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L'influenza aviaria: cos’è e come si prende


L'influenza aviaria è una infezione virale altamente contagiosa che colpisce gli uccelli. Alcuni ceppi possono infettare l’uomo, causando sintomi respiratori gravi e, in rari casi, complicanze letali.

Che cos’è l’influenza aviaria?

L'influenza aviaria è una malattia virale che colpisce principalmente gli uccelli, sia selvatici che domestici. Può occasionalmente infettare altri animali e, in rari casi, l'uomo. Più precisamente, questa patologia è causata da virus appartenenti alla famiglia Orthomyxoviridae, suddivisi in vari sottotipi, e classificati in base a due proteine di superficie: 

  • l'emoagglutinina (H) 
  • la neuraminidasi (N).

È possibile distinguere forme di influenza aviaria a:

  • bassa patogenicità (LPAI) che causano sintomi lievi negli uccelli 
  • alta patogenicità (HPAI), che possono provocare gravi epidemie con alta mortalità. I sottotipi H5 e H7 sono quelli più frequentemente associati a focolai di alta patogenicità.

L'influenza aviaria è una malattia zoonotica, il che significa che può passare dagli animali all'uomo, sebbene raramente. I casi umani sono spesso associati a stretti contatti con volatili infetti o ambienti contaminati.

Prevenzione e controllo sono fondamentali per ridurre il rischio di diffusione, soprattutto nei contesti di allevamenti avicoli intensivi. L'attenzione alla biosicurezza e alla sorveglianza sanitaria è essenziale per contrastare la diffusione di questa malattia che, se non controllata, può avere un impatto significativo sull'economia e sulla salute pubblica. 

Chi porta l'aviaria? Cause e diffusione

L'influenza aviaria è causata, come accennato, da virus appartenenti al genere Influenza A, della famiglia Orthomyxoviridae. Questi virus si trasmettono principalmente tra gli uccelli, ma in alcune circostanze possono infettare anche altri animali, inclusi gli esseri umani. Le principali cause di diffusione includono:

  • contatto diretto tra uccelli infetti. Gli escrementi, la saliva e le secrezioni respiratorie di uccelli infetti possono contenere grandi quantità di virus, che si diffondono rapidamente in un allevamento o nella fauna selvatica
  • ambienti contaminati. Il virus può sopravvivere per periodi prolungati in ambienti umidi, come lettiere, abbeveratoi e superfici contaminate da escrementi infetti
  • trasporto e commercio di uccelli. Il movimento di volatili vivi, uova fertili e prodotti avicoli contaminati contribuisce alla diffusione del virus a livello locale e internazionale
  • trasmissione indiretta. Persone, attrezzature o veicoli che entrano in contatto con materiale infetto possono portare il virus in luoghi diversi
  • volatili selvatici migratori. Gli uccelli acquatici selvatici, in particolare le anatre, sono spesso portatori sani del virus e rappresentano un serbatoio naturale. Durante le migrazioni, soprattutto, possono introdurre nuovi ceppi in aree precedentemente indenni.

Come detto, seppure raramente, il virus si trasmette agli esseri umani, generalmente tramite contatti stretti con volatili infetti o ambienti contaminati. La trasmissione da uomo a uomo è generalmente estremamente limitata. La comprensione delle cause è fondamentale per implementare misure di controllo efficaci e prevenire potenziali pandemie legate ai virus ad alta patogenicità. 

Che sintomi ha l'influenza aviaria?

I sintomi dell'influenza aviaria variano a seconda del tipo di virus e della specie colpita. Negli uccelli, le forme a bassa patogenicità danno esito a sintomi lievi come:

Nelle forme ad alta patogenicità (HPAI) i sintomi nei volatili sono più gravi e possono includere:

  • gonfiore del collo e della testa
  • diarrea
  • emorragie sottocutanee
  • difficoltà respiratorie
  • morte improvvisa.

Sintomi nell’uomo

Quando il virus dell'influenza aviaria infetta l’uomo, i sintomi possono variare da lievi a gravi, a seconda del ceppo virale e della risposta immunitaria della persona. I ceppi più frequentemente associati a infezioni umane includono H5N1, H7N9 e altri sottotipi meno comuni. Tra i sintomi lievi o moderati a carico dell’uomo rientrano:

Nei casi gravi, il virus può dare esito a complicazioni respiratorie provocando:

Inoltre, in alcune situazioni, l’influenza aviaria può determinare un coinvolgimento sistemico, causando:

  • insufficienza multiorgano, con coinvolgimento di cuore, fegato e reni.
  • infezioni secondarie, come batteriemia o sepsi, che peggiorano il quadro clinico.

