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L'ossessione

A cura di
Andrea
De Poli De Luigi

Un'ossessione o pensiero ossessivo può essere definita come un pensiero che risuona nella mente incessantemente. Scopriamo come riconoscerlo e affrontarlo

Qual è la definizione di ossessione?

Un'ossessione (o pensiero ossessivo) può essere definita come un pensiero parassita. Assume la forma di un'idea, di una paura, di un impulso, di un ricordo o di un'immagine mentale che, senza logica o motivazione, risuona nella mente e tende a ripresentarsi incessantemente, senza che la volontà della persona abbia la capacità di contrastarlo.

Cosa significa avere un’ossessione?

L'ossessione è un'idea intrusiva, pervasiva, nel senso che acquista un'eccessiva rilevanza rispetto alla restante vita mentale, ed è persistente. Il soggetto si sente dominato contro la sua volontà, vinto da un senso di obbligatorietà e da una dimensione coattiva nel rapportarsi con un pensiero che, nel suo ritorno incessante, confronta continuamente con specifici contenuti.

L'angoscia attivata dal ritorno del contenuto, spesso estraneo a sé, è alimentata dalla percepita impossibilità nel ridurre o nel contenere la presenza del pensiero. I contenuti del pensiero ossessivo possono infatti essere spesso molto lontani dal mondo interno e dalle rappresentazioni con cui la persona si definisce, risultando angoscianti, spaventosi e disgustosi, sebbene assurdi.

Che cosa prova chi vive un’ossessione?

La persona può vivere tali pensieri con profonda vergogna ed evitare di riferirli anche in un contesto clinico. La persona tenta di opporre una resistenza al presentarsi di tali idee, provando a sopprimere il pensiero, evitando luoghi o oggetti o adottando delle contromisure capaci transitoriamente di ridurre l'angoscia, cioè i rituali compulsivi.

Nonostante ciò, non è tanto la maggiore o minore estraneità a sé, o la ragionevolezza, a definire la natura patologica dell'ossessione, quanto il fatto che tale ideazione assuma una persistenza tali da configurare un'alterazione qualitativa della forma del pensiero.

La persona che vive lo psichismo parassita ossessivo si confronta continuativamente con uno sfiancante senso di impotenza.

Perché nascono le ossessioni?

All’origine di un'ossessione c’è solitamente uno stato di preoccupazione che genera una spirale di pensieri negativi cui si associa una sensazione di ansia e malessere: un circolo vizioso che con il tempo si rinnova e rafforza.

Quali sono le ossessioni più comuni?

Come capire se si ha un’ossessione? Ecco i principali contenuti delle idee ossessive e i comportamenti compulsivi che possono indurre. 

Ossessione di contaminazione

Consiste in pensieri, ripetitivi e intrusivi, con i relativi correlati emozionali (ansia, disgusto), aventi come oggetto il timore di poter incorrere o essere incorso in una contaminazione, veicolata dallo sporco o dai germi, da sostanze tossiche quali veleni, agenti cancerogeni, insetticidi, detersivi o elementi biologici quali sangue, urina, feci, sperma.

Diversamente dai quadri fobici, non è il contatto materiale con l'agente contaminante ad attivare i tentativi di controllo, ma il timore circa la possibilità di essere contaminato, da cui la continua attivazione di rituali ablutomanici di lavaggio, attivati anche dalla sensazione di essere sporco.

Talvolta si afferma il timore di poter diventare un vettore di trasmissione di una malattia a terzi. Oltre ai rituali di lavaggio, s'instaura un comportamento di evitamento di ambienti o di oggetti che espongono al rischio di incorrere in una possibile contaminazione, quali bagni pubblici, il denaro contante, gli animali o persone malate.

Ossessione dubitativa

Può avere come oggetto preoccupazioni legate alla vita ed alle attività quotidiane (aver chiuso il gas o la serratura, aver investito qualcuno in automobile) o legarsi a temi religiosi, filosofici o culturali. I due quadri clinici sono profondamente diversi.

