La cistite emorragica è una infiammazione a carico della vescica che comporta presenza di sangue nelle urine. Può avere cause, di tipo batterico, virale o fungino. Richiede trattamento farmacologico.
Cos’è la cistite emorragica?
La cistite emorragica è una forma di infiammazione a carico della vescica caratterizzata dalla presenza di sangue nelle urine. Può avere diverse cause, di tipo batterico, ad esempio, virale o fungino.
Ad essere colpita è la mucosa della vescica, dal momento che questo tipo di infiammazione acuta colpisce la mucosa fino ad interessare anche i capillari. Si ha l’ematuria, ovvero la perdita di sangue nelle urine, che può essere accompagnata da altri sintomi.
Quali sono i sintomi della cistite emorragica?
I due sintomi distintivi di questa cistite sono l’infiammazione della vescica e l’ematuria, come detto. L’ematuria viene suddivisa in quattro gradi: dal grado 1, che permette di parlare di microematuria, con tracce di sangue scarsamente visibili a occhio nudo, fino al grado 4, quando i coaguli di sangue non permettono la minzione.
Ulteriori sintomi che specificano il quadro sintomatico possono essere:
- stranguria, ovvero dolore e bruciore che si manifestano durante la minzione
- disuria, quando il paziente sperimenta delle difficoltà continue oppure intermittenti nell’urinare
- pollachiuria, che si verifica nei casi in cui il bisogno di urinare aumenta e la quantità di urine espulsa diminuisce nella singola minzione
- dolore addominale, nello specifico nella zona alta del pube
- stanchezza, da considerarsi conseguenza di uno stato anemico che intacca notevolmente lo stato di salute del paziente ed è dovuto all’escrezione di sangue
- tenesmo della vescica, che si traduce in dolore e dal bisogno impellente di urinare.
È anche possibile che il paziente abbia mal di testa, febbre, o febbre alta. I sintomi si manifestano con una durata estremamente variabile. Solitamente, con opportune terapie farmacologiche e rivolvendo la causa sottostante, può essere gestita in circa due settimane.
Quando preoccuparsi?
La cistite emorragica è una condizione che deve essere gestita in modo rapido e con interventi mirati. Nel momento in cui si ravvisa la presenza di sangue nelle urine bisogna rivolgersi al proprio medico per una diagnosi e per intraprendere le cure del caso.
Quali sono le cause di tipo infettivo?
Ci sono tre cause di tipo infettivo per la cistite emorragica e sono le infezioni di tipo batterico, che rappresentano la maggior parte dei casi, seguono le infezioni virali e, in misura estremamente minore, le infezioni dovute a funghi.
Le infezioni batteriche che causano cistite emorragica sono solitamente dovute a Escherichia coli, ma anche ad altri batteri come Klebsiella, Pseudomonas aeruginosa, Proteus o Staphylococcus saprophyticus.
Per quanto riguarda le cause virali, il virus BK (poliomavirus) può causare cistite emorragica in pazienti immunodepressi, ad esempio in chi riceve trapianti di organo e in pazienti con AIDS. Anche adenovirus (nello specifico ceppi quali 7, 11 o 35). Si segnalano anche il Citomegalovirus e il Virus dell’influenza A.
In ambito fungino il principale patogeno è Candida albicans, un lievito che può causare infezioni nelle vie urinarie, specialmente in individui con sistema immunitario compromesso.
Cause di tipo non infettivo
Le cause non infettive sono molteplici e possono essere l’esposizione a radiazioni, come nel caso della radioterapia per il trattamento di tumori. Alcuni farmaci, in particolare alcuni chemioterapici come la ciclofosfamide e il ifosfamide, possono indurre cistite emorragica a causa della loro tossicità alla vescica.
Anche disturbi autoimmuni quali la cistite interstiziale, che provoca infiammazione e ulcere nella parete vescicale, possono portare a episodi di sanguinamento. Non sono da escludere lesioni fisiche, dovute a urti o traumi, o procedure mediche invasive come un intervento chirurgico o la cateterizzazione vescicale protratta per lungo tempo.
Fattori di rischio
Possono esserci diversi fattori di rischio per l’insorgenza della cistite emorragica, a partire da una igiene intima insufficiente e da rapporti sessuali soprattutto non protetti. Anche l’adozione di prodotti per l’igiene intima che risultano aggressivi può essere menzionata.
Ulteriori fattori di rischio sono gli assorbenti interni, anticoncezionali di tipo meccanico, ed è il caso del diaframma, o il catetere. Il diabete può essere un altro fattore di rischio, dal momento che lo zucchero causa proliferazione batterica.
Diagnosi di cistite emorragica
Per la diagnosi sono necessari innanzitutto l’anamnesi, che riguarda sia la storia clinica del paziente, e l’esame obiettivo, che permette di rilevare sintomi in corso che siano riconducibili a questo tipo di infiammazione.
Gli esami strumentali che permettono di avere diagnosi certa sono:
Questi due esami aiutano a capire se la cistite emorragica ha origini infettive o non infettive, e permettono di capire quale è l’agente patogeno. Per escludere altre cause, si può ricorrere ad esami di imaging alla cistoscopia.
Terapie per la cura della cistite emorragica
Le terapie previste in caso di origine infettiva comprendono antibiotici, antivirali o farmaci antifungini, a seconda della causa infettiva specifica rilevata durante la diagnosi.
Le terapie invece previste quando la causa non è infettiva sono di tipo sintomatico, e oltre alla corretta idratazione, possono prevedere la somministrazione di fluidi al paziente per via endovenosa, così da facilitare la produzione e l’escrezione di urina.
Si possono prescrivere farmaci antidolorifici o miorilassanti, così da aiutare la muscolatura della vescica a rilassarsi. Una tecnica cui si ricorre, per evitare la formazione di coaguli e un eventuale blocco della minzione, è l’irrigazione della vescica. Per mezzo di un catetere, nella vescica viene immessa acqua o, in alternativa, una soluzione con cloruro di sodio.