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Il fibrinogeno è una proteina sintetizzata nel fegato che svolge una funzione essenziale nei processi di coagulazione del sangue.
Le analisi di questa glicoproteina possono essere sia qualitative che quantitative. Nel primo caso, si va a monitorare il comportamento del fibrinogeno durante la coagulazione, nel secondo si misura la sua concentrazione ematica.
Vediamo allora come funzionano i test, quando vengono prescritti e come interpretare i risultati.
Il fibrinogeno è un fattore della coagulazione, il fattore I per la precisione. Come molte altre proteine adibite a questa funzione, viene sintetizzato all’interno del fegato e rilasciato nel sangue insieme ad altri fattori dei processi coagulativi.
Solitamente ciò avviene in presenza di un danno ai tessuti dell’organismo che innesca il processo di coagulazione. Quest’ultimo termina con la formazione del coagulo e, di conseguenza, con l’interruzione del sanguinamento.
Il fibrinogeno entra in gioco verso la fine della cascata coagulativa, quando viene convertito in fibrina, la quale intrecciandosi con altri filamenti di fibrina costituirà una rete. Filamenti di fibrina e piastrine, infine, formeranno un coagulo stabile. Il coagulo permane fino a quando la ferita non guarisce completamente.
L’esame del fibrinogeno fa parte di quell’insieme di analisi che servono a valutare le capacità di coagulazione dell’organismo. Nel caso di questa glicoproteina, i test possono essere principalmente di due tipi:
Il test qualitativo viene condotto su un campione di plasma al quale viene aggiunta una quantità standard di trombina, un enzima che favorisce la coagulazione del sangue. Il fibrinogeno presente sarà tanto più attivo quanto minore sarà il tempo necessario a formare un coagulo.
Il dosaggio del fibrinogeno può essere richiesto nell’ambito del pacchetto di esami finalizzati a valutare possibili anomalie nella coagulazione come l’ipercoagulabilità, che può comportare nel soggetto episodi trombotici.
Funzionalità e concentrazione del fibrinogeno possono fornire dati utili a stimare il rischio che il paziente possa sviluppare patologie cardiovascolari.
Ci sono poi una serie di condizioni o alterazioni che possono spingere il medico a prescrivere il test del fibrinogeno. Tra le ragioni principali ci sono:
Il campione di sangue necessario per effettuare il test del fibrinogeno è quello venoso.
Non è richiesta alcuna preparazione particolare per effettuare le analisi del fibrinogeno. Solitamente il prelievo viene fatto al mattino ed è il medico a suggerire se sia necessario o meno osservare il digiuno nelle ore che precedono il test.
Il valore medio della concentrazione di fibrinogeno nel sangue in una persona sana che non presenta particolari patologie dovrebbe attestarsi intorno ai 225 milligrammi per decilitro.
Quando questa glicoproteina a presente in quantità elevate a livello ematico vi è un rischio maggiore di sviluppare patologie cardiovascolari quali:
Valori di fibrinogeno elevati in corrispondenza di un aumento delle proteine cosiddette di fase acuta quali, ad esempio, Proteina C Reattiva (PCR) o protrombina, sono associati solitamente a processi infiammatori in corso nell’organismo. Possono altresì essere dovuti ai postumi di un intervento chirurgico o presentarsi nel corso di una gravidanza.
Tra le altre condizioni o patologie che possono comportare livelli elevati di fibrinogeno nel sangue ci possono essere:
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
Per abbassare i livelli di fibrinogeno nel sangue qualora siano superiori alla norma e, di conseguenza, tenere sotto controllo i fattori di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari, è sufficiente adottare stili di vita sani.
Innanzitutto, è necessario curare l’alimentazione e praticare attività fisica per prevenire l’obesità e tutte le conseguenze negative di una vita eccessivamente sedentaria.
Il tabagismo è un altro dei fattori che può provocare un aumento anomalo del fibrinogeno, per cui smettere di fumare è un ottimo modo per normalizzare i livelli ematici di questa glicoproteina. Anche bere tanto nel corso della giornata può essere utile in tal senso.
Tuttavia, anche livelli di fibrinogeno inferiori alla norma possono essere uno degli indici di condizioni patologiche (che necessitano sempre di ulteriori approfondimenti per la diagnosi) quali: