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Si parla di tempo di tromboplastina parziale (Ptt) per definire l’esame finalizzato a valutare la capacità di coagulazione del sangue del soggetto. Il test viene condotto nell’ambito di indagini relative a eventuali episodi trombotici o emorragici.
Il Ptt misura quanto tempo ci mette un campione di sangue a formare dei coaguli dopo l’aggiunta di specifici reagenti. Questo esame è noto anche come tempo di tromboplastina parziale attivata (aPtt) quando vengono aggiunti al campione di sangue agenti chimici attivanti.
Vediamo allora in che cosa consistono queste analisi, quando e perché vengono prescritte e come interpretarne correttamente i risultati.
Le ragioni principali per cui viene richiesto un test del Ptt sono:
Il medico può decidere di prescrivere queste analisi nell’ambito delle indagini cliniche per diagnosticare:
Il Ptt può essere richiesto anche in caso di presenza di anticorpi anticardiolipina o nell’eventualità di ricorrenti aborti spontanei.
Il tempo di tromboplastina parziale, inoltre, viene utilizzato molto spesso per valutare i fattori della coagulazione che contribuiscono ai processi di emostasi quali:
Per indagare su disordini emorragici o episodi trombotici, nella maggior parte dei casi, il Ptt viene prescritto in abbinamento al tempo di protrombina (Pt).
Il campione di sangue necessario per effettuare il tempo di tromboplastina parziale può essere prelevato dalla vena di un braccio.
Non ci sono richieste specifiche per effettuare il test del Ptt. Tuttavia il medico potrebbe richiedere di evitare pasti ricchi di grassi nelle ore che precedono il prelievo in quanto potrebbero alterare i risultati delle analisi e non fornire un quadro corretto e preciso del paziente.
Per quanto riguarda il tempo di tromboplastina parziale sono considerati normali tutti quei valori compresi in un range che va da 60 a 70 secondi circa.
Nel caso, invece, del tempo di tromboplastina parziale attivata, i valori normali dovrebbero essere compresi tra i 28 e i 40 secondi.
Avere un Ptt alto significa che il processo di coagulazione dell’organismo è allungato per cui necessita di più tempo per essere completato. Le ragioni di questa anomalia possono essere ricercate in molteplici condizioni o patologie quali:
I tempi allungati del Ptt possono essere dovuti, inoltre, a terapie anticoagulanti, ad alcune tipologie di leucemia, agli eccessivi sanguinamenti prima o dopo il parto o, ancora, agli aborti spontanei.
I valori di riferimento degli esami di laboratorio possono variare a seconda della metodologia di analisi dei campioni, quelli indicati in questa scheda hanno uno scopo puramente informativo. Fai sempre riferimento alle indicazioni riportate sul tuo referto.
Avere un tempo di tromboplastina basso, al contrario, significa che il sangue impiega meno tempo del normale a coagulare. Questo può essere dovuto a molteplici ragioni quali:
Ci sono altri fattori che possono alterare i risultati del test relativo al tempo di tromboplastina parziale. I pazienti che, ad esempio, presentano un ematocrito alto potrebbero manifestare tempi di coagulazione allungati che non sempre corrispondono alla realtà.
Tra i fattori in grado di alterare i risultati ci sono anche diversi farmaci quali:
Trattamenti a base di eparina possono provocare una diminuzione delle piastrine nota come trombocitopenia. Si tratta di una complicanza che può essere gestita sostituendo l’eparina con altri anticoagulanti che fungono da inibitori diretti della trombina.