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La PCR (Proteina C Reattiva) è una glicoproteina che viene prodotta nel fegato in risposta a traumi o infezioni che innescano processi infiammatori. Solitamente, la PCR infatti non è presente nel sangue o è presente in bassissime quantità.
Vediamo allora quando e perché viene prescritto il test per monitorare questa proteina e come interpretare i risultati delle analisi.
La PCR è una proteina che viene rilasciata nel sangue in caso di infiammazioni dovute a diversi fattori come infezioni batteriche, traumi o uno stato infiammatorio generale dell’organismo.
Questa proteina può essere anche un indicatore di rischio cardiaco, in quanto viene liberata anche in seguito ad un attacco cardiaco. Livelli di PCR elevati sono riscontrabili, infine, anche in caso di patologie autoimmuni.
La PCR è un marcatore di infiammazione e, per questo, viene monitorato in tutti i casi in cui venga individuata la presenza di un processo infiammatorio o si voglia seguire la risposta a trattamenti terapeutici di tipo antinfiammatorio.
Questo esame può essere prescritto dal proprio medico nel caso in cui abbia il sospetto ci sia una patologia che causa uno stato infiammatorio acuto. Le malattie che rientrano in questa fattispecie possono essere:
Il processo infiammatorio, poi, può essere innescato da infezioni batteriche gravi (sepsi) o infezioni fungine.
Il test della PCR può servire, inoltre, a valutare il rischio cardiovascolare del paziente, monitorare la convalescenza di ustioni o ferite chirurgiche o, ancora, verificare lo stato dell’organismo in caso di trapianto di organi.
Nell’eventualità si vogliano condurre indagini cliniche più approfondite, il test della PCR è spesso associato alla Velocità di eritrosedimentazione (Ves).
Dal punto di vista diagnostico, la PCR fornisce risultati aspecifici. Di conseguenza, questo esame non serve a diagnosticare una patologia, ma solo a valutarne il grado di gravità quando questa è già stata riscontrata nel paziente.
Il test della PCR può essere richiesto anche nei neonati qualora manifestino i tipici segnali di un’infezione o sepsi quali:
Il campione di sangue necessario per effettuare il test della PCR può essere prelevato dalla vena di un braccio.
L’esame della Proteina C Reattiva non richiede una particolare preparazione in vista del prelievo. Il medico, in alcuni casi, può suggerire di osservare il digiuno nelle ore che precedono le analisi in modo da avere risultati più affidabili e limitare i fattori esterni che potrebbero alterarli.
La concentrazione di PCR nel sangue si misura in milligrammi per litro. Generalmente, in soggetti sani che non presentano particolari patologie, i valori della PCR non dovrebbero superare i 5-6 milligrammi per litro.
Questi valori possono essere decisamente più elevati in presenza di un processo infiammatorio all’interno dell’organismo. La variabilità dei valori è determinata dal sesso e dall’età della persona. In caso di infiammazioni acute la PCR può anche toccare punte di mille milligrammi per litro.
Come abbiamo visto, valori di Proteina C Reattiva alti sono sinonimo di un processo infiammatorio in corso. Questo può essere dovuta ad una molteplicità di cause. La PCR indica l’entità e la gravità di questa infiammazione, ma non la causa. Più la concentrazione ematica di questa glicoproteina risulterà alta, maggiore sarà l’infiammazione presente nell’organismo.
La PCR alta può essere anche l’indicatore di un’infezione, grave o cronica che sia. In questo caso, sono necessari ulteriori esami per approfondire i primi segnali evidenziati da questo test.
Le patologie infiammatorie sono la principale ragione per cui la concentrazione ematica di Proteina C Reattiva aumenta. Queste possono riguardare l’intestino, nel caso del morbo di Crohn, della sindrome del colon irritabile o della rettocolite ulcerosa.
Anche gli interventi chirurgici possono aumentare i livelli di PCR, così come altre malattie infiammatorie di varia natura e origine quali:
Incrementi dei valori della PCR possono essere dovuti anche a patologie infiammatorie autoimmuni, neoplasie come il linfoma e reumatismi articolari.
Completano l’elenco delle possibili cause scatenanti di alterazioni della PCR anche:
Normalmente, la concentrazione ematica di proteina C reattiva è bassa, ma abbiamo visto come possa aumentare rapidamente in presenza di un processo infiammatorio. Uno di questi è, ad esempio, l'infiammazione dell'endotelio, il tessuto di cui sono costituite le superfici interne dei vasi sanguigni. L'infiammazione endoteliale, a sua volta, rappresenta uno dei fattori che favoriscono la cosiddetta aterogenesi, ossia l'accumulo di lipidi sulle pareti arteriose. Di conseguenza, alti livelli di proteina C reattiva nel sangue sarebbero associati ad un rischio aumentato di infarti del miocardio o coronaropatie.