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Cos'è l'enterovirus? Cause, sintomi e prevenzione


L'enterovirus è un virus molto comune, soprattutto nei bambini, che può causare una vasta gamma di sintomi, dalla semplice febbre alla malattia mano-piede-bocca. Ecco come riconoscere l'infezione e come proteggersi.

Cos'è l’enterovirus?

L’enterovirus è un gruppo di virus molto diffuso appartenente alla famiglia dei Picornaviridae. Questi microrganismi sono responsabili di una vasta gamma di infezioni che colpiscono diversi organi e sistemi del corpo umano. 

Gli enterovirus prendono il loro nome dalla loro capacità di infettare l’apparato gastrointestinale, pur potendo diffondersi e causare sintomi in altre aree del corpo.

Le infezioni da enterovirus sono particolarmente comuni, soprattutto nei mesi estivi e autunnali, quando la loro diffusione tende ad aumentare in modo significativo, assumendo talvolta estensioni epidemiche e interessando intere comunità.

Tipi di enterovirus

Il termine enterovirus comprende un vasto gruppo di virus suddivisi in numerosi ceppi. 
Tra i principali si trovano i poliovirus, responsabili della poliomielite, e i più comuni coxsackievirus, echovirus ed altri enterovirus, come il D68 che ha recentemente guadagnato notorietà in stampa.

L’enterovirus D68 è noto per provocare difficoltà respiratorie nei bambini (ma sono possibili quadri patologici con prognosi peggiori fino alla mielite flaccida acuta, malattia tipicamente associata ai poliovirus [1]), , mentre il coxsackievirus A16 è il principale responsabile della malattia mano-piede-bocca, caratterizzata da eruzioni e ulcere cutanee dolorose. 

Alcuni ceppi, come specifici echovirus, possono causare infezioni più severe e dar luogo a complicazioni significative, tra cui problemi cardiaci o neurologici, come meningite asettica [2], encefalite e miocardite[3].

Chi colpisce?

Gli enterovirus colpiscono persone di tutte le età, ma i soggetti più vulnerabili sono i bambini

il 70% delle infezioni segnalate all'organizzazione mondiale della sanità viene segnalata in bambini sotto i 10 anni d’età [3], il cui sistema immunitario è ancora in fase di sviluppo. In questa fascia d’età, le infezioni tendono a manifestarsi con sintomi più evidenti.

I neonati possono contrarre l’infezione durante il parto, sviluppando malattie severe che coinvolgono più organi.

Anche gli adulti possono essere infettati, ma spesso manifestano sintomi più lievi o restano asintomatici, fungendo però da portatori del virus. Tuttavia, alcune categorie, come gli anziani o le persone con un sistema immunitario compromesso, stress fisico o malattie preesistenti possono sviluppare forme più gravi di infezione.

Cosa provoca l'enterovirus?

L’infezione da enterovirus è causata dall’ingresso del virus nell’organismo, solitamente attraverso il tratto gastrointestinale o le vie respiratorie. Una delle cause principali di diffusione è la mancanza di adeguate pratiche igieniche, come il lavaggio delle mani dopo l’uso del bagno o prima di mangiare. 

La capacità della maggior parte degli enterovirus di resistere agli acidi gastrici consente loro di infettare facilmente il tratto digestivo prima di diffondersi nel sangue e, in alcuni casi, raggiungere organi vitali. Una volta nel corpo, il virus si replica rapidamente, causando sintomi che, come indicato, variano da leggeri a gravi a seconda del ceppo coinvolto e dello stato di salute del paziente.

Come si trasmette?

La trasmissione degli enterovirus avviene principalmente tramite contatto diretto con secrezioni infette, tra cui saliva, muco o feci, ma anche attraverso superfici contaminate o inalazione di goccioline emesse da tosse o starnuti. La via oro-fecale è particolarmente comune nei bambini piccoli che, attraverso i fomiti (oggetti inanimati che fungono da vettori infettivi, soprattutto nei bambini), possono trasmettere tramite questa via i patogeni anche agli adulti.

Il virus si diffonde facilmente in ambienti affollati, come scuole, asili e centri sportivi, rendendo particolarmente frequente la trasmissione tra i bambini. In ambienti chiusi il virus può quindi diffondersi rapidamente, colpendo un gran numero di individui in breve tempo.

L’uso condiviso di oggetti personali, come asciugamani o bicchieri, facilita ulteriormente il contagio. Anche l’ingestione di cibi o acqua contaminati può essere una fonte di infezione, soprattutto in aree con scarse condizioni igieniche.

Le donne in gravidanza possono trasmettere il virus al feto o al neonato durante il parto, anche se ciò è relativamente raro. Questo può costituire un problema acuto da portare all’attenzione del clinico [3]. 

Quali sono i sintomi legati a questo virus?

