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Claudicatio intermittens o zoppia intermittente

A cura di
Enrico Roberto
Pedotti

La claudicatio intermittens è una condizione dolorosa che colpisce prevalentemente le gambe e che porta ad una zoppia di diversi gradi di gravità

Cosa vuol dire claudicatio intermittens?

Il termine latino claudicatio intermittens significa letteralmente zoppia intermittente ed indica quello che è il maggior sintomo di una condizione che ha come causa prima un’occlusione vascolare, dovuta a sua volta ad una serie di patologie o fattori di rischio che ne aumentano la possibilità di svilupparsi.

La condizione si presenta come un forte dolore concentrato agli arti inferiori, prevalentemente al polpaccio, ma a volte anche in zona femorale e al gluteo. Il dolore impedisce al paziente colpito la corretta deambulazione, per cui compare appunto la zoppia.

In base alla gravità, ovvero intensità, dei sintomi dolorosi sperimentati dal paziente, la claudicatio intermittens può essere distinta in diversi stadi:

  • stadio 1: a riposo asintomatica, la condizione diventa dolorosa con uno sforzo intenso, a cui il corpo del paziente non sia abituato
  • stadio 2: il dolore appare dopo una camminata molto breve 
  • stadio 3: il dolore è presente anche a riposo 
  • stadio 4: appaiono le prime ulcerazioni dei tessuti periferici dovute alla mancata ossigenazione 

Per completezza di informazione, in casi rari questa condizione può apparire anche alle braccia. 

Quali sono le cause della zoppia intermittente? 

La causa primaria della zoppia intermittente è il dolore provato dai muscoli a causa di una mancata o ridotta ossigenazione, a sua volta, nella maggioranza dei casi, causata dalla malattia arteriosa occlusiva periferica, una forma di aterosclerosi che colpisce le aree periferiche dell’organismo. 

Quando l’arteria occlusa è quella femoro-poplitea, il dolore colpisce il polpaccio; quando invece l’arteria che viene interessata dall’occlusione è l’arteria iliaca, il dolore si concentra sul fianco o sul gluteo.

I fattori di rischio e le patologie che possono comportare questa malattia occlusiva sono molti, e hanno a che fare con lo stile di vita, con il sesso maschile, con l’età, alcune patologie di natura neurologice etc. 

Tra i principali elementi inseribili tra fattori di rischi e patologie correlate con relazione causale abbiamo:

Un’ulteriore causa di claudicatio intermittens è il cosiddetto “canale stretto lombare”, una patologia legata ad una diminuzione quasi sempre congenita dello spazio vertebrale in cui è alloggiato il midollo spinale.

Claudicatio intermittens, sintomi e segni

La condizione è di per sé già un sintomo e come detto consiste in un dolore localizzato che solitamente rende la deambulazione difficoltosa, e in casi gravi quasi impossibile.

In relazione alla causa scatenante, tuttavia, possono essere presenti altri sintomi o segni correlati, che si localizzano di natura varia. Tra i principali e più frequenti da un punto di vista epidemiologico troviamo: 

  • rigidità muscolare dell’arto interessato
  • intorpidimento con possibile parestesia o ipoestesia (anomalie tattili) 
  • cianosi, cioè un’alterazione della colorazione cutanea dovuta ad una insufficiente  ossigenazione
  • abbassamento della normale temperatura dell’arto colpito 
  • disfunzione erettile per i soggetti di sesso maschile 
  • riduzione della tolleranza al movimento e allo sforzo fisico 
  • perdita della peluria nella zona
  • anomalo ispessimento delle unghie dei piedi 
  • assottigliamento della cute localizzato
  • pallore

Come complicazione principale, la mancanza di ossigeno localizzata, può causare delle lesioni ai tessuti che possono sfociare nella necrosi degli stessi (gangrena) se la condizione non viene trattata. 

La condizione di per sé non è seria all’inizio, ma trascurarla può portare a problemi anche gravi, come abbiamo visto.

Si invita pertanto a rivolgersi al medico in caso di comparsa di dolore anomalo agli arti inferiori. 

Come si diagnostica e cura la claudicazione intermittente?

La diagnosi solitamente procede dalla raccolta dei dati anamnestici, durante la quale il medico registra a colloquio con il paziente i dettagli riguardanti la sintomatologia, la sua intensità e le circostanze della sua occorrenza. 

Viene parimenti investigata in fase di anamnesi l’esistenza o meno di fattori di rischio tra quelli elencati sopra.

Successivamente ha luogo l’esame obiettivo, in cui il medico verifica brevemente il generale stato di salute del paziente attraverso i parametri base, come il battito cardiaco, la respirazione, e molto importante in casi di sospetta claudicatio intermittens, la pressione arteriosa. 

Per una diagnosi accurata della patologia vascolare che causa la condizione, sono però necessari accertamenti specifici come  eco-color doppler, angiografia o angio RM.

In caso di sospetto di “canale stretto lombare” è opportuno eseguire una RMN lombosacrale

Molto importanti poi sono le analisi del sangue per la colesterolemia e trigliceridemia, oltre che per la glicemia

La terapia viene stabilita in base alla gravità della condizione riscontrata durante la fase di diagnosi della claudicatio intermittens. 

Tendenzialmente si procede con un approccio multifattoriale, che prevede la prescrizione di alcuni farmaci per la fluidificazione del sangue, la vasodilatazione e la riduzione di colesterolo e trigliceridi, unita ad alcune importanti modifiche dello stile di vita. 

Vanno abolite abitudini alimentari scorrette, il tabagismo e promossa una graduale attività fisica che è vista come uno degli interventi fondamentali nel ristabilire la salute vascolare.

Nei casi più gravi, tuttavia, può essere necessario un intervento chirurgico, che viene definito angioplastica, con il quale si procede alla liberazione dei vasi sanguigni ostruiti, in modo da migliorare il flusso sanguigno.