corporei, la somministrazione di ossigeno, e terapie di supporto per gestire sintomi come la febbre o la difficoltà respiratoria.

In casi particolari possono essere impiegate cure con anticorpi monoclonali, sviluppate negli Usa dopo l’attacco bioterroristico del 2001.

Contro l'antrace è disponibile un vaccino per le persone più esposte al rischio: personale militare, tecnici di laboratorio, veterinari, impiegati di industrie tessili che lavorano pelli importate, ecc. La vaccinazione ha un’efficacia molto elevata, ma può provocare forti reazioni allergiche e per questo motivo è riservata alle categorie più a rischio, in particolare al personale militare. Un vaccino specifico è previsto invece per gli animali: in Italia è prodotto e distribuito dall’Istituto zooprofilattico della Puglia e Basilicata e somministrato a tutti gli animali a rischio.