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Emicrania: che cos’è e come trattarla


Con il termine emicrania si fa riferimento a una sindrome comune caratterizzata da attacchi parossistici ricorrenti di cefalea, spesso a carattere pulsante e talvolta, ma non obbligatoriamente, con localizzazione emilaterale.

Che cos'è l'emicrania?

L'emicrania è una sindrome piuttosto comune caratterizzata da attacchi ricorrenti di mal di testa. Questi si presentano spesso con carattere pulsante e in diversi casi con localizzazione emilaterale (su un solo lato).

Dalla durata degli attacchi sino alle tipologie, ecco tutto quello che si deve sapere sull'emicrania.

Quanti giorni dura l'emicrania?

Gli attacchi di emicrania spesso durano e si risolvono nell'arco di un paio di ore. In alcuni casi, meno comuni, però, il dolore può protrarsi anche per alcuni giorni, peggiorando notevolmente la qualità della vita di chi ne soffre.

Tipi di emicrania

  • E. addominale, sintomi episodici, quali dolore e nausea o vomito, che interessano l’addome in soggetti sofferenti di emicrania. Si pensa che queste manifestazioni rappresentino l’equivalente dell’emicrania nella zona addominale
  • E. complicata, attacco di emicrania in cui le manifestazioni dell’aura (emianopsia, afasia, emiplegia, ecc.) sono eccezionalmente severe o protratte o in cui si verificano manifestazioni insolite, quali sincope o epilessia
  • E. emiplegica, attacco di emicrania associato a episodi ricorrenti di emiplegia. Il disordine è spesso familiare e forse a carattere dominante riguardo all’ereditarietà
  • E. epilettica, 1. Concomitanza di epilessia ed emicrania nello stesso soggetto.
    2. Cefalea simile all’emicrania che precede o segue un attacco epilettico
  • E. facioplegica, paralisi facciale unilaterale e transitoria che si verifica nel corso di un attacco di emicrania
  • E. mestruale, attacco di emicrania che si manifesta durante il ciclo mestruale o immediatamente prima
  • E. oftalmica, qualunque sintomo visivo (ambliopia transitoria, emianopsia, fotofobia, scotomi e teicopsia) che si manifesta come un’aura emicranica. In rari casi i difetti del campo visivo, dovuti ad un’occlusione delle arterie retiniche oppure di un’arteria cerebrale posteriore, possono essere irreversibili
  • E. oftalmoplegica, paresi o paralisi di uno dei nervi cranici che innervano i muscoli oculari esterni (di solito l’oculomotore e meno frequentemente l’abducente o il trocleare), che insorge durante un attacco di emicrania. Si è visto che in alcuni pazienti affetti da questo disturbo è presente un aneurisma intracranico della carotide interna, ma generalmente non si riscontrano tali cause fisiche nei soggetti che soffrono di attacchi ricorrenti. Anche malattia di Charcot, malattia di Möbius, oftalmoplegia recidivante, sindrome di Möbius

Che differenza c'è tra emicrania e mal di testa?

La cefalea può essere classificata in:

  • cefalea di tipo primario, patologia a sé
  • cefalea di tipo secondario, dove il mal di testa deve essere indagato perché sintomo di altro

Tra le cefalee primarie distinguiamo: l'emicrania, la cefalea muscolo tensiva (o detta comunemente mal di testa), la cefalea a grappolo, da tosse, da attività sessuale, da freddo, da attività fisica e da altre cause.

L'emicrania è caratterizzata da un dolore unilaterale e pulsante (di intensità medio forte) con sintomi quali la nausea, il vomito, la fonofobia e la fotofobia (sensibilità alla luce); la cefalea tensiva (o mal di testa) i cui fattori scatenanti generalmente sono le posture scorrette, le condizioni di stress o di forte stanchezza, è caratterizzata da un dolore di media intensità, costrittivo e bilaterale. Mentre la prima ha una durata in media di 4 o 72 ore, la seconda dura dai 30 minuti fino a 7 giorni.

Tra le cefalee secondarie possiamo invece distinguere, tra le più comuni: quelle da trauma cranico o/e cervicale, da patologie del cranio non vascolari e vascolari, da uso di sostanze, da infezioni, da disturbi degli occhi e difetti della vista, delle orecchie, del naso e quelle da disturbi neurologici o psichiatrici e da neuropatie dolorose craniche.

