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L’ipovolemia. Cause, conseguenze, intervento

A cura di
Elisa
Diral

L’ipovolemia è una diminuzione del sangue circolante nell’organismo dovuta a perdite di sangue o a perdite di fluidi corporei. Quando si manifesta è fondamentale rivolgersi al proprio medico quanto prima.

Cos’è l’ipovolemia?

Si parla di ipovolemia quando si verifica una diminuzione del volume del sangue che circola all’interno dell’organismo.

Le principali cause possono essere la perdita di sangue, una insufficiente assunzione oppure una eccessiva perdita di liquidi. Un’ulteriore causa è da ritrovare nell’aumento di permeabilità capillare, ovvero una perdita di liquidi che avviene dai vasi sanguigni di ridotte dimensioni.

Cosa si intende per volemia?

Il termine volemia indica il volume del sangue che circola nell’organismo o, in altri termini, la quantità totale di sangue che si trova nel sistema circolatorio. Mediamente un adulto ha valori di volemia compresi tra i 4,7 e i 5 litri, con variazioni dovuti a genere, peso del corpo ed età.

Il volume totale si riferisce sia al plasma, sia ai cosiddetti elementi figurati, ovvero piastrine, globuli bianchi e globuli rossi. Sempre il termine volemia si riferisce sia alla quantità di sangue che circola nei vasi, sia al sangue che si trova in organi che agiscono come riserve: milza o fegato, per fare due esempi.

Quali sono i suoi sintomi?

I sintomi iniziali dell’ipovolemia si hanno con secchezza di naso, bocca e delle altre mucose. Il paziente può avere la pelle meno elastica e una diminuzione nella produzione di urine.

Quando si ha una perdita pari ad un quinto del volume, e in assenza di una adeguata compensazione di liquidi, si manifestano altri tipi di sintomi quali:

Cosa può causare l’ipovolemia?

L’ipovolemia può avvenire per perdita di sangue significativa, dovuta ad emorragia interna o esterna, o per perdita consistente di liquidi, che può accadere per via renale, gastrointestinale o cutanea. Un altro motivo può essere l’insufficiente assunzione di liquidi, ad esempio per riduzione del senso di sete, che si può verificare nell’anziano, o disfagia.

Di seguito alcuni esempi di perdite di liquidi che possono portare all’ipovolemia:

  • emorragie gravi che possono essere dovute ad un sanguinamento interno a seguito di rottura di un vaso sanguigno o di un organo interno, come può accadere con la rottura di aneurismi o ulcere gastriche, oppure a un sanguinamento esterno dovuto a trauma
  • perdite di fluido a causa di ustioni estese, che danneggiano l’integrità della pelle e permettono un’eccessiva fuoriuscita di plasma sanguigno
  • diarrea severa o prolungata, vomito, che possono portare a una riduzione del volume circolatorio.

Le patologie che possono essere alla base di ipovolemia e di possibile shock ipovolemico sono numerose. A titolo esemplificativo si possono indicare:

In che modo si interviene

Si interviene basa alla gravità dell’ipovolemia e tenendo conto della causa che l’ha determinata. Se alla base si ha una perdita di liquidi, si può intervenire con flebo di soluzioni saline o a base di zuccheri, fino al ripristino dei liquidi.

In caso di origine emorragica, si deve intervenire con trasfusioni di piastrine, di plasma, di globuli rossi. Nei casi più gravi, quindi nei casi di rotture di vasi o di organi, può essere necessario il ricorso all’intervento chirurgico e a farmaci per alzare la pressione.