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Il sarcoma di Ewing. Sintomi, interventi e sopravvivenza

A cura di
Enrico Roberto
Pedotti

È un raro tumore osseo che interessa pazienti in età giovanile. Con una diagnosi precoce, la prognosi risulta essere favorevole.

Cos’è il sarcoma di Ewing?

Il sarcoma di Ewing è una forma rara di tumore maligno osseo che colpisce principalmente bambini e giovani adulti, con un’età media alla diagnosi di circa 16 anni. È ricompreso nel gruppo dei tumori a piccole cellule, con acronimo PNET, che origina dalle cellule del neuroectoderma.

Si tratta di un tumore la cui partenza è di base ossea, ma è altrettanto possibile che possa essere originato dai tessuti molli. Le sedi prevalentemente più colpite sono le ossa lunghe quali tibia e femore; anche la pelvi può essere una sede di origine.

Su base annua si verificano meno di 100 diagnosi ed interessa in prevalenza la popolazione maschile; la sopravvivenza a 5 anni è del 60% nei casi in cui ad essere sede di origine sono gli arti ma è strettamente correlata ad una diagnosi precoce.

Come si manifesta il sarcoma di Ewing?

Il sarcoma di Ewing può manifestarsi con sintomi iniziali quali:

  • forte e intenso dolore, che si manifesta anche quando il paziente è a riposo
  • tumefazione e infiammazione delle parti molli circostanti alla zona interessata dalla lesione
  • febbre, non alta, che tende a scomparire per poi ripresentarsi
  • spossatezza
  • frattura patologica.

Si ha frattura patologica quando l’osso risulta indebolito da una patologia, come nel caso dell’osteoporosi, di una infezione ossea o, appunto, un tumore osseo. Le sedi che con maggiore frequenza presentano la lesione sono:

  • femore
  • tibia prossimale
  • omero
  • perone
  • avambraccio.

Le altre sedi che possono essere colpite sono pelvi, vertebre, osso sacro, scapola, clavicola e coste. Ci sono infine altre sedi, seppure rare, in cui il sarcoma di Ewing può manifestarsi: midollo osseo, ad esempio, oppure polmoni, pancreas o ancora esofago.

Come ci si accorge di avere un sarcoma?

In linea più generale la manifestazione dei sarcomi si ha con delle masse solide, dalle dimensioni percepibili, che possono trovarsi sottopelle o in regioni più profonde.

Quali sono le cause?

Il sarcoma di Ewing prende avvio da cellule staminali indifferenziate che, a loro volta, hanno origine neuroectodermica oppure mesenchimale. Questi due aggettivi indicano, rispettivamente, i tessuti da cui si formeranno il sistema nervoso e il sistema muscolo-scheletrico.

Non sono ancora note le cause che determinano questo tipo di sarcoma, tuttavia sono state riscontrate delle anomalie di tipo genetico e non ereditario. Le anomalie in questione si chiamano traslocazioni, ovvero delle alterazioni della struttura cromosomica dovute allo scambio di porzioni cromosomiche non omologhe.

In particolare, quasi tutti i casi di sarcoma di Ewing sono associati a una traslocazione cromosomica che porta allo scambio di materiale genetico tra i cromosomi 11 e 22. Questa alterazione crea una fusione tra il gene EWSR1 sul cromosoma 22 e il gene FLI1 sul cromosoma 11, generando un gene di fusione EWS-FLI1 che, in ultima analisi, contribuisce alla formazione di questo sarcoma.

Ma non è chiaro perché avvenga la traslocazione né come contribuisca, esattamente, allo sviluppo del sarcoma e ciò rende più difficile elaborare una prevenzione o una terapia su base genetica.

Come avviene la diagnosi?

Quando è presente una tumefazione non riconducibile ad alcun trauma, e in assenza di guarigione spontanea nel giro di due settimane, sono necessarie analisi strumentali. Innanzitutto:

  • ecografia, per iniziare una valutazione della tumefazione o della lesione. Questo esame è scelto nei casi di sarcomi di Ewing extraossei
  • radiografia che, nei casi di sarcomi di Ewing ossei, così da isolare tanto la sede quanto l’estensione della eventuale lesione.

Seguono esami di approfondimento quali:

  • tomografia computerizzata (TC) con o senza mezzo di contrasto, per la stadiazione del sarcoma, e per svolgere una biopsia guidata
  • risonanza magnetica (RMN) con o senza mezzo di contrasto, grazie alla quale è possibile studiare l’effettiva estensione della lesione, e osservare eventuali altre lesioni o l’interessamento extraosseo
  • scintigrafia ossea o PET, con le quali possono essere intercettate lesioni tumorali.

L’ultimo esame è la biopsia, effettuata in seguito al prelievo di frammenti ossei, che sono osservati al microscopio, grazie anche all’ausilio di marker tumorali.

Stadiazione del sarcoma

Viene quindi svolta la stadiazione, volta a identificare l’avanzamento del sarcoma. Il criterio più adottato è la stadiazione TNM-G. In questo acronimo la T indica la dimensione e l’estensione del tumore primario, N la diffusione ai linfonodi regionali ed M la presenza di metastasi. La lettera G indica il grado di differenziazione delle cellule tumorali, con il quale è possibile comprendere l’aggressività del tumore stesso.

Prognosi e sopravvivenza

La prognosi risulta essere più favorevole per i giovani pazienti rispetto ai pazienti adulti. Per i giovani che presentano localizzazione alle estremità, e in assenza di metastasi, la sopravvivenza a 5 anni è del 70%.

In presenza di metastasi, fin dall’esordio, la sopravvivenza scende al di sotto del 40%.

Terapia del sarcoma di Ewing

I trattamenti per il sarcoma di Ewing prevedono la combinazione di chemioterapia, radioterapia e chirurgia.

La chemioterapia viene utilizzata sia per ridurre le dimensioni del tumore prima dell’intervento chirurgico, sia per eliminare eventuali cellule tumorali residue in seguito all’operazione. Nei casi in cui viene adottato un trattamento di chemioterapia ad alto dosaggio, è quindi praticata una reinfusione di cellule staminali ematopoietiche autologhe, così da sopperire alla distruzione delle cellule midollari, per via della chemioterapia. Un trattamento, questo, che ha permesso un notevole miglioramento della prognosi.

Obiettivo dell’intervento chirurgico è la rimozione del tumore e di una piccola quantità del tessuto sano circostante, così da ridurre il rischio di recidiva. L’intervento chirurgico ha un approccio conservativo volto alla conservazione dell’arto. Va comunque specificato che, al fine di dare garanzia alla sopravvivenza del paziente, l’amputazione può essere prevista. Una decisione, questa, che va presa con il paziente, la sua famiglia, il team incaricato e tenendo conto di parametri quali età del paziente, localizzazione del sarcoma e stadiazione.

La radioterapia può essere usata come trattamento aggiuntivo per distruggere le cellule tumorali rimaste.