Emicrania: le cause

Ci sono persone che più di altre sono predisposte all’emicrania e hanno una frequenza degli attacchi superiore alla media, diversamente da chi soffre di questo disturbo solo in forme episodiche. Ciò è dovuto, solitamente, ad una maggiore sensibilità del sistema nervoso. Le ragioni non sono ancora del tutto chiare, anche se le evidenze scientifiche hanno chiarito come esistano alcuni fattori in grado di favorire la comparsa dell’emicrania come:

  • fattori ormonali
  • fattori ambientali
  • predisposizione genetica
  • patologie sistemiche

Per quanto riguarda i fattori ormonali, sembra che i principali ormoni femminili, ossia gli estrogeni, giochino un ruolo chiave nell’innescare gli attacchi emicranici. Ciò potrebbe spiegare anche il fatto che l’incidenza dell’emicrania sia maggiore nella popolazione femminile o che alcune donne soffrano di emicrania a ridosso del ciclo mestruale (prima e dopo) o durante.

Un altro aspetto che rafforza l’ipotesi della fluttuazione degli estrogeni come fattore scatenante delle emicranie è che queste sono più rare nel corso dell’ultimo trimestre di gravidanza, in coincidenza con una stabilizzazione proprio degli estrogeni. Al contrario, si manifestano con maggior frequenza quando, in seguito al parto, la loro concentrazione cala velocemente.

Oltre alle fluttuazioni ormonali, ci possono essere anche diverse altre cause in grado di innescare gli episodi di emicrania. Una di queste è, ad esempio, la mancanza di sonno (insonnia) o i cambiamenti meteorologici (pressione atmosferica in particolare).

Possono fare da innesco anche una stimolazione eccessiva dei sensi - nel caso ad esempio di odori troppo forti o luci intermittenti - e lo stress.

L’alimentazione può giocare un ruolo chiave nel favorire l’emicrania. Ad esempio, quando si saltano i pasti è più facile che venga il mal di testa, ma si è ipotizzata una correlazione anche tra alcuni alimenti specifici e l’emicrania:

  • alcuni salumi (salsicce e salami)
  • pesce (essiccato o affumicato)
  • caffeina
  • cibi che contengono nitrati o monoglutammato di sodio (dadi, condimenti, cibi da fast food)

Tra le altre cause di emicrania o comunque tra i fattori in grado di aggravarla, infine, ci sono:

  • traumi cranici
  • dolori al collo
  • disturbo dell’articolazione temporo-mandibolare

Emicrania, i sintomi principali

L'emicrania è di solito preceduta (uno o due giorni prima dell'attacco) da sintomi quali:

  • fenomeni visivi come emianopsia, scotoma e teicopsia
  • fenomeni sensitivi come parestesie di solito accompagnate da nausea o vomito e fotofobia

Il segno premonitore (aura) è dovuto a vasocostrizione arteriosa, mentre la cefalea è dovuta a dilatazione extracranica e intracranica. Spesso la cefalea insorge senza aura, mentre meno comunemente avviene che l’aura non sia seguita da cefalea.

I sintomi dell'attacco di emicrania possono includere:

  • nausea
  • vomito
  • disturbi visivi o abbagliamento
  • vertigini
  • sensibilità ai suoni, alla luce, agli odori
  • irritabilità
  • nervosismo
  • confusione e agitazione
  • scarsa concentrazione
  • sudorazione
  • dolore addominale
  • brividi

Cosa fare per l'emicrania: i rimedi

La diagnosi dell'emicrania viene effettuata da un medico specialista durante una visita neurologica, dove il paziente dovrà elencare i sintomi di cui è affetto e sottoporsi successivamente a esami radiologici quali TC o risonanza magnetica.

Durante la visita il medico deciderà la terapia farmacologica più adatta per il paziente che soffre di emicrania, alla quale quest'ultimo dovrà attenersi scrupolosamente ed evitare l'autocura. I farmaci per l'emicrania servono per alleviare il dolore e i sintomi durante la fase acuta e prevenire da ulteriori attacchi.

È necessario evitare l'autocura, perché un abuso di tali farmaci potrebbe determinare una forma di mal di testa secondario, determinato da una resistenza al trattamento a causa di un utilizzo eccessivo e prolungato.