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Monocitosi: aumento dei monociti nel sangue. Cause, esami

A cura di
Elisa
Diral

La monocitosi indica un aumento significativo dei monociti, un tipo di globuli bianchi, nel sangue. Le cause possono essere di natura patologica. Si interviene con terapia sintomatica e per la risoluzione della eventuale causa sottostante.

Che cos’è la monocitosi?

Si parla di monocitosi quando si ha un aumento significativo della conta di monociti nel sangue.

Cosa sono i monociti?

I monociti sono uno specifico tipo di globuli bianchi. I globuli bianchi sono di 5 tipi:

  • neutrofili: sono i globuli bianchi presenti in maggiore quantità e sono i primi a rispondere alle infezioni batteriche. Fagocitano e distruggono gli agenti patogeni
  • linfociti: suddivisi in linfociti T, B e cellule NK. I linfociti T coordinano la risposta immunitaria e attaccano le cellule infette, i linfociti B producono anticorpi, mentre le cellule NK (Natural Killer) uccidono le cellule tumorali e infette
  • monociti: sono i più grandi tra i globuli bianchi e circolano nel sangue per poi differenziarsi in macrofagi o cellule dendritiche una volta che hanno raggiunto tessuti. I macrofagi fagocitano microrganismi, cellule morte e detriti cellulari, mentre le cellule dendritiche presentano antigeni ai linfociti T, e attivano quindi la risposta immunitaria. Tanto i monociti quanto i macrofagi, inoltre, svolgono l’attività di stimolazione delle altre cellule che fanno parte del sistema immunitario
  • eosinofili: combattono le infezioni parassitarie e sono coinvolti nelle reazioni allergiche. Rilasciano enzimi che distruggono i parassiti e modulano la risposta infiammatoria.
  • basofili: sono generalmente la classe di globuli bianchi meno rappresentata nel sangue; rilasciano istamina e altri mediatori chimici durante le reazioni allergiche, contribuendo alla risposta infiammatoria.

Valori di riferimento dei monociti

I valori normali dei monociti nel sangue possono essere leggermente diversi in base ai laboratori in cui sono svolte le analisi. Generalmente questi sono i valori normali dei monociti nel sangue:

  • in percentuale del totale dei leucociti (globuli bianchi): 1% - 6%
  • in valori assoluti (numero per microlitro µL di sangue): 200 - 600 monociti per µL.

Tuttavia si parla di monocitosi assoluta quando i valori di monociti sono superiori ai 1000 per µL.

Cosa significano i monociti bassi?

L’eventualità di una monocitopenia, ovvero un numero ridotto di monociti nel sangue, non è frequente. Quando si verifica, può essere conseguenza di un midollo osseo che non esprime una funzionalità piena, oppure può essere determinata da infezioni, virali o batteriche, acute; anche patologie ematologiche maligne e i relativi trattamenti possono causare riduzione nei valori dei monociti.

Sintomi di monocitosi

La monocitosi di per sé non provoca sintomi specifici, ma può essere indicativa di una serie di condizioni sottostanti che possono manifestarsi con diversi segni clinici. Va quindi conosciuta la causa sottostante all’aumento dei monociti nel sangue per poter comprendere i sintomi e i segni che si manifestano.

Quali sono le cause della monocitosi?

La monocitosi può essere causata da vari disturbi e condizioni, che spaziano da infezioni a malattie infiammatorie croniche a disturbi del sistema ematopoietico. Tra le alcune patologie comuni che portano a monocitosi si indicano:

  • infezioni: possono essere acute e tipicamente virali, come varicella e morbillo. Oppure croniche, come sifilide o tubercolosi.
  • malattie infiammatorie croniche e autoimmuni: condizioni come l’artrite reumatoide, il Lupus eritematoso sistemico, la tiroidite di Hashimoto, la sindrome di Sjögren e il morbo di Crohn, data la loro natura di malattie che coinvolgono una risposta infiammatoria prolungata
  • disturbi ematologici: malattie come la leucemia mieloide cronica, la leucemia mielomonocitica cronica e altri disordini del midollo osseo possono portare a un aumento dei monociti. Nei casi di malattie mieloproliferative la produzione eccessiva di monociti è dovuta a una proliferazione anormale delle cellule staminali nel midollo osseo
  • cancro e metastasi: in certi casi, la presenza di tumori o le metastasi possono indurre monocitosi. Questo può verificarsi a causa della risposta immunitaria a queste cellule anormali o a causa di fattori di crescita rilasciati dalle stesse cellule tumorali.

Esami del sangue per la monocitosi

Per la conta dei monociti nel sangue vengono svolti due esami strumentali: l’emocromo completo con formula leucocitaria e lo striscio di sangue periferico.

L’emocromo completo con formula leucocitaria fornisce il numero di globuli bianchi per millimetro cubo e una suddivisione per i 5 tipi. La formula leucocitaria indica la percentuale di ogni tipo di leucocita, ed è così possibile intercettare anomalie quali monocitosi o monocitopenia.

Di seguito, le percentuali di riferimento per i 5 tipi di globuli bianchi:

  • neutrofili tra il 50% e l’80%
  • linfociti tra 20% e 40%
  • monociti tra l’1% e il 6%
  • eosinofili tra l’1% e il 4%
  • basofili, l’1%.

Lo striscio di sangue periferico è invece l’esame al microscopio di un campione di sangue colorato. Permette di osservare direttamente le cellule del sangue, inclusi i monociti, e di valutare la loro morfologia.

Si procede poi all’esecuzione di esami volti alla ricerca delle cause della monocitosi, come gli esami del sangue per malattie infettive e infiammatorie, ecografie linfonodali o addominali e RX torace. Infine, nel caso in cui si sospetti una malattia ematologica primitiva, può essere eseguito l’esame del midollo: aspirato midollare e biopsia osteomidollare.