Nel primo caso il quadro clinico è quello del controllore, detto in lingua inglese checker, in cui si rinviene clinicamente un confronto con una costante sensazione di incertezza e insicurezza che esita in rituali compulsivi di controllo. Il dubbio è spesso colorito da sfumature di colpa, legato al timore che, se non si esegue con il dovuto scrupolo una determinata azione, sia possibile procurare danni a se stessi o ad altre persone (pensiero magico). 

Nel secondo quadro clinico, quello legato a temi spirituali, vi è un incessante e continuativo confronto con sterili questioni esistenziali o filosofiche, come il mettere in dubbio l'essenza e il perché del mondo, della vita, di Dio, e il quadro clinico è descrivibile come quello di un ossessivo puro, in assenza di compulsioni.

Ossessione per la simmetria

In questo quadro clinico dominato da un'eccessiva o irrazionale preoccupazione per la simmetria, dal bisogno che le cose siano esatte o allineate. La difficoltà a raggiungere un senso di completezza o di esattezza porta a un incremento della tensione fisica, più che a uno stato d'ansia o di paura e a un senso d'inquietudine.

Diversamente da altri quadri clinici, l'ossessionato si riconosce come un perfezionista e respinge con poca forza i pensieri che sottolineano l'assenza di completezza. L'ossessionato sa che la tensione che prova si allenterà quando l'ordine, la simmetria o il bilanciamento saranno perfetti.

Le compulsioni che si originano portano a un'incessante attività legata al mettere a posto, nella ricerca della sensazione di esattezza, a toccare un numero bilanciato di volte una superficie usando gli arti superiori o parti del corpo speculari, o a rituali di conta. Il bisogno di simmetria può legarsi al pensiero magico, e costituire un sintomo di un quadro diverso, in cui l'attività è volta a prevenire una possibile catastrofe, evitabile sotto la propria responsabilità ed estremamente dolorosa per sé o terzi.

La persona è dominata da un senso d'incompletezza, dato dall'ipervalutazione delle differenze a discapito delle analogie e dal disagio nel porre delle approssimazioni di significato.

Ossessione aggressiva

Consiste nel ripresentarsi di immagini violente o oscene, parole o della paura di celare impulsi che, in assenza dei rituali di controllo, potrebbero portare a compiere atti sgradevoli, immorali o illegali. S'instaurano meccanismi di evitamento di oggetti temuti, quali coltelli, o di persone verso le quali si percepisce il timore di poter indirizzare tali impulsi.

Ossessione sessuale

Un’ossesione in cui si ripresentano immagini, parole o timori di poter essere portatori di caratteristiche inaccettabili per la persona, come l'essere omosessuale, pedofilo, incestuoso e di dover controllare gli eventi per evitare di andare incontro al proprio destino. Ne conseguono rituali di controllo e l'instaurarsi di meccanismi di evitamento di persone o situazioni in cui potrebbe esservi maggior rischio di non contenimento dell'impulso.

Ossessione religiosa

Una tipologia di ossessione in cui si afferma il timore di poter commettere azioni sacrileghe, o nella percepita necessità di contenere l'impulso a bestemmiare.

Ossessione somatica

Il quadro clinico, in questi casi, è dominato dalla paura persistente e irrazionale di sviluppare una malattia seria in grado di minacciare la vita, con compulsioni di controllo sulle parti del corpo e ricerca di rassicurazioni. Il dubbio più frequente è di aver contratto l'Aids o di avere un tumore, ma il dubbio può riguardare anche altre persone care. Il discrimine rispetto ad altri quadri clinici caratterizzati da un forte timore legato al corpo è che i pazienti, oltre ad avere altri sintomi, non si lamentano dei sintomi somatici che possono evocare la malattia temuta.

Come si fa a guarire da un'ossessione?

Il trattamento psicoterapeutico più indicato per la cura delle ossessioni è la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Questo approccio integra la psicoterapia cognitiva e quella comportamentale: la prima permette di ristrutturare il pensiero ossessivo, la seconda di esporre all’oggetto dell’ossessione e di prevenire la risposta ad esso.