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Rigidità muscolare

A cura di
Enrico Roberto
Pedotti

Con il termine rigidità muscolare si indicano generalmente una serie di condizioni per cui la muscolatura scheletrica risulta in uno stato di contrattura semi permanente, rendendo difficili alcuni movimenti normalmente semplici

Che cos’è la rigidità muscolare?

La rigidità muscolare è una condizione per la quale le fibre muscolari di una determinata area del corpo non si rilassano dopo la contrazione. Si tratta di una vera e propria contrattura che può insorgere per vari motivi, sia di carattere posturale, sia patologico, sia psicologico

Generalmente episodi di contratture muscolari sono piuttosto frequenti in gran parte della popolazione, sia in chi è sedentario, sia in chi pratica sport a livello amatoriale o agonistico. Si pensi ad esempio al torcicollo o alla lombalgia, entrambi episodi dolorosi dovuti ad una contrazione prolungata delle fibre muscolari. 

Nella maggior parte dei casi si tratta di episodi di poco conto, che si risolvono da soli. In altri casi può permanere una certa rigidità della zona colpita, il che è indice di una causa profonda che potrebbe essere più seria. 

Da ultimo va detto che la rigidità può insorgere in modo improvviso, nel qual caso si parla di crampi, o graduale

A seconda dell’eziologia della condizione possono ad essa essere associati anche altri sintomi correlati. 

Rigidità muscolare, cause possibili?

La causa prima della rigidità muscolare è il mancato rilassamento delle fibre, che permangono nello stato accorciato tipico della contrazione e non si riallungano. 

Il motivo dietro questo mancato rilassamento può essere legato a ragioni di varia natura:

  • fisiologica e posturale
  • patologica
  • psicologica 

I muscoli si possono infatti contrarre eccessivamente per un movimento sbagliato, effettuato senza il dovuto riscaldamento, per malattie specifiche o per condizioni psicologiche in cui l’individuo somatizza. 

Tra le principali condizioni, patologie e stati che possono causare la rigidità muscolare, ci sono:

Da un punto di vista scientifico invece, non è ammissibile come causa della rigidità il cosiddetto “colpo d’aria”, per quanto una temperatura molto rigida possa portare ad irrigidimento muscolare, come reazione dell’organismo per produrre calore. 

La lista delle cause riportata sopra non è esaustiva, ed è fornita solo a scopo indicativo. 

Quali altri sintomi si associano a questa condizione?

Con una varietà di cause così ampia, va da sé che anche i possibili sintomi correlati siano piuttosto vari.

Generalmente lo stato di contrattura muscolare è accompagnato da dolore più o meno intenso, a seconda della zona e del muscolo colpito, oltre che dell’intensità della contrattura. 

Nel caso di rigidità dei muscoli scheletrici superficiali, può darsi alle volte anche la presenza di un evidente turgore sottocutaneo accompagnato da arrossamento

Gli altri sintomi correlati invece dipendono dalla causa sottostante. Generalizzando, tra i più comuni e legati alle cause di rigidità elencate sopra, si possono individuare i seguenti:

Come la lista delle cause, parimenti quella dei sintomi correlati non è esaustiva. Si consiglia sempre di rivolgersi ad un medico nel caso il problema risultasse persistente, durasse per un periodo prolungato, e fosse collegato ad altra sintomatologia apparentemente scollegata al distretto muscolare coinvolto dalla contrattura o rigidità.  

Come si svolge una diagnosi di rigidità muscolare?

La diagnosi inizia con l’anamnesi del paziente. Il medico pone domande e raccoglie informazioni sui sintomi , la loro durata, eventuali fattori scatenanti e la presenza di patologie preesistenti. Segue un esame obiettivo. Sono valutate la forza muscolare, il tono, i riflessi e la mobilità articolare, al fine di individuare eventuali anomalie.​

Per approfondire l’indagine possono essere prescritti esami del sangue, con l’obiettivo a rilevare squilibri elettrolitici, disfunzioni tiroidee o segni di infiammazione. In alcuni casi si ricorre a tecniche di imaging diagnostico come radiografie, risonanza magnetica (RM) o tomografia computerizzata (TC), per visualizzare eventuali anomalie strutturali nei muscoli o nelle articolazioni. L’elettromiografia (EMG) è un altro strumento diagnostico utile: misura l’attività elettrica dei muscoli e aiuta a identificare disturbi neuromuscolari specifici.​

In presenza di sospette condizioni autoimmuni, come la sindrome della persona rigida, possono essere effettuati test specifici per individuare anticorpi diretti contro determinati enzimi o proteine.

Come prevenire la rigidità muscolare?

Per prevenire la rigidità muscolare non associata a patologie specifiche, è importante adottare uno stile di vita sano che preveda attività fisica regolare, posture corrette e una dieta equilibrata. L’esercizio fisico costante migliora la flessibilità e la forza muscolare, e riduce il rischio di tensioni. È importante eseguire un adeguato riscaldamento prima di qualsiasi attività sportiva e dedicarsi allo stretching al termine, per preparare i muscoli allo sforzo e favorirne il recupero.

Mantenere una postura corretta durante le attività quotidiane, soprattutto se si trascorrono molte ore seduti, serve a prevenire tensioni muscolari. Fare pause regolari per muoversi e cambiare posizione aiuta a evitare l’irrigidimento. Un’alimentazione bilanciata, ricca di sali minerali come potassio, magnesio, calcio e sodio, contribuisce a mantenere la salute muscolare, poiché carenze di questi elementi possono favorire contratture. 

Gestire lo stress attraverso tecniche di rilassamento come yoga o meditazione può prevenire tensioni muscolari legate a fattori psicologici. Inoltre, garantire un sonno di qualità permette ai muscoli di recuperare e riduce il rischio di rigidità. Anche l’adozione di strumenti ergonomici, come sedie e scrivanie adeguate, può migliorare la postura e prevenire tensioni muscolari.

Grazie all’insieme queste abitudini, è possibile ridurre significativamente il rischio di sviluppare rigidità muscolare non legata a condizioni patologiche. Per quanto riguarda le malattie degenerative del sistema nervoso purtroppo non è possibile alcuna prevenzione.

Terapie possibili

Nel caso la contrattura e la rigidità ad essa associata non passino in un lasso di tempo ragionevole, e qualora ad esse siano associati altri sintomi, è importante rivolgersi ad un medico, per la diagnosi. 

Normalmente le contratture causate da movimenti bruschi e posture prolungate si risolvono da sole, con il riposo e con l’aiuto di farmaci antinfiammatori non steroidei (fans) in alcuni casi. Anche l’uso di tecniche di rilassamento muscolare può essere un valido aiuto, così come eventuali massaggi e allungamento delle fibre tramite stretching

In quelli in cui invece la causa sia legata a patologie o infezioni, bisogna intervenire sugli agenti patogeni. Questo non è sempre possibile, come nel caso della SLA per esempio. Se la causa prima non si può eliminare, solitamente la terapia è di carattere sintomatico e volta a mantenere il più possibile una qualità della vita dignitosa per il paziente.

Possono, in conclusione, essere indicate terapie fisiche complementari quali:

  • terapia del calore: applicazioni di calore, come impacchi caldi o fasce autoriscaldanti, possono ridurre la contrattura muscolare e il dolore associato
  • terapia con onde d’urto: In alcune tendinopatie croniche, l’uso di onde d’urto focali può essere efficace nel ridurre la rigidità e il dolore.

Se la rigidità è dovuta a patologie specifiche, come ad esempio la sindrome della persona rigida, possono essere somministrati corticosteroidi o immunomodulatori per regolare la risposta immunitaria.