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L'ovulazione dolorosa o mittelschmerz

A cura di
Rosalbino
Mantuano

L’ovulazione dolorosa è una condizione che si presenta in una donna su cinque. Spesso è legata a cause fisiologiche, ma può nascondere disturbi sottostanti che meritano di essere trattati. Scopriamone di più. 

Che cos’è l’ovulazione dolorosa?

L'ovulazione dolorosa, conosciuta anche come mittelschmerz (dal tedesco mittel, ‘metà’ e schmerz, ‘dolore’), è una condizione che può verificarsi in concomitanza con la fase ovulatoria, collocata intorno alla metà del ciclo ovarico.

In questo stadio del ciclo, l’ovulo maturo, rilasciato da uno dei follicoli ovarici, migra dall’ovaio verso la tuba di Falloppio, dove si predispone a un eventuale incontro con uno spermatozoo. Qualora l’incontro avvenga, l’ovocita potrà essere fecondato e dare inizio, con il concepimento, a una gravidanza; in caso contrario, dopo circa 14 giorni dall’avvenuta ovulazione, l’arrivo delle mestruazioni evidenzierà la fine di quel ciclo ovarico e l’inizio ciclo ovarico successivo.

La fase ovulatoria è il periodo più fertile per una donna e dura generalmente 24 ore. I sintomi che l'accompagnano possono durare invece anche qualche giorno. Essi comprendono la produzione del muco cervicale, più abbondante, limpido e filante durante la fase ovulatoria e, dopo l’ovulazione, l’aumento della temperatura corporea basale.

Generalmente l’ovulazione non si associa a particolari disturbi. Tuttavia, in circa il 20% delle donne – principalmente adolescenti alle prime ovulazioni e donne che non hanno avuto gravidanze – comporta, occasionalmente o in modo ricorrente, una sintomatologia dolorosa.

Perché ho l'ovulazione dolorosa?

Le cause dell’ovulazione dolorosa di solito hanno a che fare con i cambiamenti che avvengono nell’organismo femminile durante la fase ovulatoria:

  • la dilatazione del follicolo maturo che contiene l’ovocita all’interno dell’ovaio può provocare tensione e dunque dolore
  • la rottura del follicolo, che libera il liquido follicolare e talvolta una piccola quantità di sangue, può causare irritazione nei tessuti circostanti e dei foglietti peritoneali
  • le contrazioni dell’ovaio e delle tube di Falloppio, necessarie per favorire il movimento dell'ovulo, possono provocare disagio.

Si tratta di manifestazioni fisiologiche e innocue, che non causano di solito una sintomatologia intensa. Un dolore pelvico più acuto o persistente, al contrario, può essere sospetto e potrebbe celare la presenza di condizioni o patologie sottostanti, come:

Una sintomatologia dolorosa può essere dovuta anche a patologie ematologiche o all’assunzione di farmaci anticoagulanti.

Cosa ti fa male quando sei in ovulazione?

L’ovulazione dolorosa si manifesta come un dolore localizzato nella parte bassa dell'addome, di solito su un solo lato, corrispondente all'ovaio che sta espellendo l'ovulo. Questo disagio è soggettivo: può variare da una lieve tensione a una sensazione più intensa. Come si è detto, in alcune donne è del tutto assente.

In associazione al fastidio o dolore possono comparire:

Quanti giorni durano i dolori di ovulazione?

Il fastidio o dolore legato all’ovulazione può durare alcune ore o alcuni giorni.

Ovulazione dolorosa: cosa fare e cosa prendere

Le opzioni terapeutiche in caso di dolore legato all’ovulazione dipendono strettamente dall’intensità e dalla frequenza dei sintomi, nonché dall’eventuale presenza di patologie.

Nei casi più lievi, può essere sufficiente applicare una borsa dell’acqua calda sull’addome per rilassare i muscoli e ridurre il disagio. Se il dolore ovulatorio è più intenso, si può ricorrere invece a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), come ibuprofene o paracetamolo, da assumere sempre sotto consiglio medico.

Molte donne trovano sollievo inoltre dall’assunzione di integratori contenenti magnesio.

In alcuni casi, il ginecologo può prescrivere l’uso della pillola anticoncezionale per regolare il ciclo mestruale e prevenire l’ovulazione, eliminando così la causa scatenante del dolore.

È essenziale chiedere una valutazione medica se il dolore persiste o si accompagna ad altri sintomi, per escludere eventuali condizioni patologiche sottostanti, che andranno opportunamente trattate.