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Esami del sangue per la celiachia

A cura di
Maria Francesca
Jaboli

Gli esami del sangue per la celiachia servono a rilevare la presenza di anticorpi specifici che, se presenti, indicano che si è di fronte ad un soggetto celiaco.

Quali sono gli esami da fare per la celiachia?

L’iter diagnostico per verificare se un soggetto sia affetto da celiachia, o meno, prende avvio da un insieme di esami del sangue, la cui prescrizione è di competenza del proprio medico o del pediatra, nel caso in cui i pazienti siano bambini.

Gli esami del sangue per la celiachia sono prescritti affinché sia possibile misurare la concentrazione di specifici anticorpi. Gli esami possono essere:

  • anticorpi anti-tranglutaminasi tissutale (tTG), classe IgA. Si tratta del primo esame che viene solitamente prescritto. Nel caso in cui il paziente avesse assenza o una carenza di IgA, si prescrive in sostituzione la classe IgG degli stessi anticorpi per evitare i falsi negativi. In caso di positività agli anti-tTg oppure IgG, questo test viene utilizzato in un secondo momento per svolgere il monitoraggio dei risultati del trattamento cui il paziente è sottoposto. Eliminati dalla dieta gli alimenti contenenti glutine, la concentrazione di questi anticorpi diminuisce
  • test quantitativo dell’immunoglobulina A (IgA). Di solito, è un test che viene prescritto in concomitanza o in precedenza al test per gli anticorpi tTg. L’obiettivo è determinare l’eventuale carenza di IgA, per misurare gli auto-anticorpi IgG e non gli anticorpi IgA
  • anticorpi anti-gliadina deaminata (anti-DGP), IgA o IgG, richiesti in concomitanza o in seguito agli anti tTG, dal momento che possono dare esito positivo nei pazienti celiaci privi di anti-tTG. Questa condizione si riscontra con frequenza nei bambini celiaci che hanno meno di 2 anni di età.

Quali sono i valori di un celiaco?

Nei casi in cui sia il dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi che il dosaggio delle IgA totali è nella norma, non si ha diagnosi di celiachia.

I valori di riferimento, per quanto riguarda il dosaggio degli anticorpi anti-tTG oscilla tra 0 e 20 U/ml.

Cosa è la celiachia?

La celiachia è un disturbo alimentare cronico e non reversibile, i cui sintomi si manifestano quando vengono consumati cibi che contengono glutine. È, nello specifico, una malattia autoimmune.

La sua patogenesi è da ritrovare in una risposta immunitaria a danno dei villi intestinali, il cui compito è quello di assorbire i nutrienti contenuti negli alimenti. Come conseguenza il paziente sviluppa diversi sintomi a seconda del tipo di celiachia.

Forma classica:

  • diarrea
  • gonfiore e dolore addominale
  • perdita di peso
  • malassorbimento intestinale
  • rallentamento della crescita, nei bambini. 

Forma atipica:

Ulteriori esami da svolgere

Quando gli esami per gli anticorpi anti-transglutaminasi IgA (fTG) hanno dato esito positivo, ecco che viene svolto un test di secondo livello. Si tratta della ricerca degli IgA anticorpi anti-endomisio (EMA). Questo esame permette l’esclusione o la conferma di intolleranza al glutine. Inoltre viene eseguito quando gli IgA anti-tTg sono debolmente positivi.

Va specificato che si ha una diagnosi certa di celiachia grazie all’esecuzione di una biopsia intestinale, che consiste nel prelevare un frammento della mucosa intestinale, dall’intestino tenue. In un secondo momento, viene svolta l’osservazione del frammento per mezzo del microscopio: i villi intestinali risulteranno atrofizzati.

Accanto ai test sierologici, è possibile che sia richiesto anche un test genetico che ha come obiettivo il ricercare l’aplotipo HLA DQ2/DQ8. Questo tipo di proteina rappresenta infatti un fattore di rischio genetico.

Cosa fare prima delle analisi per la celiachia?

Prima che il paziente sia sottoposto agli esami del sangue per la celiachia, è di assoluta importanza che il paziente abbia mangiato glutine nelle 6, 8 settimane precedenti e abbia osservato un digiuno che vada dalle 8 alle 12 ore. I risultati del test potrebbero essere invalidati, e quindi da considerare inattendibili, in caso di assunzione di caffè, zuccheri oppure alcol.

Inoltre, dal momento che il fumo è in grado di influenzare i risultati del test, è opportuno non fumare nell’arco di tempo che intercorre dal risveglio fino al prelievo.

Per quanto riguarda la dieta da seguire nelle giornate che precedono gli esami ematici, è raccomandabile che il paziente segua il regime alimentare consueto.

Cosa fare in caso di positività alla celiachia?

Nel caso in cui il paziente risultasse celiaco, l’unica terapia che possa contrastare in modo efficace i sintomi della celiachia è fornita da una dieta di stretto controllo, sotto indicazione dello specialista.

La dieta deve escludere ogni alimento che contenga glutine. Grazie a questa esclusione, l’infiammazione a carico dell’epitelio intestinale andrà incontro a progressiva regressione. Di conseguenza il paziente avrà modo di ottenere una condizione di vita, e di salute, del tutto sana.