La colangite è un’infiammazione dei dotti biliari, che può avere natura infettiva o autoimmune. Nel primo caso, è dovuta principalmente ai batteri e più raramente a parassiti
Che cos’è una colangite?
La colangite è una flogosi delle vie biliari dovuta, generalmente, a dei processi ostruttivi.
La condizione può essere ulteriormente complicata da infezioni batteriche o, più raramente, parassitarie. Altre volte, invece, può avere natura autoimmune. Si parla, in tale eventualità, di colangite sclerosante primitiva.
Colangite infettiva
La colangite può essere complicata da un’infezione di natura batterica o, in casi più rari, parassitaria. Succede quando, a causa dell’ostruzione dei dotti biliari, i batteri si riversano nella bile. L’infezione, quindi, è una patologia secondaria.
Altre volte e più di rado, la colangite infettiva è la conseguenza di problemi al tubo digerente quali, ad esempio:
Può anche essere il risultato di condizioni patologiche a carico del pancreas come:
Anche gli interventi chirurgici ad appendice, duodeno o stomaco possono avere tra le loro complicanze colangiti infettive.
Abbiamo visto come queste infezioni possano avere anche natura parassitaria. In questi casi, tra i principali patogeni responsabili si possono citare l’Ascaris lumbricoides o la Clonorchis sinensis.
L’infezione di tipo batterico è molto più comune, soprattutto nei Paesi industrializzati, dove solitamente è causata da:
È la stasi biliare a favorire l’insorgere delle infezioni che, generalmente, si sviluppano per via ascendente e solo in casi più rari attraverso il sangue, il sistema linfatico o canalicolare discendente.
Quando c’è anche presenza di pus, si parla di colangiti acute suppurative, condizione che favorisce la formazione di ulcere, la necrosi e le emorragie.
Colangite sclerosante
Si parla di colangite sclerosante quando la flogosi delle vie biliari ha natura autoimmune ed è, quindi, dovuta ad una reazione immunitaria anomala contro i dotti biliari che finiscono per restringersi.
Spesso, in associazione a questa forma di colangite, il paziente ha anche altre patologie infiammatorie a carico dell’intestino quali la colite ulcerosa o il morbo di Crohn.
Quali sono i sintomi della colangite?
Le manifestazioni sintomatologiche della colangite dipendono dalla natura dell’infiammazione e dalle cause che l’hanno innescata.
Generalmente, i sintomi che i vari tipi di flogosi hanno in comune sono febbre - che si associa spesso anche a dolore addominale e ittero - feci di colore chiaro e urine scure.
Sono comuni anche i sintomi associati a disturbi a carico del fegato quali nausea e vomito, difficoltà nella digestione e un senso generale di malessere.
Per quanto riguarda la colangite di natura autoimmune, la cosiddetta colangite sclerosante primitiva, allo stadio iniziale, possono manifestarsi sintomi come prurito e senso di fatica.
Con il progredire della patologia - la cui velocità cambia da paziente a paziente, a seconda delle caratteristiche individuali di ciascuno - possono aggiungersi dolore addominale (in particolare nell’area in altro a destra), brividi, febbre e sudorazione notturna.
Il paziente può accusare anche fegato e milza ingrossati, perdita di peso e ittero.
Man mano che la malattia progredisce, possono aggiungersi anche le tipiche manifestazioni della cirrosi come ipertensione sanguigna della vena porta, ossia quella che conduce il sangue dall’intestino al fegato, ascite (accumulo di liquido a livello addominale) e insufficienza epatica anche grave.
Come diagnosticare la colangite?
Per la diagnosi di colangite ci si avvale di molteplici esami strumentali per immagini. Ad esempio, per individuare eventuali ostruzioni dei dotti biliari ci si serve di tecniche colangiografiche.
Per verificare possibili ispessimenti delle pareti dei dotti biliari o l’eventuale presenza di calcoli, invece, possono essere indicate ecografia, TAC o risonanza magnetica.
Può essere utile anche analizzare i parametri ematochimici del paziente attraverso degli esami del sangue. In caso di colangiti infettive, infatti, si può registrare un aumento della bilirubina, della Ves e del numero di globuli bianchi. Allo stesso tempo, possono crescere gli enzimi associati a stasi biliare (fosfatasi alcalina).
Tra gli esami prescritti ci può essere, ancora, la CPRE, ossia la colangiopancreatografia retrograda endoscopica. Si tratta di una radiografia delle vie biliari con contrasto. Solo raramente questo esame viene indicato per la diagnosi di colangiti di natura autoimmune, a causa delle possibili complicanze dovute al mezzo di contrasto.
Il medico può richiedere una biopsia del fegato per valutare l’entità dell’eventuale danno a quest’organo. Questo esame viene effettuato nei casi in cui la diagnosi è ancora incerta e solo dopo analisi meno invasive come i test ematici. Anche attraverso quest’ultimi infatti - abbiamo visto - possono essere valutate le funzionalità epatiche, che danno informazioni utili ai fini della diagnosi di colangite sclerosante primitiva.
Per quanto riguarda sempre gli esami del sangue prescritti per la diagnosi di colangite di natura autoimmune, questi possono includere anche la ricerca degli anticorpi contro la regione perinucleolare dei neutrofili, i quali sono fortemente indicativi della presenza della malattia.
Cosa fare in caso di colangite?
Quando la colangite ha origine infettiva, il trattamento terapeutico consiste nella somministrazione di antibiotici a largo spettro. Bisogna, però, risolvere anche il processo ostruttivo a causa del quale si è creata una situazione di stasi biliare. L’opzione è quella chirurgica, attraverso un intervento tradizionale, per via endoscopica o, ancora, in laparoscopia.
Il trattamento delle colangiti sclerosanti primarie, invece, ha come obiettivo la gestione delle principali manifestazioni sintomatologiche, delle eventuali complicanze e dei possibili danni a carico del fegato sul lungo termine.
Un sintomo come il prurito, ad esempio, può essere trattato con un acido biliare come l’ursodiolo, che favorisce l’assorbimento della bile.
Ci sono, poi, farmaci, detti sequestranti degli acidi biliari, che impediscono il ritorno al fegato degli acidi biliari.
Tra le sue conseguenze possibili, la colangite sclerosante primitiva ha anche la difficoltà nell’assorbimento di alcune vitamine, per cui la terapia consiste nella loro integrazione alimentare con vitamine liposolubili.
Ad oggi, comunque, l’unico trattamento risolutivo per la colangite di natura autoimmune risulta essere il trapianto di fegato. Solitamente sono i pazienti con insufficienza epatica o altre complicanze altrettanto severe ad essere sottoposti a questo intervento.
C’è, tuttavia, anche in questo caso, la possibilità che la colangite possa colpire anche il fegato sano.