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Peptide C, che cos’è e quando viene misurato


Il peptide C è il frammento peptidico che precorre l’insulina e la sua concentrazione nel sangue viene misurata nei pazienti diabetici, con insulinoma o che hanno subito un trapianto delle isole pancreatiche. L'esame è utile per valutare il giusto dosaggio di insulina nel paziente diabietico

Che cos’è il peptide C?

Il peptide C è un composto di 31 aminoacidi che ha origine nel pancreas, precisamente dalle cellule beta. Si trova incorporato nella pre-proinsulina, ossia la proteina che precorre l’insulina. Si tratta, in pratica, del prodotto della scissione enzimatica da proinsulina a insulina. In virtù di questa reazione, insulina e peptide C vengono immessi nel circolo ematico (del sangue) alle stesse concentrazioni. Proprio questo aspetto rende il peptide C particolarmente rilevante dal punto di vista clinico, in particolare per quello che riguarda il monitoraggio dei pazienti che hanno sviluppato diabete insulino-dipendente.

Che esame è il test del peptide C?

L’esame del peptide C misura la concentrazione nel sangue di questo frammento peptidico. Talvolta, può essere dosato anche prelevando un campione di urina. Quando la concentrazione di glucosio ematico aumenta, come accennato, insulina e peptide C vengono immessi in circolo. Siccome questi due analiti condividono livelli di concentrazione e velocità di produzione, il dosaggio del peptide c è un buon indicatore della secrezione dell’insulina.

Quando e perché viene richiesto questo test?

Una delle ragioni principali per cui viene richiesto l’esame del peptide C è la ricorrenza di episodi di ipoglicemia. In particolare, nell’eventualità in cui il clinico sospetti che al paziente sia stata somministrata troppa insulina. Il dosaggio del peptide C, infatti, consente di capire quanta insulina sia stata effettivamente prodotta dall’organismo e quanta, invece, sia stata somministrata. 

Essendo l’ipoglicemia ricorrente la ragione principale per fare queste analisi, le manifestazioni sintomatologiche in presenza delle quali il medico può richiedere questo test includono palpitazioni, sudorazione, fame, stato confusionale, vista offuscata e svenimenti.

Nei casi più severi, l’ipoglicemia può portare a convulsioni e perdita di coscienza.

Bisogna sottolineare, però, che tutti questi sintomi sono aspecifici e potrebbero essere associabili a diverse altre condizioni patologiche.

Nei pazienti affetti da insulinoma, un raro tumore del pancreas che causa ipersecrezione di insulina, il test del peptide C viene richiesto a intervalli regolari per monitorare l’andamento della patologia e verificare l’efficacia dei trattamenti terapeutici.

In base alla concentrazione ematica di peptide C in pazienti affetti da diabete, poi, il clinico stabilisce se somministrare insulina o ridefinire l’approccio terapeutico.

Ciò avviene, in particolare, in soggetti con diabete di tipo 1, ma anche in pazienti con diabete di tipo II, per valutare se sia necessario o meno avviare una terapia insulinica.

Infine, il dosaggio del peptide C può essere effettuato, anche se solo raramente, in pazienti che hanno subito un’asportazione chirurgica del pancreas o un trapianto delle isole pancreatiche.

Qual è il campione richiesto?

Per effettuare le analisi del peptide C sono sufficienti un campione di sangue venoso o di urine delle 24 ore.

Come ci si prepara all'esame?

Per effettuare l’esame del sangue del peptide C, di solito viene richiesto di osservare il digiuno almeno nelle otto ore che precedono il prelievo. Il test può essere effettuato anche dopo la somministrazione di un pasto per monitorare la concentrazione ematica di peptide C nel tempo, a fronte di una stimolazione esterna.

Quali sono i valori di riferimento?

Sia tra la popolazione femminile sia in quella maschile, un soggetto sano, senza particolari patologie, dovrebbe avere valori ematici di peptide C compresi tra 1.1 e 4.4 nanogrammi per millilitro (ng/mL).

I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.

Cosa sappiamo con questo esame?

Innanzitutto, come già accennato, il risultato del test del peptide C può essere utilizzato come supporto diagnostico per identificare le possibili cause di ipoglicemia. I sintomi, infatti, possono insorgere in seguito a:

  • eccessiva somministrazione di insulina
  • consumo di alcol
  • deficit ereditari di enzimi epatici
  • malattie renali
  • patologie del fegato
  • insulinoma

Il test del peptide C fornisce informazioni utili anche su:

  • efficacia di un eventuale trattamento terapeutico per l’insulinoma
  • possibile comparsa di recidive del tumore
  • pazienti diabetici che assumono insulina (con il test è possibile capire le quantità prodotte dall’organismo e quelle somministrate, poiché la concentrazione di peptide C riflette quella di insulina endogena)
  • pazienti sottoposti a trapianto delle isole pancreatiche
  • pazienti che hanno subito un’asportazione chirurgica del pancreas

Inoltre, i pazienti diabetici sottoposti a terapia insulinica possono sviluppare anticorpi anti-insulina che interferiscono con la determinazione dell'insulina, ma non del peptide C.

Valori anomali di peptide C

Nella maggior parte dei casi, quando vengono registrati livelli ematici elevati di peptide C significa che anche la produzione endogena di insulina è elevata. Il peptide C, inoltre, può aumentare anche in caso di iperglicemia dovuta a insulino resistenza o assunzione di glucosio.

I valori di questo frammento peptidico sono superiori alla norma anche nei pazienti che soffrono di condizioni patologiche quali:

Allo stesso tempo, valori bassi di peptide C riflettono una ridotta secrezione di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche. Ciò avviene, ad esempio, nei pazienti che soffrono di diabete di tipo 1 o in quelli a cui l’insulina viene somministrata per iniezione a fronte di una produzione endogena soppressa.

Se i livelli di peptide C sono addirittura non rilevabili nel paziente, significa che dovrà essere sottoposto a insulinoterapia con somministrazione esogena.

Come abbiamo visto, il dosaggio del peptide C viene richiesto anche per monitorare pazienti affetti da insulinoma che stiano già seguendo uno specifico trattamento terapeutico. In questi casi, qualora i livelli di peptide C risultino abbassati, significa che la terapia si sta rivelando efficace. Al contrario, un aumento del frammento peptidico potrebbe indicare una recidiva della patologia. 

Nei pazienti con diagnosi di diabete, infine, i risultati del test del peptide C vanno rapportati alla forma di diabete da cui è affetto e alla tipologia di trattamento che sta seguendo il paziente. Sarà il proprio medico a valutare, caso per caso, eventuali rimodulazioni del trattamento o un cambiamento della terapia.

Altre informazioni da sapere

  • I valori di peptide C nel sangue riflettono quelli dell’insulina in quanto hanno la stessa velocità di produzione. Tuttavia, vengono smaltiti attraverso canali differenti dall’organismo: l’insulina viene eliminata dal fegato principalmente, mentre il peptide C viene smaltito a livello renale
  • Il peptide C ha un’emivita - il tempo necessario all’organismo per ridurre della metà la sua concentrazione - superiore a quella dell’insulina. Per questa ragione la sua concentrazione ematica è più elevata e ciò lo rende un buon riferimento per quanto riguarda la produzione di insulina e, di conseguenza, per la funzionalità delle cellule beta
  • Il dosaggio del peptide C può quindi essere richiesto, nell’ambito della diagnosi differenziale di ipoglicemia, per valutare l’attività del pancreas a digiuno o quando l’insulina viene somministrata per via esogena
  • Nei pazienti con anticorpi anti-insulina, la misurazione del peptide C risulta molto utile sia per monitorare la produzione di insulina sia, di conseguenza, per valutare che tipo di intervento terapeutico si possa intraprendere