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La disidratazione


La disidratazione è una condizione che, se persistente, può causare gravi danni all’organismo. Scopriamo perché e quali sono le possibilità di intervento per garantire il giusto apporto d’acqua.

Che cos’è la disidratazione? 

La disidratazione è una condizione che si verifica quando vi è carenza di acqua nell’organismo. Ciò significa che il corpo umano perde più liquidi – tramite la sudorazione, l’escrezione di urine e feci, la respirazione – di quelli che assume. Se questa perdita supera il 5-6% del peso corporeo e si protrae nel tempo, la disidratazione diventa patologica poiché priva il corpo di un elemento essenziale per il suo corretto funzionamento.

Vale la pena ribadire, infatti, che l’acqua costituisce la percentuale più significativa del peso corporeo di un essere umano:

  • fino al 75% del peso di un neonato
  • il 60% del peso di un maschio adulto
  • fino al 55% del peso di una donna adulta.

Una presenza così massiccia di acqua corporea risponde a diversi scopi:

  • a livello intracellulare, consente lo svolgimento dei processi metabolici all'interno delle cellule
  • a livello extracellulare, negli spazi tra le cellule, facilita lo scambio di sostanze tra i capillari e le cellule circostanti
  • a livello intravascolare, rappresenta la maggiore componente del plasma sanguigno, e trasporta dunque nutrienti, ormoni e altre sostanze essenziali in tutto il corpo.

Senza un adeguato apporto idrico, dunque, il corpo umano può sopravvivere solo per breve tempo.

Disidratazione: cause

Uno stato di disidratazione può essere provocato da diversi fattori. Tra le cause e i fattori di rischio più comuni vi sono:

  • perdite eccessive di liquidi per effetto di una sudorazione profusa (durante un’attività fisica intensa o per un caldo eccessivo), diarrea prolungata, vomito ripetuto o ustioni
  • assunzione di farmaci diuretici, che, per l’appunto, aumentano la diuresi
  • condizioni patologiche: alcune condizioni mediche, come il diabete mellito, il diabete insipido e il morbo di Addison, possono aumentare il rischio di disidratazione poiché influenzano il bilancio idrico dell'organismo
  • inadeguata assunzione di liquidi: una dieta povera di liquidi, combinata con l'assunzione eccessiva di bevande disidratanti come caffè, alcolici e bevande gassate, può contribuire alla disidratazione
  • età infantile o anziana: i bambini e le persone anziane sono in genere più suscettibili alla disidratazione a causa di una ridotta sensibilità alla sete, e rischiano perciò di non controbilanciare a dovere le fisiologiche perdite di acqua

Cosa succede ad un corpo disidratato?

Quando un corpo diventa disidratato, si verificano in esso una serie di cambiamenti che possono arrivare a compromettere il suo regolare funzionamento. 

In presenza di uno stato di disidratazione, infatti, il corpo risponde attivando il centro cerebrale della sete, e spingendo la persona a cercare di assumere più liquidi. Tuttavia, se l'introduzione di acqua non riesce a compensare la perdita, la disidratazione può peggiorare. La sudorazione e la produzione di urina si riducono. Per conservare la quantità necessaria di sangue e la pressione arteriosa, l'acqua si sposta dall'interno delle cellule verso il flusso sanguigno.

Se la carenza idrica persiste, i tessuti dell'organismo iniziano a perdere liquidi e le cellule possono funzionare in modo anormale.

