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Tetano. Sintomi, trattamento e vaccino

A cura di
Alberto
Canciani

Il tetano è una infezione potenzialmente letale che richiede trattamento immediato. Può essere prevenuta con una adeguata copertura vaccinale.

Cos’è il tetano?

Il tetano è un'infezione acuta, di tipo non contagioso, dovuta al batterio Clostridium tetani. È questo un batterio Gram-positivo anaerobico, che si ritrova sia in forma di spore che in forma vegetativa. Il germe, nella sua forma vegetativa, dà origine ad una tossina tetanica, che ha nome tetanospasmina. È particolarmente potente, è nel dettaglio una neurotossina all’origine dei sintomi del tetano.

Il tetano richiede una diagnosi e un trattamento tempestivi, perché se non viene trattato può determinare non solo la paralisi del paziente ma, in alcuni casi, il suo decesso.

Quante forme esistono?

Ci sono quattro forme di tetano:

  • generalizzato o sistemico: la forma più comune e allo stesso tempo quella meno grave, ma richiede comunque una diagnosi rapida e adeguata per evitare il rischio di decesso
  • localizzato: è una forma meno comune che interessa una zona ben precisa del corpo, anche se ha la possibilità di diventare tetano generalizzato
  • encefalico: forma che riguarda i nervi cranici. Anche questa forma può divenire generalizzata
  • neonatale: questa rara forma può interessare i neonati dopo qualche giorno dalla nascita, e può determinarne il decesso.

Quando c’è il rischio di tetano?

Il rischio di contrarre il tetano sorge principalmente quando le spore del batterio Clostridium tetani entrano nel corpo attraverso ferite o tagli. Specificamente, le circostanze che possono aumentare il rischio di infezione includono:

  • ferite contaminate con sporcizia, terra, polvere, feci o saliva: queste ferite, essendo sporche, presentano un rischio più elevato di sviluppare il tetano rispetto alle ferite pulite
  • ferite che non vengono adeguatamente lavate e disinfettate: l’ambiente anossico, ovvero privo di ossigeno, di una ferita non pulita può fornire le condizioni ideali per la proliferazione delle spore di Clostridium tetani
  • contatti con terreni contaminati: le spore del tetano sono presenti nel suolo, quindi le ferite che si verificano a seguito di un contatto con il terreno contaminato sono particolarmente a rischio.

Gli oggetti che presentano ruggine non determinano un rischio di contrarre il tetano, contrariamente a quanto a volte si pensa. Sono veicoli di contagio solo nella misura in cui sono stati in contatto con feci di animali portatori del batterio.

Cosa succede se contrai il tetano?

Il periodo di incubazione del tetano può variare, da 2 giorni fino a mesi, ma mediamente è di circa 14 giorni. La durata dell’incubazione può essere influenzata da diversi fattori, tra cui il tipo, l’estensione e la localizzazione della ferita.

I sintomi iniziali del tetano possono manifestarsi già durante il periodo di incubazione e possono includere febbre, cefalee, dolori, formicolii, e alla testa, oltre a irritabilità. Questi segni iniziali possono essere facilmente confusi con altre patologie, rendendo talvolta difficile la diagnosi precoce del tetano.

Man mano che la malattia progredisce, i sintomi principali emergono chiaramente e sono caratterizzati da contrazioni e spasmi muscolari. I sintomi principali sono comunque:

  • rigidità dei muscoli della mascella, ovvero trisma, che può portare a difficoltà nell’aprire la bocca
  • spasmi muscolari dolorosi che possono rendere difficile la respirazione e la deglutizione
  • febbre e aumento della sudorazione
  • tachicardia, battito cardiaco accelerato.

Quali sono le possibili complicanze?

Tra le complicanze del tetano si possono indicare spasmi che colpiscono le corde vocali e i muscoli respiratori, con difficoltà respiratorie. È possibile che il paziente sviluppi alterazioni nel ritmo cardiaco o ipertensione.

Va ricordato che nel 50% dei casi il tetano determina il decesso del paziente.

Come svolgere la diagnosi?

La diagnosi è sostanzialmente clinica, dal momento che attualmente non ci sono test di laboratorio dedicati.

Quale terapia è prevista?

La terapia consiste nella somministrazione di TIG (immunoglobuline umane antitetaniche) oltre alla pulizia meticolosa della ferita infetta. Se è presente del tessuto in necrosi, deve essere rimosso. È prevista l’adozione di disinfettanti in grado di ossidare, ad esempio l’acqua ossigenata, e di antibiotici, come la penicillina, per contrastare la diffusione e la produzione di altra tossina.

Per trattare gli spasmi si agisce con una terapia sintomatica, che prevede ad esempio anestetici generali o sedativi. L’avere contratto il tetano non rende immuni. Una volta che il paziente sarà tornato in buone condizioni di salute è comunque necessaria una vaccinazione antitetanica.

È possibile fare prevenzione?

La forma più efficace di prevenzione è data dal vaccino. In Italia devono essere obbligatoriamente vaccinati i bambini, in età pediatrica con almeno 4 somministrazioni, e alcune categorie professionali a maggior rischio di infezione, come lavoratori agricoli e allevatori di bestiame. La vaccinazione è comunque raccomandata per tutta la popolazione a intervalli regolari, ogni 10 anni, per mantenere per mantenere una protezione adeguata ed evitare cosi la somministrazione di immunoglobuline.

Secondo l’attuale calendario vaccinale sono previste 3 dosi, al terzo, quinto e undicesimo mese, nel contesto del vaccino esavalente. Tra i 5 e i 6 anni si ha una dose di richiamo, e una ulteriore dose di richiamo si ha tra i 13 e i 15 anni.

Per gli adulti di età compresa tra i 19 e i 60 anni è consigliata una somministrazione periodica, ogni 10 anni. Per il viaggiatore è consigliato associare al tetano anche la difterite, la pertosse e la poliomielite, malattie presenti in alcune aree del mondo.