L'insulino-resistenza è una condizione spesso difficile da individuare nelle sue fasi iniziali perché può presentare sintomi aspecifici. Vediamo come riconoscerla e trattarla.
Che cos’è l’insulino-resistenza?
L'insulino-resistenza, anche detta resistenza insulinica, è una condizione in cui le cellule dell’organismo non rispondono adeguatamente all'insulina. Questa è un ormone prodotto dal pancreas, deputata al trasporto del glucosio dal sangue alle cellule, dove questo zucchero viene utilizzato come energia. L'insulina e il glucagone sono i due ormoni fondamentali per regolare i livelli di glucosio nel sangue (glicemia). In particolare, l’insulina evita che diventino troppo alti, il glucagone che scendano troppo.
L’insulina viene rilasciata dal pancreas nel sangue continuamente, in modo da mantenere stabile il glucosio nel sangue a digiuno, mentre dopo i pasti quando i livelli di zucchero nel sangue aumentano, viene secreta una maggiore quantità per abbassare la glicemia. L'ormone raggiunge le cellule dei diversi tessuti, facendo in modo che queste assorbano il glucosio, la cui concentrazione nel sangue, così, diminuisce. Questa funzione è di particolare importanza, dal momento che elevate quantità di glucosio nel sangue possono avere effetti tossici, causando danni alle cellule e morte delle stesse.
In presenza di resistenza all’insulina, per mantenere i livelli di glicemia entro un intervallo adeguato, il pancreas produce quantità maggiore dell’ormone. Tale condizione non fa altro che peggiorare il problema originario, conducendo, nel tempo, a un incremento sia dei livelli di insulina nel sangue (iperinsulinismo) che di glicemia (iperglicemia).
L’insulino-resistenza è una risposta scorretta delle cellule alla presenza dell’insulina, provocando una riduzione della loro capacità di assorbire il glucosio dal sangue. Quando una persona è insulino-resistente, il pancreas deve produrre maggiori quantità di questo ormone. Questo sovraccarico può alla lunga portare a problemi di salute più gravi, come:
Cosa succede se si è insulino-resistenti?
Quando si è insulino-resistenti, come detto, l’organismo inizia a reagire in modo meno efficace all'insulina, dando esito a una serie di effetti e complicazioni, come:
- iperinsulinemia: come detto, il corpo tenta di compensare la resistenza all'ormone, il pancreas produce più insulina del normale nel tentativo di mantenere normali i livelli di glucosio nel sangue
- iperglicemia: aumento dei livelli di glucosio nel sangue: Nonostante l’aumentata produzione di insulina, la capacità del corpo di ridurre efficacemente i livelli di glucosio nel sangue diminuisce. In questo modo, i livelli di glucosio rimangono più elevati del normale.
- maggiore rischio di sviluppare diabete di tipo 2: con il passare del tempo, il pancreas può diventare incapace di produrre sufficiente insulina per compensare la resistenza. Ciò può portare a un'ulteriore elevazione dei livelli di glucosio nel sangue e, eventualmente, allo sviluppo del diabete di tipo 2.
- maggiore rischio di sviluppare diabete gestazionale: in gravidanza vi è sempre una relativa insulino-resistenza dovuta agli enzimi placentari. Nelle donne che avviano la gravidanza con un problema di insulino-resistenza vi è un maggior rischio che i livelli di glicemia aumentino, sviluppando diabete
- alterazioni del metabolismo lipidico (dislipidemia): Le persone insulino-resistenti spesso hanno livelli elevati di trigliceridi e livelli ridotti di colesterolo HDL (colesterolo "buono"). Queste alterazioni dei lipidi nel sangue aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari.
Complicazioni a lungo termine
L’insulino-resistenza, se non trattata, a lungo termine può avere conseguenze importanti. Le principali complicazioni comprendono:
- malattie cardiovascolari e malattia renale cronica: dal momento che come detto, l’insulino-resistenza è associata a fattori di rischio cardiovascolare come l'ipertensione, l'obesità, gli elevati livelli di trigliceridi e il basso livello di HDL
- sindrome metabolica: è un insieme di condizioni (compresa alta pressione sanguigna, dislipidemia e obesità addominale) che si verifica spesso in chi è insulino resistente, aumentando ulteriormente il rischio di diabete mellito e di malattie cardiache
- steatosi epatica non alcolica (NAFLD): in passato definito fegato grasso non alcolico, può progressivamente causare infiammazione (steatoepatite non alcolica -NASH) e danni epatici (cirrosi).
Oltre ai rischi di condizioni specifiche, l'insulino-resistenza può complessivamente ridurre la qualità della vita, aumentare il rischio di altre malattie croniche e influenzare negativamente la salute generale. È dunque importante intervenire modificando lo stile di vita e, quando necessario, con il trattamento farmacologico per gestire o invertire l'insulino-resistenza.
Quali sono i sintomi?
