Che cos’è la cheratite amebica?
La cheratite amebica, o cheratite da Acanthamoeba, è una rara infezione della cornea causata dal protozoo Acanthamoeba. Questo protozoo può ritrovarsi in ambienti in cui è presente l’acqua. Luoghi come piscine, laghi e fiumi; ma anche sulle lenti a contatto non igienizzate correttamente.
Questo tipo di cheratite può avvenire quando l’ameba entra in contatto con la superficie oculare, penetrando la cornea e causando infiammazione, dolore e danni ai tessuti. La cheratite da Acanthamoeba si manifesta nella maggior parte delle diagnosi in chi indossa lenti a contatto. In particolare se portate per periodi prolungati o senza seguire le corrette misure igieniche.
Quali sono i sintomi della cheratite?
I sintomi della cheratite amebica sono:
Nella fase iniziale dell’infezione i sintomi possono essere simili a quelli di una congiuntivite o di una semplice irritazione oculare. Con l’evolversi dell’infezione, possono prodursi gravi danni alla cornea, con la formazione di ulcere che rischiano compromettere in modo definitivo la vista. Alcuni pazienti riferiscono anche la sensazione di corpo estraneo nell’occhio e difficoltà a chiudere completamente la palpebra a causa del dolore.
La comparsa dei sintomi può, in ogni caso, avvenire diversi giorni dopo il contatto con l’ameba. Il periodo di incubazione varia da pochi giorni a settimane, a seconda della gravità dell’infezione e delle difese immunitarie della persona. L’infezione può portare a cicatrici corneali e, se non trattata correttamente, alla cecità.
Diagnosi di cheratite amebica
La diagnosi di cheratite amebica si basa principalmente su un esame oculistico approfondito. L’oculista esamina la cornea e, in presenza di sintomi sospetti, può richiedere campioni prelevati dalla superficie oculare. Campioni come lacrime o tessuti corneali da far analizzare in laboratorio.
Il test diagnostico più comune è la coltura microbiologica, che permette di identificare la presenza dell'ameba Acanthamoeba. Altri test diagnostici includono la microscopia a fluorescenza e PCR (reazione a catena della polimerasi), che possono confermare la presenza del microrganismo. Poiché i sintomi iniziali della cheratite amebica possono sembrare simili a quelli di altre infezioni oculari, come la cheratite virale o batterica, è importante eseguire una diagnosi certa per identificare correttamente la causa dell’infezione.
Come si cura la cheratite da Acanthamoeba?
Il trattamento della cheratite da Acanthamoeba richiede una terapia tempestiva e mirata, al primo manifestarsi dei sintomi. La terapia farmacologica di prima linea include antibiotici, antifungini e antiprotozoari per combattere l’infezione.
Tra i princìpi attivi più utilizzati c’è il poliesametilene biguanide (PHMB), che ha dimostrato essere efficace contro l'ameba. Può risultare necessario l’uso combinato di colliri contenenti diamidina o chlorhexidine per ottenere una guarigione completa. I pazienti che indossano lenti a contatto devono sospenderne immediatamente l’uso e migliorarne, in seguito, la gestione e l’igiene per prevenire future infezioni.
Nei casi più gravi, quando l’infezione causa danni irreversibili alla cornea, potrebbe essere necessario un trapianto di cornea per ripristinare la vista. Il trattamento della cheratite da Acanthamoeba è spesso lungo e richiede una vigilanza costante per monitorare la risposta alla terapia e prevenire complicazioni.
Quanto tempo ci vuole per guarire dalla cheratite?
La guarigione dipende dalla tempestività del trattamento. Nella maggior parte dei casi, se l’infezione viene trattata precocemente con la terapia appropriata, i pazienti possono recuperare la vista senza danni duraturi.
Nei casi avanzati, quando l’infezione ha danneggiato gravemente la cornea, la guarigione completa potrebbe richiedere un periodo più lungo o anche un intervento chirurgico, come il trapianto di cornea. I pazienti devono seguire rigorosamente le indicazioni del medico e continuare la terapia per tutto il periodo raccomandato, per evitare recidive o danni permanenti alla vista.