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La latticodeidrogenasi (LDH) è un enzima presente nella grande maggioranza delle cellule. La sua funzione più importante risiede nella metabolizzazione del glucosio, così da trasformarlo in energia.
L’LDH è presente in diversi isoenzimi, ovvero enzimi con diversa struttura chimica e differenti proprietà chimico-fisiche, ma in grado di catalizzare la stessa reazione. Nello specifico:
L’LDH viene rilasciato nel plasma, quindi nella frazione liquida del sangue, tutte le volte in cui si ha un danneggiamento o una distruzione delle cellule. La sua concentrazione aumenta all’interno di ulteriori liquidi biologici anche nei pazienti affetti da alcune patologie. Vediamo allora quando e perché viene prescritto il test della LDH e come interpretare i risultati.
La latticodeidrogenasi è quindi presente in tutte le cellule del nostro organismo. Si specifica che che i batteri possono produrre questo enzima. Poiché l’LDH rilasciato nel sangue è la conseguenza di un danno alle cellule o ai tessuti, il dosaggio di questo enzima può essere utile innanzitutto a identificare un danno tissutale.
Nel caso, poi, in cui fossero prescritti altri esami e test di approfondimento, l’LDH risulta utile anche nella diagnosi di una eventuale patologia che può causare un danno a cellule e tessuti, come accade in alcune malattie del sangue, del fegato o alcuni tumori.
La ragione principale per la quale può essere richiesto il dosaggio dell’Ldh è il sospetto di un danno che abbia coinvolto tessuti o cellule. Questo esame, da solo, non è sufficiente a formulare una diagnosi e, generalmente, viene prescritto in concomitanza con altre analisi più specifiche qualora i valori di Ldh risultino anomali o alterati.
Una volta determinata la natura del problema e individuato l’organo o gli organi coinvolti, il test dell’Ldh può essere prescritto a scadenze regolare allo scopo di tenere sotto controllo l’andamento della patologia, la sua eventuale progressione o risoluzione. Il clinico, infine, può richiedere l’esame per misurare la concentrazione ematica di latticodeidrogenasi in caso di:
Per effettuare il test dell’Ldh è necessario prelevare un campione di sangue venoso, generalmente raccolto al mattino.
Non ci sono particolari prescrizioni o indicazioni per effettuare questo esame, se non il consiglio di osservare il digiuno almeno nelle otto ore che precedono il prelievo.
In una persona sana che non è affetta da particolari patologie, i livelli di Ldh nel sangue dovrebbero essere compresi tra le 80 e le 300 milliunità per millilitro (mU/ml). Bisogna, però, sottolineare che ci sono diversi parametri che possono influenzare i valori di riferimento di questo enzima, quali età, sesso e strumenti utilizzati per condurre le analisi.
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
I livelli alti di Ldh nel sangue, che indicano la presenza di un danno ai tessuti o alle cellule, dopo aver raggiunto la concentrazione massima iniziano a tornare alla normalità dopo uno specifico arco di tempo. Nel caso di un infarto, ad esempio, l’aumento si ha entro le 24, 48 ore, entro 3 giorni viene raggiunto il picco, e i livelli di normalità sono raggiunti tra i 10 e i 14 giorni.
Ci possono essere anche diverse condizioni cliniche o patologie in grado di causare alterazioni nei valori di questo enzima, anche se per formulare una diagnosi non bastano i soli risultati del dosaggio di LDH.
In ogni caso tra le ragioni che possono comportare valori alterati possono esserci:
LDH può aumentare anche durante i trattamenti chemioterapici qualora questi non siano efficaci. In soggetti che soffrono di patologie croniche, i livelli ematici di questo enzima possono mantenersi sempre leggermente alti.
La concentrazione di lattato deidrogenasi tende ad aumentare se il soggetto assume farmaci quali:
Di per sé il valore LDH può essere conseguenza di una serie di condizioni che richiedono approfondimento diagnostico, come è stato indicato. Allo stesso tempo, anche una attività fisica intensa può aumentare i livelli dell’enzima.
Pertanto è necessario affidarsi al proprio medico, e allo specialista, per i necessari approfondimenti di tipo diagnostico.
L’esame dell’LDH può essere condotto anche su altri liquidi biologici e non solo su campioni di sangue. Ad esempio, potrebbe essere necessario analizzare un campione dei fluidi biologici che si accumulano in determinate aree dell’organismo in caso di danni dovuti a infezioni, infiammazioni o in presenza dei tipici sintomi di una meningite.
L’alterazione della concentrazione di LDH in questi liquidi potrebbe essere utile a individuare la causa del loro accumulo in alcune aree dell’organismo.
Insieme ad altri esami, il test di Ldh può essere utilizzato per capire se l’accumulo di liquidi in alcune zone come polmoni, cuore o cavità addominale sia dovuta ad una infiammazione o a uno scompenso di pressione nei vasi e di concentrazione ematica di proteine.
Tra gli altri liquidi biologici che possono essere esaminati per monitorare la concentrazione di LDH ci sono: