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Il DHT, acronimo di diidrotestosterone, è un ormone derivato dal testosterone, considerato strettamente responsabile dell’alopecia androgenetica, più comunemente detta calvizie maschile. Inoltre, sembra essere associato alla comparsa di altre patologie e condizioni. Vediamo quali.
Il DHT è un ormone androgeno steroideo prodotto soprattutto nella prostata, nei testicoli e nelle ghiandole surrenali. Si tratta di un metabolita del testosterone. Più precisamente, circa il 3% del testosterone viene convertito, attraverso l’azione dell’enzima 5-alfa reduttasi di tipo II, in diidrotestosterone (DHT).
Il DHT è l’ormone androgeno più potente dell’organismo: la sua attività è di 4 o 5 volte superiore rispetto a quella del testosterone. Grazie alla conversione dell’enzima, infatti, il diidrotestosterone ha una maggiore affinità per i recettori androgeni, e ne potenzia di conseguenza l’attività.
Il DHT svolge un ruolo fondamentale nello sviluppo dei caratteri primari maschili. È responsabile, già nell’utero materno, della formazione dei genitali esterni e della prostata, ma sostiene anche lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, come:
Questo ormone è inoltre coinvolto nello sviluppo delle masse muscolari, e della comparsa, a livello psicologico, dello stimolo sessuale.
Un eccesso di produzione di DHT è implicato nell’insorgenza di diversi disturbi e condizioni. Per esempio, l’ormone è stato identificato come fattore causale nello sviluppo di:
Il DHT è noto principalmente per il suo coinvolgimento nella calvizie maschile, ma sembra essere anche responsabile dell’insorgenza dell’iperplasia prostatica benigna. Questa è una condizione non maligna, le cui cause sono ancora sconosciute, che consiste in un ingrossamento della prostata. I fattori di insorgenza sono dovuti soprattutto ai cambiamenti ormonali dovuti all’età: l’iperplasia si sviluppa negli uomini, generalmente, a partire dai 40 anni.
Nelle donne, elevati livelli di DHT possono far sviluppare alcuni caratteri sessuali secondari androgeni, come l’approfondimento della voce e la crescita dei peli facciali e corporei.
Il DHT, come accennato sopra, è noto soprattutto per essere correlato all’insorgenza della calvizie maschile o alopecia androgenica. Questa è una condizione progressiva che porta alla parziale o completa perdita dei capelli. Nello specifico, però, la causa della calvizie non è direttamente il DHT, ma l’alta concentrazione a livello dell’unità pilosebacea dell’enzima 5-alfa reduttasi.
La sua azione sul cuoio capelluto è estremamente dannosa. Infatti. l’enzima atrofizza i follicoli piliferi e porta a quella che viene definita miniaturizzazione del follicolo. Questa condizione comporta il graduale assottigliamento e indebolimento dei capelli, che si riducono di dimensione e spessore. Il processo si conclude con la cessazione definitiva di ogni attività produttiva del follicolo e quindi con la calvizie.
L’esame serve per valutare la concentrazione sierica del DHT nel sangue, e di conseguenza dell’enzima 5-alfa reduttasi. L’esame può essere utile per:
L’esame viene eseguito attraverso prelievo di un campione di sangue venoso dal braccio. È necessario osservare un digiuno di almeno 8 ore.
I valori del DHT vengono espressi in picogrammi su millilitro: pg/ml. I valori normali sono per gli uomini:
Per le donne:
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
Un DHT basso nei maschi ha effetti diversi in base al periodo in cui si manifesta la carenza. Bassi valori di DHT nel periodo fetale possono dare esito a condizioni di pseudo ermafroditismo, ovvero quando un individuo geneticamente maschio, presenta anche accenni di organi sessuali femminili.
Se la carenza si verifica durante l'infanzia e l’adolescenza, le caratteristiche sessuali secondarie maschili saranno poco presenti: poca barba, voce poco profonda.
Nell’età adulta, un DHT basso può provocare alcuni sintomi relativi alla deprivazione androgenica come:
È possibile ridurre l'attività del DHT e dell’enzima 5-alfa reduttasi attraverso alcuni farmaci. Questi sono in grado di inibire una o entrambe le isoforme dell’enzima e sono:
La finasteride è molto impiegata per contrastare la caduta dei capelli. In generale, tutti questi medicinali sono impiegati anche nel trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna.
Gli effetti collaterali degli inibitori della 5-alfa reduttasi sono rari, e interessano principalmente la sfera sessuale. Questi comprendono:
Per ridurre gli effetti del DHT una soluzione potrebbe essere quella di riequilibrare il sistema ormonale in modo naturale. A questo scopo, potrebbe essere utile avere una dieta sana e equilibrata, utile non solo a contenere i livelli di ormoni, ma in generale alla salute dei capelli. Una dieta ricca di omega 3, per esempio a base di pesce azzurro, semi di chia e di lino, potrebbe contribuire, insieme ai trattamenti farmacologici, a rallentare la caduta dei capelli.
La Serenoa Repens sembrerebbe utile nel trattamento della calvizie. Si tratta di una pianta della famiglia delle Arecaceae. Secondo dati incoraggianti, una buona percentuale di pazienti, circa il 40%, trattati con Serenoa Repens avrebbero ottenuto risultati positivi nel contrastare la caduta dei capelli. La sostanza riuscirebbe a bloccare l’azione del DHT sul bulbo pilifero, fungendo da antagonista selettivo del legame tra DHT e recettore per gli androgeni.