I sintomi associati all’infezione da enterovirus possono variare notevolmente, a seconda del ceppo virale e delle condizioni del paziente. Nella maggior parte dei casi, i sintomi sono transitori e includono febbre, astenia fino alla prostrazione, mal di gola (faringodinia), dolori muscolari e gastrointestinali, come diarrea o nausea.

Alcuni ceppi, come il coxsackievirus, possono causare manifestazioni specifiche, tra cui la malattia mano-piede-bocca, caratterizzata da vescicole dolorose sulla pelle e ulcere orali

Nei bambini piccoli, il virus può provocare anche irritabilità e difficoltà a dormire. Negli adulti, come già accennato, i sintomi sono spesso quasi assenti, ma in rari casi possono svilupparsi in complicazioni cardiache, neurologiche o coinvolgimento epatico [2,3]. 

Quanto dura l’infezione?

La durata dell'infezione da enterovirus dipende dal ceppo virale, dalla risposta immunitaria del paziente e dalla virulenza dell'infezione. In molti casi i sintomi sono passeggeri, poco allarmanti e si risolvono spontaneamente nel giro di 3-7 giorni. Durante questo periodo, il sistema immunitario combatte efficacemente il virus, portando a una guarigione completa senza conseguenze a lungo termine [3,4].

Tuttavia, in alcuni casi, l’infezione può protrarsi più a lungo, soprattutto nei neonati, nei bambini piccoli e nelle persone immunocompromesse. In queste categorie di pazienti, il virus potrebbe persistere nell'organismo, causando ulteriori disturbi. Il recupero può richiedere settimane e può essere necessario un trattamento ospedaliero.

Anche dopo la scomparsa dei segni clinici, il virus può continuare a essere eliminato attraverso le feci per 4-6 settimane, mantenendo un'elevata probabilità di trasmissione. Per questo motivo, è fondamentale mantenere un’elevata attenzione all’igiene personale [4,5].

Come si cura l’enterovirus?

Non esiste una cura specifica per le infezioni da enterovirus, e il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi e sul supporto al paziente.

Per le infezioni passeggere è spesso sufficiente un approccio sintomatico che includa il riposo, l’idratazione e l’uso di farmaci antipiretici, come il paracetamolo, per ridurre la febbre. Per le infezioni con sintomatologia più grave e persistente sono necessarie cure più intensive, da seguire in ospedale, come terapie endovenose o antivirali.

La prevenzione rimane la strategia più efficace contro gli enterovirus. Praticare una buona igiene delle mani, evitare il contatto con persone malate e adottare misure igieniche nei luoghi pubblici possono ridurre significativamente il rischio di infezione. 

Per alcune forme di enterovirus, come il poliovirus, che causa una malattia con conseguenze estremamente debilitanti e una prognosi severa, esistono vaccini efficaci e sicuri che hanno contribuito a ridurre drasticamente l’incidenza globale e a debellare anche alcuni ceppi virali. Per questo motivo è fondamentale far eseguire le vaccinazioni obbligatorie e assicurarsi di aver correttamente completato la schedula vaccinale.

Riferimenti bibliografici

1.  Christy A, Messacar K. Acute Flaccid Myelitis Associated With Enterovirus D68: A Review. J Child Neurol. 2019 Aug;34(9):511-516. doi: 10.1177/0883073819838376. Epub 2019 Apr 23. PMID: 31014167.

2.  Roh D, Jeon W, Lee J. Enterovirus Meningitis without Pleocytosis: a Retrospective Observational Study in Adults. Jpn J Infect Dis. 2023 Nov 22;76(6):329-334. doi: 10.7883/yoken.JJID.2023.123. Epub 2023 Jun 30. PMID: 37394460.

3.  de Crom SC, Rossen JW, van Furth AM, Obihara CC. Enterovirus and parechovirus infection in children: a brief overview. Eur J Pediatr. 2016 Aug;175(8):1023-9. doi: 10.1007/s00431-016-2725-7. Epub 2016 May 7. PMID: 27156106; PMCID: PMC4930465.

4.  Li J, Lin C, Qu M, Li X, Gao Z, Zhang X, Liu Y, Huang Y, Wang X, Jia L, Li X, Liu G, Yan H, Chen L, Wang Q. Excretion of enterovirus 71 in persons infected with hand, foot and mouth disease. Virol J. 2013 Jan 23;10:31. doi: 10.1186/1743-422X-10-31. PMID: 23343115; PMCID: PMC3560202.

5.  Nguyen-Tran H, Thompson C, Butler M, Miller KR, Pyle L, Jung S, Rogers S, Ng TFF, Routh J, Dominguez SR, Messacar K. Duration of Enterovirus D68 RNA Shedding in the Upper Respiratory Tract and Transmission among Household Contacts, Colorado, USA. Emerg Infect Dis. 2023 Nov;29(11):2315-2324. doi: 10.3201/eid2911.230947. PMID: 37877582; PMCID: PMC10617331.