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Ferite e tagli: come capire se sono infette e come curarle

A cura di
Enrico Roberto
Pedotti

Le ferite sono delle lesioni a carico della pelle. Possono avere diverse cause ed essere di differenti tipi. In che modo vanno curate e come evitare che si infettino? Risponde lo specialista.

Cosa sono le ferite?

Dal punto di vista medico, le ferite possono essere definite come una lesione o apertura della continuità di un tessuto corporeo causata da una rottura, una lacerazione o un’abrasione della pelle e dei tessuti sottostanti. Possono essere classificate in base alla loro profondità e all’estensione delle lesioni coinvolte.

Una ferita superficiale coinvolge solo lo strato più esterno della pelle come nel caso di tagli, abrasioni o graffi. Le ferite più profonde coinvolgono i tessuti sottostanti come i muscoli, i tendini o gli organi, e possono essere causate da tagli profondi, punture o traumi.

Possono anche essere classificate come acute o croniche. Una ferita acuta si verifica quando un tessuto è danneggiato improvvisamente o violentemente, come in caso di lesioni o interventi chirurgici. Le croniche, invece, sono caratterizzate da una guarigione ritardata o inefficace e possono includere piaghe da decubito o ulcere cutanee.

Quali sono i tipi di ferite?

I più comuni tipi possono essere:

  • ferite contuse: causate dall’impatto di un corpo estraneo, spesso un oggetto rotondo o piatto a alta velocità sulla pelle; ma anche un pugno. Questo tipo di ferita può causare ecchimosi o lividi sulla pelle
  • incise: conseguenza di un taglio netto sulla pelle, come quello provocato da un rasoio o da una lama affilata. Possono essere superficiali o profonde, a seconda della lunghezza e della profondità del taglio stesso
  • da punta: dovute oggetti appuntiti che penetrano la pelle, quasi come fossero spine, chiodi o siringhe. Questo tipo può causare dolore e sanguinamento
  • ferite lacero-contuse: si manifestano per un impatto che strappa la pelle e il tessuto sottostante, come una caduta a terra o un incidente in auto. Possono essere particolarmente gravi se, in alcuni casi, interessano organi vitali come il cuore o i polmoni
  • ferite da taglio profondo: dovute a un oggetto affilato come una lama, che penetra nella pelle e nel tessuto sottostante per una certa profondità. Questo tipo di ferita richiede spesso l’intervento di un medico per essere cucita o chiusa con punti di sutura
  • da puntura o morso di animale: causate appunto da un morso o una puntura da parte di un animale. Questo tipo di ferita può causare infezioni e richiede solitamente un trattamento medico immediato
  • ferite chirurgiche: lesioni o tagli dovuti a interventi chirurgici. Variano in gravità a seconda del tipo di procedura, della posizione e delle condizioni del paziente.

Quando si parla di ferita essudante?

Quando dalla superficie del taglio stesso fuoriesce un liquido, che viene chiamato essudato. Questo essudato è composto da fluidi corporei, cellule morte, plasma sanguigno e sostanze chimiche che sono coinvolte nel processo di guarigione delle ferite.

L’essudato può essere emorragico quando contiene del sangue, ed è tipico delle prime fasi di guarigione, quando è presente ancora del sanguinamento. Può quindi essere sieroso, e non deve destare preoccupazione.

Si ha essudato purulento, di colore bianco o giallastro, che spesso è denso e contenente pus. Indica generalmente la presenza di un’infezione.

Come si fa a cicatrizzare una ferita?

Il processo di cicatrizzazione avviene in diverse fasi. Innanzitutto si verifica l’emostasi, l’immediata reazione del corpo per fermare l’emorragia e prevenire ulteriori sanguinamenti. Quindi intervengono le cellule immunitarie e lavorano per pulire l’area infetta, promuovendo la formazione di nuovo tessuto.
 
In seguito inizia la fase di proliferazione, in cui nuove cellule della pelle e dei vasi sanguigni si formano per riempire la ferita, creando una matrice di tessuto che aiuta a ricostruire la pelle. È in questa fase che la ferita si riduce di dimensioni e inizia a coprirsi di nuovo tessuto.
 
Infine si ha la fase di rimodellamento, la fase finale e più lunga del processo di guarigione. In questa fase, le fibre di collagene si ristrutturano per cercare di ripristinare la forza e l’integrità dell’area danneggiata.

Cosa usare per le ferite?

Per curare correttamente un taglio e favorire la guarigione bisogna, per prima cosa, lavarsi le mani con acqua e sapone per evitare la contaminazione. Quindi si può applicare una leggera pressione sulla ferita con un panno pulito o una garza sterile per fermare l’eventuale sanguinamento. Se il sangue continua a fuoriuscire, è consigliabile applicare una benda o un tampone sterile sulla ferita e continuare a esercitare pressione fino a quando il sanguinamento si interrompe.

Una volta che il sanguinamento è interrotto, si può pulire la ferita delicatamente utilizzando una soluzione salina sterile, dell’acqua o del perossido di idrogeno (acqua ossigenata). Si consiglia di evitare l’utilizzo di sostanze irritanti come alcol dal momento che potrebbero danneggiare i tessuti sani e ritardare la guarigione. La ferita può infine essere coperta con un cerotto o una medicazione adeguata per proteggerla da sporco, batteri o possibili ulteriori lesioni.

Perché una ferita si infetta?

Sono diverse le ragioni per le quali un paziente può ritrovarsi con una ferita infetta. Alcuni dei fattori che aumentano il rischio di infezione possono essere:

  • presenza di batteri: i tagli sono un punto di ingresso per i batteri presenti sulla pelle o nell’ambiente circostante. Se i batteri penetrano, possono causare un’infezione
  • contaminazione: se dopo il taglio la porzione di pelle interessata viene a contatto con oggetti sporchi o con superfici non sterilizzate
  • ferite profonde o severe: causano danni significativi alla pelle e possono essere più suscettibili all’infezione
  • cattiva igiene: una scarsa igiene personale o la mancanza di pulizia e cura adeguata del taglio possono aumentare il rischio di infezione
  • sistema immunitario compromesso: pazienti con sistema immunitario indebolito, ad esempio a causa di malattie croniche o dell’uso di farmaci immunosoppressori, possono essere più suscettibili alle infezioni
  • condizioni mediche preesistenti: alcune condizioni mediche come il diabete o la malattia vascolare periferica, possono influire negativamente sulla capacità del corpo di combattere le infezioni delle ferite.

Come si presenta una ferita infetta?

In una simile circostanza, ci sono specifici segni e sintomi ravvisabili. Innanzitutto l’infiammazione, a causa della quale la zona intorno alla ferita può apparire arrossata, gonfia e calda al tatto. Il paziente può riferire dolore, sia a riposo che durante il movimento.

Altro indicatore è la febbre, e con temperatura corporea superiore ai 38°C, è possibile che si sia in presenza di una infezione sistemica. L’essudato appare alterato, può avere un aspetto torbido, un odore sgradevole o contenere pus e, inoltre, può ritardarsi il processo di guarigione della ferita. Anche il prurito può essere segnale di una infezione in corso.

Come intervenire su una ferita infetta?

Per trattare una ferita infetta è importante pulirla accuratamente, rimuovere il materiale estraneo e il pus e drenare eventuali accumuli di liquido infetto. In alcuni casi potrebbe essere necessario somministrare antibiotici a contrasto dell’infezione. Se la ferita è grave o non risponde al trattamento iniziale, potrebbe essere necessario un intervento per rimuovere il tessuto infetto o danneggiato. Effettuare una vaccinazione antitetanica può essere raccomandato.