Che cos’è l’eritrodermia?
Con il termine eritrodermia viene descritto un eritema che coinvolge la superficie cutanea per oltre il 70%. È conosciuta anche con il nome di dermatite esfoliativa, termine che tuttavia viene utilizzato ormai raramente.
Si tratta di uno degli esiti più severi delle patologie che colpiscono la pelle, può rappresentare un pericolo per la vita e, quindi, richiede molto spesso l’ospedalizzazione. L’eritrodermia può essere associata a varie malattie cutanee quali:
Inoltre, l’eritrodermia può essere anche la conseguenza di una reazione avversa ai farmaci.
Va sottolineato, comunque, che questo disturbo può anche comparire spontaneamente in pazienti che non hanno alcun pregresso di patologie cutanee
Quali sono i sintomi dell’eritrodermia?
L’eritrodermia, oltre alle manifestazioni più evidenti sulla pelle, può comportare anche altri sintomi come una sensazione generale di malessere e i brividi. Questi sono dovuti allo stato infiammatorio che colpisce la cute e alla perdita di calore determinata dalla pelle iperperfusa in ampie zone del corpo. Un altro dei sintomi più comuni è il prurito.
Come capire se si ha l’eritrodermia?
Per fare una diagnosi di eritrodermia, è necessaria innanzitutto una valutazione clinica attraverso un esame obiettivo dello specialista, che raccoglie l’anamnesi del paziente e tutte le informazioni pertinenti sulla sintomatologia.
Per individuare le cause del disturbo, poi, possono essere prescritti altri esami come le analisi del sangue utili a identificare eventuali squilibri elettrolitici o un aumento anomalo dei marker infiammatori.
Gli esami del sangue, però, da soli non sono sufficienti a formulare una diagnosi e anche la biopsia effettuata sul tessuto cutaneo è, nella maggior parte dei casi, aspecifica. Per questo andrebbe ripetuta. Nei pazienti che non hanno pregressi di patologie della pelle, la biopsia cutanea immediata può anche non rivelare la causa dell’eritrodermia.
Quando si sospetta che l’eritrodermia sia dovuta ad un linfoma a cellule T, possono essere condotte delle indagini di riarrangiamento dei recettori delle cellule T allo scopo di ricercare:
- eventuali espansioni monoclonali di queste cellule nel sangue periferico o nella cute
- caratterizzazione dei sottogruppi di cellule T periferici (che infiltrano la cute).
Come curare l’eritrodermia?
La strategia terapeutica per il trattamento dell’eritrodermia dipende, innanzitutto, dalla causa che l’ha determinata e dalla patologia che si cela dietro questo disturbo.
Solitamente, poi, si procede con terapia di supporto, che consiste nel reidratare il paziente allo scopo di normalizzare le eventuali alterazioni elettrolitiche e compensare le carenze nutrizionali.
Per alleviare la sintomatologia, a livello topico, possono essere somministrati degli emollienti. In alcuni casi si può ricorrere a corticosteroidi sia topici sia sistemici (in caso di eritrodermie severe). Questi farmaci vanno utilizzati scrupolosamente e sotto stretto controllo medico in quanto potrebbero peggiorare alcuni dei disturbi che hanno causato l’eritrodermia.
È importante intervenire anche su eventuali ferite effettuando le medicazioni necessarie a scongiurare il rischio di infezioni.
Nel caso in cui l’eritrodermia sia la conseguenza di una reazione avversa ai farmaci, è necessario interromperne immediatamente la somministrazione.