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Il flemmone: cos’è e quali sono le cause


Il flemmone è un’infiammazione acuta del tessuto connettivo che si concretizza in un processo suppurativo. Vediamo come si manifesta a cosa è dovuto e quali sono le cure.

Che cosa è un flemmone?

Il termine flemmone indica un’infiammazione acuta del tessuto connettivo sottocutaneo o profondo, come quello interstiziale che fa da sostegno ai vari organi. Il termine deriva dal greco flegmone, che significa calore ardente, in riferimento a uno dei sintomi tipici di tale condizione.

Di solito, il flemmone costituisce la complicanza di ferite infette. Principali responsabili delle infezioni sono di solito batteri stafilococchi, streptococchi o anaerobi. Il disturbo si sostanzia, precisamente, in un processo suppurativo: una dispersione di pus o di essudato purulento, scarsamente delimitata, che interessa i tessuti cellulari lassi o i tessuti cellulo-adiposi che circondano gli organi, interposti tra i vari piani anatomici. 

Insorge come conseguenza di un’infezione localizzata, che può diffondersi sino a determinare ascesso o quadri clinici gravi di ulcere o cancrena, con distruzione dei tessuti.

Più precisamente è possibile distinguere i flemmoni in:

  • Superficiali, se interessano il tessuto sottocutaneo
  • Profondi, se ad esempio interessano tessuti come quello intermuscolare, perighiandolare, pelvico, sottoaponeurotico, peritendineo, o il tessuto specifico dei diversi organi come tonsille, appendice, colecisti etc.

Quali sono le cause del flemmone?

La causa principale del flemmone, come accennato, è un’infezione acuta a carico del tessuto connettivo lasso profondo o superficiale. Gli agenti patogeni responsabili con più frequenza della sua insorgenza sono in generale i batteri piogeni (stafilococchi e streptococchi), ovvero tutti quei batteri capaci di generare raccolte di pus, richiamando nel sito di infezione un grande numero di leucociti.

In genere, l’infiammazione origina da una ferita che si infetta: i batteri penetrano attraverso le lesioni nell’organismo, moltiplicandosi e mobilitando i globuli bianchi e altre sostanze mediatrici della flogosi. Il processo che s’innesca tende a diffondersi rapidamente nei tessuti o negli organi interessati, con un incremento della gravità della manifestazione. Nella sua progressione, il flemmone può dare esito ad ascessi anche estesi, o a vera e propria necrosi dei tessuti coinvolti.

In base al tipo di processo infettivo-infiammatorio che si determina, i flemmoni si dividono ulteriormente in:

  • Suppurativi: dovuti a batteri piogeni che raggiungono il tessuto connettivo penetrando nelle ferite o per diffusioni di infezioni già presenti nell’organismo
  • Necrotici o cancrenosi: provocati da streptococchi o batteri anaerobi, dotati di un alto potere tossico e in grado di generare necrosi.

In particolare, i flemmoni necrotici presentano un quadro clinico più grave, soprattutto in concomitanza di condizioni di immunodepressione. 

Come si manifesta il flemmone? Segni e sintomi

Il flemmone può manifestarsi con sintomi locali e sistemici.

Tra i sintomi locali figurano:

  • Arrossamento ed edema nell'area coinvolta
  • Sensazione di calore o bruciore
  • Dolore piuttosto intenso, esacerbato dalla palpazione.

Tra le manifestazioni sistemiche associate a quadri più severi ci sono:

  • Astenia
  • Febbre
  • Malessere generalizzato
  • Inappetenza
  • Limitazione funzionale della zona colpita.

I sintomi si accentuano quando il flemmone si diffonde nelle aree circostanti. 

Nelle forme suppurative si assiste a un indurimento diffuso della zona colpita, con forte tensione dei tessuti che può dare luogo a fistola e conseguente drenaggio della raccolta di pus verso l’esterno.

Nel flemmone cancrenoso, invece, prevalgono i fenomeni di necrosi locale: nella parte colpita si innescano processi putrefattivi con produzione di gas (cancrena gassosa) da parte dei batteri anaerobi. Questa condizione può determinare crepitio enfisematoso alla palpazione.

Diagnosi

La diagnosi di flemmone si avvale principalmente dell’anamnesi e dell’esame obiettivo che mirano al riconoscimento dei sintomi e dei segni tipici della manifestazione. A questi possono seguire esami del sangue e strumentali.

Gli esami del sangue hanno l’obiettivo di rilevare un innalzamento degli indici infiammatori, come l'aumento di:

Gli esami strumentali invece sono utili nelle forme di flemmone particolarmente estese e gravi. Si ricorre in particolare a: 

Come si cura il flemmone?

Il trattamento del flemmone prevede un duplice approccio: farmacologico e chirurgico. È possibile, tuttavia, che le infiammazioni più lievi si risolvano spontaneamente nell’arco di 2 settimane.

È comunque importante non sottovalutare il disturbo, monitorando la sua evoluzione. È necessario rivolgersi al proprio medico qualora la guarigione non dovesse avvenire in tempi brevi, o nel caso in cui il processo infiammatorio e infettivo andasse incontro a una rapida estensione e peggioramento

Trattamento farmacologico

Il trattamento farmacologico si avvale principalmente di:

  • Antibiotici, per contrastare l’infiammazione
  • Antinfiammatori, per ridurre la flogosi in atto
  • Antidolorifici, per mitigare la sintomatologia dolorosa.

È possibile, inoltre, ricorrere a impacchi caldi e umidi sulla parte colpita.

Trattamento chirurgico

Nei casi più gravi, quando la terapia farmacologica non è sufficiente, si ricorre alla chirurgia. Questa consiste nel drenaggio di tutta l'area coinvolta, per favorirne lo svuotamento. A questo scopo, viene praticata un'incisione sulla parte colpita da flemmone in modo che la raccolta di pus fuoriesca. 

Nelle forme suppurative diffuse e cancrenose, l’intervento chirurgico deve essere tempestivo, e si concretizza, mediante larghe incisioni, nella rimozione e pulizia di tutti i tessuti necrotici, al fine di impedire l’estensione della necrosi alle zone circostanti sane.