Che cosa si intende per flittene?
Il termine flittene indica una lesione, nello specifico un tipo di vescicola che contiene al proprio interno del liquido sieroso oppure del sangue, e che può manifestarsi tra l’epidermide e gli strati che si trovano sotto l’epidermide.
Nel parlare comune viene definita vescica o, diversamente, bolla d’acqua. La loro insorgenza è solitamente concomitante in caso di ustioni di secondo grado, ma possono essere determinate anche da altre cause.
Perché si formano le flittene?
Come accennato, la principale causa delle flittene è una ustione di secondo grado. Queste ustioni possono essere a loro volta determinate da diversi fattori:
- esposizione a fonti di calore
- esposizione a fonti fredde
- contatto con sostanze chimiche
- corrente elettrica.
Ulteriori cause possono essere frizioni, oppure sfregamento. È questo il caso in cui si formano bolle d’acqua sui piedi per via di scarpe che non sono adatte. Esiste poi un insieme di cause di natura strettamente patologica. È il caso di:
- allergie verso farmaci
- allergie verso sostanze urticanti naturali, come ad esempio il veleno delle meduse
- infezioni virali quali ad esempio l’Herpes Simplex o l’Herpes Zoster
- infezioni batteriche come l’impetigine
- patereccio
- pemfigo volgare.
Cosa fare in caso di rottura delle flittene?
In caso di flittene scoppiate, devono essere svolti i seguenti passaggi: si procede per prima cosa lavando la zona interessata con abbondante acqua corrente utilizzando una soluzione fisiologica. È quindi importante rimuovere delicatamente i tessuti superficiali danneggiati, utilizzando forbici precedentemente disinfettate.
Dopo aver effettuato la pulizia, si dovrebbe passare un antisettico incolore per prevenire il rischio di infezioni. Per la copertura, e come medicazione, è consigliabile applicare una garza grassa sulla quale verrà stesa una pomata antisettica. Infine, va posta una garza sterile sopra la zona trattata per garantire la protezione e favorire la guarigione.
Come si cura?
Una pratica comune è lasciare intatta la vescicola, specialmente in pazienti sani che presentano vescicole di piccole dimensioni, che si trovano in aree a basso rischio di rottura. Questo è un approccio che favorisce i processi naturali di guarigione.
L’aspirazione sterile del contenuto sieroso può essere presa in considerazione quando la vescicola determina dolore, c’è il rischio imminente di rottura o il paziente è agitato. In questo caso, è importante garantire una medicazione adeguata, come un film di poliuretano o un idrocolloide extrasottile, così da permettere l’ispezione del sito.
L’eliminazione completa della vescicola è invece una procedura meno raccomandata, soprattutto se non si sospettano lesioni profonde dei tessuti che peggiorerebbero senza intervento. L’epidermide lasciata in situ agisce come medicazione avanzata, favorendo la guarigione.
L’asportazione del tetto della vescicola, se scelta, richiede una valutazione della capacità del paziente di gestire le medicazioni successive per evitare il rischio di infezioni. È importante quindi verificare che il paziente possa continuare a medicare l’epidermide esposta in modo sicuro ed efficace.
Quali sono i tempi di guarigione?
I tempi di guarigione dipendono da diversi fattori tra cui la dimensione, la gravità della lesione e le condizioni generali del paziente. Di norma, le flittene più piccole tendono a guarire pochi giorni dopo il loro esordio, e certamente con maggiore rapidità rispetto a flittene di maggiore estensione.
Se la vescica viene trattata correttamente, seguendo le procedure di pulizia e protezione, solitamente i tempi di guarigione ricadono entro una settimana, o poco più. Durante questo periodo, è importante evitare di toccare o rompere la vescica, permettendo al corpo di riparare la pelle danneggiata.
Se le flittene sono causate da una scottatura o da un trauma più grave, come ad esempio ustioni estese, il processo di guarigione delle ferite potrebbe richiedere più tempo.