Conseguenze della disidratazione

Ma cosa provoca, in dettaglio, la disidratazione? Ecco le sue conseguenze principali:

  • compromissione delle funzioni cognitive: una ridotta idratazione può avere una ricaduta notevole sulla salute del cervello, influenzando lo stato dell’umore e le funzioni cognitive, inclusa la concentrazione, l'attenzione e la memoria
  • aumento del rischio di colpi di calore e sforzo termico durante l'esercizio fisico intenso o in condizioni ambientali calde. Senza un adeguato apporto di liquidi, il corpo può avere difficoltà a regolare la temperatura corporea e risentire di un aumentato rischio di ipertermia
  • riduzione delle prestazioni fisiche: la disidratazione può causare un affaticamento muscolare precoce, crampi e una diminuzione della resistenza fisica
  • aumento del rischio di infezioni urinarie: uno stato di disidratazione può tradursi in una produzione di urina minore e dunque più concentrata. Una condizione che a sua volta può favorire la proliferazione batterica a livello dell'apparato urinario
  • peggioramento della funzione renale: la disidratazione può comportare l’aumento del rischio di calcoli renali e compromettere la capacità dei reni di eliminare i prodotti di scarto
  • peggioramento dei sintomi di alcune patologie: persone affette da malattie croniche come il diabete o l'ipertensione possono essere più sensibili agli effetti della disidratazione. Una ridotta idratazione può peggiorare i sintomi e aumentare il rischio di complicazioni associate a queste condizioni
  • prolasso della valvola mitrale, in presenza di una disidratazione grave
  • shock e danni a organi: se la disidratazione non viene trattata adeguatamente, può portare a gravi conseguenze, tra cui shock ipovolemico e insufficienza di organi vitali come i reni e il cuore
  • coma e decesso, nei casi più severi.

Considerata la gravità degli effetti che può causare, è importante prestare attenzione a eventuali segnali di disidratazione e intervenire tempestivamente per ripristinare l'equilibrio idrico dell'organismo.

Che sintomi ha la disidratazione?

Quando è disidratato, il corpo tende a presentare i seguenti sintomi:

  • stimolo della sete: il bisogno di bere è in genere il primo segnale di disidratazione. Il corpo cerca di compensare la perdita di liquidi richiedendo più acqua, e questo può manifestarsi come una sensazione di secchezza alla bocca e alla gola
  • diminuzione della produzione di urina: il corpo tende a conservare acqua riducendo la produzione di urina, che di conseguenza può diventare più concentrata e di colore più scuro
  • sudorazione scarsa 
  • ridotta elasticità cutanea: la salute della pelle è direttamente interessata dall’insufficienza d’acqua e può manifestare minore elasticità e, talvolta, secchezza e comparsa di rughe
  • stanchezza e debolezza, come effetto degli sforzi da parte dell'organismo di mantenere il corretto equilibrio idrico
  • vertigini, per effetto di un calo della pressione arteriosa
  • confusione e irritabilità, segno di un alterato funzionamento delle cellule cerebrali.

Come si fa a capire se si beve poco?

Quando l’acqua che si introduce è scarsa, i segnali cui prestare attenzione sono in particolare:

  • sensazione di sete
  • minzione ridotta
  • affaticamento
  • secchezza cutanea
  • mal di testa
  • stipsi.

Per prevenire la disidratazione, è consigliabile bere regolarmente durante il giorno, specialmente in condizioni di caldo intenso o durante l'esercizio fisico. È bene assicurarsi di bere anche quando non si avverte la sete, poiché questa sensazione può non essere sempre un indicatore affidabile di disidratazione.

Altrettanto importante è curare l’alimentazione quotidiana consumando alimenti ricchi di acqua, tra tutti:

  • frutta e verdura fresche
  • minestre e piatti brodosi
  • tè e tisane
  • latte e yogurt.

Cosa fare quando si è disidratati?

In caso di disidratazione lieve, la soluzione migliore è quella di assumere molta acqua. Quando la carenza di liquidi è invece moderata o severa, per esempio in caso di vomito o diarrea prolungati, è necessario reintegrare gli elettroliti persi, in special modo sodio e potassio. Possono essere utili a questo proposito le soluzioni reidratanti orali o, nei casi più gravi, la somministrazione di cloruro di sodio per via endovenosa.

È fondamentale evitare bevande zuccherate, gassate, contenenti caffeina o alcol, poiché possono aumentare la perdita di liquidi.