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Reticolociti: cosa sono e quando misurarli


I reticolociti sono globuli rossi, prodotti dal midollo osseo, che non hanno raggiunto ancora la piena maturazione. Vengono analizzati per il supporto diagnostico ai vari tipi di anemia, nei pazienti sotto chemioterapia e in chi ha fatto un trapianto di midollo

Che cosa sono i reticolociti?

I reticolociti sono dei globuli rossi che non hanno ancora raggiunto la piena maturazione. Presentano al loro interno del residuo di Rna, che andrà successivamente perduto una volta che saranno maturati. Queste cellule vengono prodotte dal midollo osseo e sono costituite in prevalenza, oltre che da materiale genetico residuo, da mitocondri. Il loro nome deriva dal fatto che il materiale con cui sono costituiti appare filamentoso e granuloso.

Normalmente, la percentuale di reticolociti presenti nel flusso ematico è bassa, compresa tra lo 0,5 e l’1,5% del totale dei globuli rossi in circolo

Un numero costante di eritrociti, sufficiente ad adempiere a tutte le funzionalità richieste a queste cellule, è garantito dalla produzione continua da parte del midollo osseo, assolutamente necessaria in quanto la vita media dei globuli rossi è di circa 120 giorni. Mentre la presenza dei reticolociti nel flusso sanguigno dura, solitamente, lo spazio di 24 ore.

I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.

A cosa serve il conteggio dei reticolociti?

Il conteggio dei reticolociti viene richiesto principalmente per valutare la funzionalità del midollo osseo e, in particolare, la sua capacità di produrre eritrociti (eritropoiesi). 

Questo tipo di esame può anche essere prescritto nel momento in cui è necessario un supporto diagnostico per identificare eventualmente una delle varie tipologie di anemia

Le analisi dei reticolociti servono anche a monitorare la funzionalità del midollo osseo nei pazienti che stanno seguendo un trattamento chemioterapico o che lo hanno terminato.

Allo stesso modo, il dosaggio dei reticolociti fa solitamente parte del pacchetto di esami richiesti in seguito ad un trapianto del midollo osseo

Infine, quando in un paziente viene riscontrato un numero elevato di globuli rossi o di emoglobina, la conta reticolocitaria può fornire informazioni importanti per cercare di capire quali siano le ragioni di questa iperproduzione.

Qual è il campione richiesto?

Per effettuare il dosaggio dei reticolociti è sufficiente il prelievo di un campione di sangue venoso o, nei neonati, la raccolta attraverso una piccola puntura del tallone o del dito.

Come ci si prepara all'esame?

Per il test dei reticolociti non è richiesto alcun tipo di preparazione specifica.

Cosa vuol dire avere i reticolociti alti?

Alti livelli di reticolociti nel torrente ematico possono essere indice di svariate condizioni patologiche. Ad esempio, quando una persona è affetta da anemia sideropenica o perniciosa - due forme di anemia dovute rispettivamente a carenza di vitamina B12 e carenza di ferro - l’organismo reagisce al deficit di globuli rossi incrementando il ritmo della produzione. E l’aumento della produzione da parte del midollo osseo di reticolociti e il loro conseguente rilascio nel flusso sanguigno riflette proprio questo meccanismo. I reticolociti sono alti anche nei pazienti che soffrono di patologie renali.

Se, invece, i livelli di globuli rossi, ematocrito e emoglobina sono bassi, a fronte di un’alta conta reticolocitaria, potrebbe significare che siamo in presenza di un’emorragia o di anemia emolitica. Anche in quest’ultimo caso, infatti, il midollo osseo, per compensare il deficit di globuli rossi dovuto a emolisi, ne aumenta la produzione, con la conseguenza che i livelli di reticolociti nel torrente ematico aumentano. Lo stesso discorso vale anche nei casi di malattia emolitica nel neonato.

Un’alta conta reticolocitaria associata ad un numero elevato di globuli rossi può essere riscontrata anche:

  • in alcune forme tumorali che causano una produzione eccessiva di eritropoietina, l’ormone glicoproteico che regola la produzione di eritrociti
  • nei pazienti che soffrono di Policitemia Vera, un tumore del sangue raro che comporta una produzione incontrollata delle cellule ematiche, dovuta ad un’alterazione delle funzionalità del midollo osseo

I reticolociti risultano alti anche in altri casi:

  • nel corso di una gravidanza
  • nei neonati (ma si dovrebbe normalizzare a pochi giorni di distanza dalla nascita)
  • nelle persone che si recano ad altitudini maggiori rispetto a quelle in cui vivono o sono abituati
  • nei fumatori

Cosa significa quando i reticolociti sono bassi?

Se, invece, la conta reticolocitaria è inferiore ai valori normali, potrebbe essere dovuto, come anticipato ad un deficit di vitamina B12 o ferro, ma anche ad una carenza di acido folico.

Cancro o infezioni possono causare una insufficienza midollare e, di conseguenza, un abbassamento della conta reticolocitaria. Alle stesse conseguenze possono portare anche l’anemia aplastica o aplasia midollare (una patologia che rende il midollo osseo incapace di produrre un numero sufficiente di cellule ematiche), la radioterapia e la chemio.

Nell’elenco delle cause di reticolociti bassi ci sono, poi, le malattie renali che comportano un deficit di eritropoietina, le patologie endocrine, l’abuso di alcol e la cirrosi.

Altre informazioni da sapere

  • In passato, i reticolociti venivano letteralmente contati al microscopio attraverso particolari colorazioni che li rendevano distinguibili
  • Oggi questo metodo analogico è stato sostituito dall’utilizzo di metodiche che si avvalgono di strumenti automatizzati che garantiscono conteggi su più larga scala e maggiormente accurati
  • La funzionalità del midollo osseo può essere valutata anche utilizzando un indice che corregge gli eventuali errori del solo valore percentuale dei reticolociti. Questo indice, detto indice reticolocitario (RI), si ottiene moltiplicando la percentuale di reticolociti per il rapporto tra l’ematocrito misurato e il suo valore normale
  • In alcuni casi, può essere calcolato anche l’RPI, ossia l’indice di produzione dei reticolociti, che serve a valutare il grado di maturazione dei reticolociti. In altre parole, questo indice ci dice in quanto tempo i reticolociti vengono rilasciati e maturano nel flusso sanguigno
  • Il tempo impiegato dai reticolociti per maturare è normalmente pari a un giorno, ma può anche arrivare fino a quattro giorni
  • La conta reticolocitaria può essere effettuata sullo stesso campione di sangue utilizzato per l’emocromocitometrico