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L'osteosclerosi


L’osteosclerosi è un processo che causa l’ispessimento dell’osso, che diventa denso e compatto, ma perde di elasticità e resistenza, esponendo al rischio di fratture

Che cosa è l’osteosclerosi?

L'osteosclerosi, o sclerosi ossea, è una condizione patologica caratterizzata dall’ispessimento dell’osso. Si tratta di un processo opposto a quello dell’osteoporosi: l’osso diviene più denso e compatto, assumendo un aspetto simile all’avorio (per effetto di un fenomeno di eburneizzazione), ma perde di elasticità e resistenza.

Questo si traduce in una maggiore fragilità e, di conseguenza, in un aumentato rischio di frattura.

Cosa vuol dire addensamento osseo?

L'addensamento osseo consiste in un aumento della densità ossea dovuto alla formazione di nuovo tessuto osteoide: la matrice ossea si ispessisce arricchendosi di sali calcarei e causa l’assottigliamento dello spazio midollare, in cui è contenuto il midollo.

Osteosclerosi: cause e tipologie

In base alla sua causa scatenante, l’osteosclerosi può essere distinta in:

  • Benigna o reattiva, quando è provocata da fattori infiammatori cronici, come quelli che caratterizzano l’artrite cronica, l’artrite reumatoide, l’osteite ossificante o le ulcere varicose. In questi casi, la riduzione della cartilagine articolare genera un aumento del carico sulle ossa, con un conseguente stato infiammatorio che stimola un ispessimento e un indurimento osseo
  • Maligna, se correlata a neoplasie maligne (tumori ossei come osteosarcomi)
  • Idiopatica, cioè senza causa apparente
  • Artrosica, ovvero causata da forme severe di artrosi e artrite
  • Endocrino-metabolica, se indotta da alterazioni endocrine e metaboliche, come iperparatiroidismo, ipervitaminosi e mixedema 

In alcuni casi, la sclerosi ossea può insorgere anche come effetto di patologie renali croniche (insufficienza renale cronica), sifilide, leucemie o intossicazioni da fosforo o fluoro.

Le modalità con cui si manifesta l’ispessimento dell’osso possono essere diverse. L’osteosclerosi può essere focale, se si concentra soltanto in alcune porzioni di osso, ma può interessare l’intera superficie dell’osso o persino tutte le ossa dello scheletro, come avviene nel caso dell’osteopetrosi. Viene definita subcondrale, se localizzata nelle aree ossee a contatto con la cartilagine.

In base alle parti del corpo in cui si presenta, la sclerosi ossea viene identificata come:

  • Acetabolare, quando interessa l’acetabolo, la cavità presente sulla porzione esterna dell’osso iliaco del bacino facente parte dell’articolazione dell’anca 
  • Vertebrale, se coinvolge le vertebre della colonna vertebrale 
  • Dentale, quando colpisce le arcate dentali
  • Mandibolare, quando interessa la mandibola
  • Localizzata in corrispondenza delle ossa dell’articolazione del ginocchio

Sintomi

L’osteosclerosi tende a manifestarsi con la comparsa di un intenso dolore al livello delle articolazioni, causato dal loro assottigliamento e dall’aumento del carico sulle ossa.

Anche la maggiore probabilità di traumi e fratture, data dalla perdita di elasticità, può rappresentare un segno di insorgenza della patologia.

Diagnosi

È possibile diagnosticare una sclerosi ossea sottoponendosi a una radiografia: le immagini mostreranno le zone in cui la cartilagine risulta consumata e, in corrispondenza, il livello di addensamento osseo.

Come si cura la osteosclerosi?

L'osteosclerosi è una patologia che attualmente non ammette possibilità di cura definitive. Le terapie consistono perlopiù nel trattamento della sintomatologia dolorosa legata al disturbo e della sua causa scatenante. 

Le modalità di intervento possono prevedere l’utilizzo di farmaci antinfiammatori e antidolorifici, il ricorso alla fisioterapia e a discipline sportive capaci di distendere i tessuti muscolari e alleviare il carico sulle ossa e sulle articolazioni (ginnastica dolce, ginnastica posturale, nuoto) o l’impiego di tecniche alternative come l’agopuntura.