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Il linfogranuloma venereo

A cura di
Fabio
Leva

Il linfogranuloma venereo è una malattia a trasmissione sessuale che viene causata da un batterio e che si sviluppa solitamente nei pressi della zona di pentetrazione dello stesso

Cos’è il linfogranuloma venereo? 

Si tratta di una malattia venerea, ovvero una malattia che avviene per trasmissione sessuale e che colpisce entrambi i sessi. Viene anche definito linfopatia venerea, linfogranuloma inguinale, o malattia di Durand-Nicolas-Favre. 

La causa è un’infezione da parte di alcune varianti del batterio che causa la clamidia, Chlamydia trachomatis (sierotipi L1, L2, L2a, L2b e L3).

Dal punto di vista sintomatologico, la malattia si caratterizza per manifestazioni localizzate nell’area genitale, segnatamente a livello dei linfonodi inguinali. Sono possibili anche sintomi perianali e in alcuni casi orali, conseguenza di rapporti orogenitali. 

La malattia da un punto di vista epidemiologico colpiva maggiormente le popolazioni di zone tropicali e subtropicali, segnatamente di Sud-est asiatico, Africa e America caraibica e latina. 

Il turismo globalizzato e soprattutto il turismo di tipo sessuale ha fatto sì che la malattia si diffondesse anche in Europa e negli USA nel corso degli ultimi 20 anni, spesso associata ad altre malattie a trasmissione sessuale (MTS). 

Le cause del linfogranuloma venereo

Come detto, la malattia rientra nel novero delle infezioni a trasmissione sessuale, ossia malattie per le quali il contagio avviene prevalentemente attraverso rapporti sessuali non protetti, più di frequente se la condotta sessuale della persona è promiscua, cioè nel caso in cui i rapporti non protetti avvengano con più partner diversi. 

L’agente patogeno è costituito da alcune rare varianti del batterio Chlamydia trachomatis, che hanno la caratteristica di invadere i linfonodi della zona inguinale. 

La manifestazione di queste varianti di C. trachomatis risulta maggiormente aggressiva rispetto a quella delle altre varianti più comuni. 

L’incubazione dura dai 5 ai 21 giorni in forma quasi asintomatica: a partire da una piccola piaga indolore in zona genitale, anale o orale si sviluppano successivamente i sintomi e i segni della malattia vera e propria. Può capitare che il periodo di incubazione si estenda ad alcuni mesi, rendendo più complesso ricostruire le modalità del contagio mediante l’indagine anamnestica e di conseguenza individuare e contattare il (o i) partner in cui sia presente l’infezione.

Quali sono i sintomi principali?

La sintomatologia è localizzata sia nelle aree oggetto di rapporti sessuali, sia a livello sistemico. 

Si riconoscono tre fasi di sviluppo della malattia.

Prima fase

Il primo sintomo è la piccola lesione in area genitale, perianale o orale che precede l’insorgenza della malattia conclamata. Queste ulcere genitali, dette papule, assomigliano ad un foruncolo, non sono quasi mai fonte di dolore e possono scomparire anche senza trattamento. Talvolta non vengono notate, soprattutto nelle donne.

Possono essere presenti in questa fase anche forme di infiammazione delle vie urinarie, e un iniziale aumento dimensionale dei linfonodi inguinali. In rari casi sono presenti infiammazioni del tessuto sottocutaneo (tipicamente a carico degli arti).

Seconda fase

Le manifestazioni sintomatiche di questa fase risultano molto più evidenti e serie. 

I linfonodi locoregionali presentano una tumefazione (spesso solo da un lato), che può causare fastidio o vero e proprio dolore, accompagnata da infiammazione della mucosa sede di ingresso del batterio e da ingrossamento dei vasi linfatici interessati

Oltre al gonfiore dei linfonodi il paziente presenta anche altri segni correlati non legati all’area di penetrazione dell’agente patogeno, come:

Terza fase

La sintomatologia della terza fase rappresenta le complicazioni che insorgono in caso di mancato trattamento con antibiotici

In particolare: 

La lista della sintomatologia e delle conseguenze non è esaustiva. 

È sempre meglio rivolgersi ad uno specialista in caso di dubbi.

Diagnosi e terapia

La diagnosi parte da un’accurata anamnesi del paziente, in cui il medico verifica la condotta sessuale del paziente, e dall’esame obiettivo a carico dell’urologo. 

Per la certezza dell’avvenuta infezione sono però necessari esami di laboratorio che confermino la presenza del batterio, in particolare i test molecolari per la ricerca della Chlamydia e la sierologia. È importante escludere le altre possibili cause di linfadenopatia inguinale, che sono molteplici ed eterogenee, motivo per il quale la diagnosi di linfogranuloma venereo è molto difficile e indaginosa.

La terapia è essenzialmente antibiotica e va seguita sotto supervisione medica, soprattutto per confermare l’avvenuta eradicazione del patogeno. La prognosi è migliore più precoce è il trattamento, ciò rende fondamentale una valutazione da parte del medico nel più breve tempo possibile dalla manifestazione dei sintomi.