Le manifestazioni dell’insulino-resistenza possono essere sottili e non sempre immediatamente riconoscibili, dal momento che la condizione si sviluppa lentamente, nel corso degli anni. Oltre a iperinsulinemia e iperglicemia, altri possibili segni e sintomi che possono indicare la presenza del disturbo includono:
- aumento di peso, e in generale tendenza a ingrassare, in particolare intorno alla zona addominale
- stanchezza e senso di affaticamento, soprattutto dopo aver mangiato
- difficoltà nella concentrazione
- fame eccessiva: che si sostanzia in un senso di fame continuo, soprattutto dopo i pasti
- ipotensione e ipoglicemia postprandiale, ovvero un calo della pressione sanguigna e della glicemia dopo i pasti. Queste condizioni possono portare a sensazioni di svenimento o instabilità, ipersudorazione
- problemi dermatologici, come Acanthosis nigricans, caratterizzata da zone di pelle scura e ispessita, specialmente nelle pieghe come il collo e sotto le ascelle
- sindrome dell'ovaio policistico (PCOS), caratterizzata da periodi mestruali irregolari, irsutismo, acne e problemi di fertilità.
Nonostante questi possibili sintomi, molte persone non mostrano segni evidenti di resistenza all'insulina finché non si sviluppa una condizione più grave, come il diabete mellito di tipo 2. Per questa ragione, è importante sottoporsi periodicamente a controlli, soprattutto se si hanno fattori di rischio come:
- sovrappeso
- vita sedentaria
- familiarità con diabete mellito di tipo 2
- elevati livelli di colesterolo e trigliceridi.
Come si scopre l’insulino-resistenza? Diagnosi
La diagnosi di insulino-resistenza può essere posta esclusivamente su base anamnestica, in una persona con:
Laddove sia necessario quantificare l’insulino-resistenza oppure i criteri clinici non siano evidenti, può essere eseguito un esame del sangue a digiuno per rilevare contemporaneamente i livelli di glicemia e insulinemia. In questo modo è possibile verificare se c’è un eccesso di insulina (iperinsulinismo) e calcolare degli indici (HOMA o QUICKI) che possono risultare indicativi di insulino-resistenza, anche in presenza di normali livelli di glicemia e insulinemia.
I test con carico orale di glucosio (come il test della curva insulinemica) non hanno indicazione per la diagnosi di insulino-resistenza. Altri test (come clamp euglicemico, test di tolleranza glicemica endovenoso, test di tolleranza glucidica) non possono essere utilizzati per una diagnosi clinica, ma solo nell’ambito della ricerca medica.
Come si cura l'insulino-resistenza? Rimedi e trattamenti
Il trattamento dell'insulino-resistenza è orientato a migliorare la capacità delle cellule di rispondere all'insulina e a mantenere i livelli di glucosio nel sangue entro un intervallo adeguato. A questo scopo, le strategie devono essere adottate sono:
- modifiche dello stile di vita
- interventi sulla dieta
- uso di farmaci.
Modifiche dello stile di vita
Le modifiche dello stile di vita sono fondamentali per migliorare la sensibilità all’insulina e includono:
- attività fisica regolare: anche solo 30 minuti al giorno di esercizio moderato, come una camminata veloce, possono fare una grande differenza
- perdita di peso, specialmente del grasso addominale
- dormire a sufficienza.
- abolire il fumo di sigaretta.
Cosa non mangiare se si è insulino-resistenti? Interventi sull'alimentazione
Un'alimentazione sana è essenziale per gestire la resistenza all’insulina. In particolare è di fondamentale importanza:
- avere un’alimentazione bilanciata ricca di frutta e verdura, proteine magre, e cereali integrali
- limitare gli zuccheri semplici e i carboidrati raffinati, che possono causare picchi rapidi di glucosio nel sangue e insulina.
- distribuire i pasti nel corso della giornata per mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue.
Inoltre, alcuni alimenti dovrebbero essere limitati o evitati:
- alimenti ad alto indice glicemico: ovvero, che provocano un rapido aumento della glicemia, come dolci, bevande zuccherate, e cibi raffinati come il pane bianco e la pasta
- carboidrati semplici, presenti in dolci, bibite, marmellate, e miele
- grassi saturi e acidi grassi trans: contenuti in alcuni tipi di carne, prodotti caseari interi, margarine e cibi fritti o elaborati industrialmente
- cibi ultra-processati e junk food: come cibi confezionati, snack, fast food, e qualsiasi cibo che contenga conservanti, coloranti e additivi
- alcol: può influenzare negativamente la resistenza all'insulina e i livelli di zucchero nel sangue.
Terapia farmacologica
La terapia farmacologica dell’insulino-resistenza, laddove gli interventi sullo stile di vita e l’alimentazione non siano da soli efficaci, ha come obiettivi la normalizzazione del peso corporeo e la prevenzione del diabete mellito di tipo 2. I farmaci disponibili ed autorizzati a questo scopo sono attualmente gli analoghi del GLP-1 (liraglutide e semaglutide) che consentono di trattare obesità, sovrappeso e insulino-resistenza. In alternativa, sono disponibili in commercio integratori a base di inositolo che, associati all’intervento sullo stile di vita, possono fornire un buon supporto nei casi non complicati.
Prima dell’avvento degli analoghi del GLP-1, un farmaco spesso utilizzato per il trattamento dell’insulino-resistenza era la metformina. Formalmente, però, la metformina non è mai stata indicata né per il trattamento dell’insulino-resistenza, né dell’obesità, né per prevenzione del diabete mellito di tipo 2. Pertanto, veniva e viene sempre prescritta in regime off label. Attualmente la scelta di utilizzo della metformina per il trattamento dell’insulino-resistenza, viene riservato a casi particolari, ad esempio:
- in concomitanza di iperglicemia
- in donne a elevato rischio di diabete gestazionale in fase preconcezionale e in gravidanza.