Cos’è il linfogranuloma venereo?
Si tratta di una malattia venerea, ovvero una malattia che avviene per trasmissione sessuale e che colpisce entrambi i sessi. Viene anche definito linfopatia venerea, linfogranuloma inguinale, o malattia di Durand-Nicolas-Favre.
La causa è un’infezione da parte di alcune varianti del batterio che causa la clamidia, Chlamydia trachomatis (sierotipi L1, L2, L2a, L2b e L3).
Dal punto di vista sintomatologico, la malattia si caratterizza per manifestazioni localizzate nell’area genitale, segnatamente a livello dei linfonodi inguinali. Sono possibili anche sintomi perianali e in alcuni casi orali, conseguenza di rapporti orogenitali.
La malattia da un punto di vista epidemiologico colpiva maggiormente le popolazioni di zone tropicali e subtropicali, segnatamente di Sud-est asiatico, Africa e America caraibica e latina.
Il turismo globalizzato e soprattutto il turismo di tipo sessuale ha fatto sì che la malattia si diffondesse anche in Europa e negli USA nel corso degli ultimi 20 anni, spesso associata ad altre malattie a trasmissione sessuale (MTS).
Le cause del linfogranuloma venereo
Come detto, la malattia rientra nel novero delle infezioni a trasmissione sessuale, ossia malattie per le quali il contagio avviene prevalentemente attraverso rapporti sessuali non protetti, più di frequente se la condotta sessuale della persona è promiscua, cioè nel caso in cui i rapporti non protetti avvengano con più partner diversi.
L’agente patogeno è costituito da alcune rare varianti del batterio Chlamydia trachomatis, che hanno la caratteristica di invadere i linfonodi della zona inguinale.
La manifestazione di queste varianti di C. trachomatis risulta maggiormente aggressiva rispetto a quella delle altre varianti più comuni.
L’incubazione dura dai 5 ai 21 giorni in forma quasi asintomatica: a partire da una piccola piaga indolore in zona genitale, anale o orale si sviluppano successivamente i sintomi e i segni della malattia vera e propria. Può capitare che il periodo di incubazione si estenda ad alcuni mesi, rendendo più complesso ricostruire le modalità del contagio mediante l’indagine anamnestica e di conseguenza individuare e contattare il (o i) partner in cui sia presente l’infezione.
Quali sono i sintomi principali?
La sintomatologia è localizzata sia nelle aree oggetto di rapporti sessuali, sia a livello sistemico.
Si riconoscono tre fasi di sviluppo della malattia.
Prima fase
Il primo sintomo è la piccola lesione in area genitale, perianale o orale che precede l’insorgenza della malattia conclamata. Queste ulcere genitali, dette papule, assomigliano ad un foruncolo, non sono quasi mai fonte di dolore e possono scomparire anche senza trattamento. Talvolta non vengono notate, soprattutto nelle donne.
Possono essere presenti in questa fase anche forme di infiammazione delle vie urinarie, e un iniziale aumento dimensionale dei linfonodi inguinali. In rari casi sono presenti infiammazioni del tessuto sottocutaneo (tipicamente a carico degli arti).
Seconda fase
Le manifestazioni sintomatiche di questa fase risultano molto più evidenti e serie.
I linfonodi locoregionali presentano una tumefazione (spesso solo da un lato), che può causare fastidio o vero e proprio dolore, accompagnata da infiammazione della mucosa sede di ingresso del batterio e da ingrossamento dei vasi linfatici interessati.
Oltre al gonfiore dei linfonodi il paziente presenta anche altri segni correlati non legati all’area di penetrazione dell’agente patogeno, come:
Terza fase
La sintomatologia della terza fase rappresenta le complicazioni che insorgono in caso di mancato trattamento con antibiotici.
In particolare:
La lista della sintomatologia e delle conseguenze non è esaustiva.
È sempre meglio rivolgersi ad uno specialista in caso di dubbi.
Diagnosi e terapia
La diagnosi parte da un’accurata anamnesi del paziente, in cui il medico verifica la condotta sessuale del paziente, e dall’esame obiettivo a carico dell’urologo.
Per la certezza dell’avvenuta infezione sono però necessari esami di laboratorio che confermino la presenza del batterio, in particolare i test molecolari per la ricerca della Chlamydia e la sierologia. È importante escludere le altre possibili cause di linfadenopatia inguinale, che sono molteplici ed eterogenee, motivo per il quale la diagnosi di linfogranuloma venereo è molto difficile e indaginosa.
La terapia è essenzialmente antibiotica e va seguita sotto supervisione medica, soprattutto per confermare l’avvenuta eradicazione del patogeno. La prognosi è migliore più precoce è il trattamento, ciò rende fondamentale una valutazione da parte del medico nel più breve tempo possibile dalla manifestazione dei sintomi.