Alcuni ceppi, come l’H5N1, hanno mostrato tassi di mortalità umana significativi (fino al 60% dei casi segnalati). Questo è particolarmente preoccupante nei contesti di focolai con alta patogenicità. Pertanto, è fondamentale rivolgersi a un medico se si sospetta un'infezione, soprattutto dopo un’esposizione a uccelli infetti o ambienti contaminati. 

Gravità dei sintomi Manifestazioni nell'uomo
Lievi o moderati
  • Febbre alta (>38°)
  • Tosse secca
  • Mal di gola
  • Dolori muscolari e articolari
  • Congiuntivite (in alcuni casi)
Gravi
  • Polmonite virale
  • Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS)
Sistemici
  • Insufficienza multiorgano (cuore, fegato, reni)
  • Infezioni secondarie (batteriemia, sepsi)

Come si diagnostica l'infezione negli uomini?

La diagnosi dell'influenza aviaria nell'uomo avviene attraverso una combinazione di:

  • anamnesi epidemiologica
  • esame clinico
  • test di laboratorio specifici. 

Prima di tutto, è fondamentale verificare un eventuale contatto recente con uccelli infetti, ambienti contaminati o focolai noti. Questo aiuta a identificare il rischio di esposizione e a orientare i successivi approfondimenti diagnostici.

Dal punto di vista clinico, vengono valutati i sintomi presenti che possono far sospettare la condizione. Tuttavia, poiché questi segni non sono esclusivi dell'influenza aviaria, sono necessari esami di laboratorio per confermare l'infezione. 

Il test più utilizzato è la RT-PCR (Reazione a Catena della Polimerasi in tempo reale), che consente di rilevare in modo rapido e preciso il materiale genetico del virus e il suo sottotipo. Altri metodi includono:

  • tampone nasofaringeo o orofaringeo: viene prelevato un campione di muco respiratorio per cercare la presenza del virus.
  • coltura virale: il virus viene isolato e coltivato in laboratorio
  • test sierologici: il rilevamento di anticorpi contro il virus può essere utile per diagnosticare infezioni passate, ma non è usato per diagnosi immediate.

In presenza di sintomi gravi o complicanze, come difficoltà respiratorie acute, possono essere richiesti esami di imaging per valutare eventuali danni polmonari come:

È inoltre fondamentale differenziare l'influenza aviaria da altre patologie respiratorie, come l'influenza stagionale o il COVID-19, attraverso un’attenta analisi clinica e laboratoristica. La diagnosi tempestiva è essenziale per avviare il trattamento antivirale appropriato e ridurre il rischio di complicanze severe. 

Prospetto riassuntivo degli strumenti diagnostici

Strumenti diagnostici Esami e analisi
Anamnesi epidemiologica Verifica di contatti recenti con uccelli infetti o ambienti contaminati per valutare il rischio di esposizione.
Esame clinico Valutazione dei sintomi sospetti, pur non esclusivi dell'influenza aviaria.
Test di laboratorio
  • RT-PCR: rileva il materiale genetico del virus
  • Tampone nasofaringeo/orofaringeo: cerca la presenza del virus
  • Coltura virale: isolamento del virus
  • Test sierologici: rilevano anticorpi per infezioni passate
Esami di imaging
  • Radiografie del torace
  • Tomografia computerizzata
Diagnosi differenziale Distinguere l'influenza aviaria da altre patologie respiratorie, come influenza stagionale o COVID-19.

Come curare l'aviaria?

Il trattamento dell'influenza aviaria negli esseri umani si concentra sulla gestione dei sintomi e sul controllo del virus per prevenire complicanze. 

Il principale approccio terapeutico è la terapia antivirale. I farmaci antivirali, come oseltamivir e zanamivir, sono efficaci nel ridurre la gravità e la durata dell’infezione se somministrati entro 48 ore dall’insorgenza dei sintomi. Questi farmaci inibiscono la replicazione del virus e sono particolarmente utili nei casi causati da ceppi ad alta patogenicità.

Possono essere utili, in alcuni casi, trattamenti di supporto come:

  • ossigenoterapia: per migliorare la respirazione nei pazienti con difficoltà respiratorie
  • idratazione: mediante somministrazione di liquidi per prevenire la disidratazione
  • gestione delle complicanze: come la polmonite o l’insufficienza multiorgano, che possono richiedere cure intensive.

I pazienti con influenza aviaria, inoltre, devono essere isolati per evitare la diffusione del virus ad altre persone. Il personale medico dovrebbe utilizzare dispositivi di protezione individuale (DPI) durante il trattamento.

Sebbene non esista un vaccino specifico per tutti i ceppi di influenza aviaria, alcuni vaccini sono sviluppati per gruppi a rischio, come i lavoratori negli allevamenti di pollame. Infine, è fondamentale monitorare i pazienti durante il trattamento per adattare le terapie in base alla progressione della malattia e alla risposta alle cure.