Esami Santagostino Lab
Prezzo al Santagostino: 18,78€
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Il test viene prescritto in caso di esposizione, soprattutto professionale, al cloruro di metilene.
È necessario sottoporsi agli esami, per verificare o meno la presenza del diclorometano nel circolo sanguigno, nel caso in cui si abbia avuto un’esposizione prolungata a questa sostanza e quindi nel caso in cui la si sia inalata o si sia entrati in contatto con essa a livello cutaneo.
Viene prelevato un campione di sangue venoso.
No, l’esame non richiede alcuna preparazione.
Sì, è consigliabile che il paziente si presenti a digiuno per effettuare l’esame. In ogni caso, il medico responsabile della prescrizione di tale analisi saprà fornire giuste e maggiori informazioni in base al quadro clinico del paziente.
Sì, è opportuno fare questo test di prima mattina.
Nel 1839, un chimico francese isolò il cloruro di metilene da una miscela di cloro e di clorometano esposta alla luce del sole. Il diclorometano è stato ampiamente utilizzato nel corso degli anni, fino a che non ne è stata indicata la tossicità e il suo effetto cancerogeno.
Il diclorometano (DMC) è un composto organoclorurato e si presenta come un liquido incolore non infiammabile. Viene ampiamente utilizzato come solvente e nonostante sia immiscibile con l’acqua, è polare e anche miscibile con solventi organici come ad esempio etanolo, acetato di etile, tetracloruro di carbonio, etere dietilico, benzene ed esano.
Come solvente viene utilizzato:
Il diclorometano è una sostanza che si disperde facilmente nell’aria degli ambienti dove viene utilizzato, grazie alla sua discreta tensione di vapore, e in caso di esposizione può essere assorbito a livello cutaneo o inalato.
L’esame del diclorometano viene prescritto nel caso di esposizione professionale, ma non solo, a questa sostanza. Il metabolismo del cloruro di metilene è abbastanza rapido e la prima trasformazione avviene nel fegato con la formazione di monossido di carbonio. Quest’ultimo, una volta metabolizzato, si lega all’emoglobina determinando un incremento della percentuale di carbossiemoglobina, utilizzata come indicatore per monitorare a livello biologico il grado di esposizione professionale.
Ma considerando che anche altri processi potrebbero interferire nella formazione di carbossiemoglobina, risulta sempre più vantaggiosa, e consigliata, la ricerca e la determinazione nel sangue della quota immutata di cloruro di metilene.
Visto che il cloruro di metilene evapora molto facilmente, nel caso in cui si debba utilizzare è necessario munirsi degli opportuni dispositivi di protezione e mantenere un’adeguata ventilazione negli spazi ridotti.
Respirare i vapori di cloruro di metilene provoca danni al sistema nervoso centrale, quali: